Quando nacque, fu una sorta di atto di fede che Ford fece da Detroit verso l’Europa: credere in un mercato costantemente in crescita senza più dover sognare quel “mito americano” con cui il Vecchio Continente era cresciuto quasi venti anni da inizio Dopoguerra desiderando, nei settori di mercato più sportivi e di rappresentanza modelli che apparissero quasi come la copia in piccolo delle appariscenti e muscolose auto made in USA.
Con la “Capri” la Ford investiva in un programma ed in un modello pensato, industrializzato e motorizzato proprio per la clientela europea che da quel momento avrebbe potutoidentificare l’Ovale con una Gamma sportiva “DOC” anche in Europa.
Non fu neppure una scelta facile, visto che dentro Ford insistevano tre binari paralleli di costruzione del Business tra la metà e la fine degli anni Sessanta:
1) Implementare e valorizzare il piano di qualificazione del Marchio globale nel contesto europeo in simbiosi con la programmazione sportiva continentale data dalla GT40 e dalla attività rallystica;
2) Istituire una filiale europea specifica, abbastanza autonoma ed organizzata per gestire la politica commerciale del Vecchio Continente:
3) Assecondare un mercato contestualmente complesso e frastagliato dove a confrontarsi c’era un numero quadruplo di concorrenti in diversi settori di mercato.
Nel 1967 viene fondata Ford Europa che unifica e raggruppa sotto una strategia unitaria e collettiva le diverse filiali nazionali dentro l’Europa: inizia la “nativa” Gamma Ford per il Vecchio Continente.
Più complesso ed articolato il percorso per determinare la “fisionomia sportiva “ dentro all’Ovale europeo: in questo il ruolo straordinario di Mike Kranefuss è stato centrale, ed ha permesso di “centellinare” l’immagine e l’iconografia ideale per rappresentare un Marchio che comunque negli States aveva i suoi due simboli rappresentativi nella Thunderbird e nella Mustang e che, al contrario, in Europa cercava la “quadra” tra un riferimento “Iconico” ma comunque popolare e di larga diffusione, stretto com’era il Marchio tra Trofeo monomarca, fornitura di motori a Factory sportive, presenza nei campionati Rally e Turismo ed infine l’esplorazione avviata con alcuni Costruttori artigianali delegati – con il supporto di validissimi Designer – a costruire una identità possibile per la “sportiva DOC” di Ford nel Vecchio Continente.
“Sport feeling” Ford in Europa? Un bellissimo minestrone di esperienze negli anni ‘60
Da questo fondamentalmente deriva la serie di realizzazioni motorizzate Ford Europa come “OSI 20M”, “LMX Sirex”, e persino la appena abbozzata “SIVA Sirio”.
Dal punto di vista “captive” – invece – la Gamma Ford era ancora all’anno “Zero” alla seconda metà degli anni Sessanta, dal punto di vista di modelli “nativi”: riferimenti iconici erano praticamente le versioni “pepate” delle due porte originarie (come Anglia e Cortina) oppure le Coupèderivata da quattro porte da famiglia; ed in questo contesto in quel periodo c’era la “Taunus” che appunto esprimeva le sue punte sportive con motorizzazioni importanti quale eraappunto il “V6” montato dalla fabbrica di Colonia a fianco della “17M” con il motore V4.
Dunque dalla metà degli anni Sessanta il management europeo di Ford comincia a delineare i capisaldi della sua portabandiera “DOC”, che trae il nome a sua volta da un modello particolare della Ford inglese ed americana, la “Consul Capri” del 1962 disegnata da Colin Neale; piccolo particolare, il primo nome ipotizzato per la nuova sportiva europea sarebbe dovuto essere “Colt”; ma all’atto del deposito dei brevetti e dei modelli per la registrazione del Copyright gli esperti di marketing dell’Ovale dovettero apprendere che Mitsubishi li aveva appena battuti sul tempo.
Ford Capri, che da “signorina” si chiamava “Colt”
Ma per onore di cronaca il “Colt Project” prende il via a Dagenham nel 1964.
Le basi concettuali sono tremendamente efficaci e geniali: produzione a Dagenham ed Halewood (GB)/Genk(Belgio)/Colonia (Germania); massima componibilità del magazzino ricambi; ottimale condivisione di piattaforma con i punti di forza migliori di Cortina e di Taunus. La definizione dello stile deriva da una sorta di “contest” durato oltre cinque anni tra i Centri di Design della Gran Bretagna e della Germania, con la vittoria del primo che nel 1965 presenta il caratteristico concetto visivo molto ispirato alla Mustang, vista anche l’interazione e la supervisione di Philip T. Clarke (il Designer della Mustang appunto).
Ford Capri: l’auto che ti sei sempre promesso
Il capolavoro finale è tuttavia lo slogan commerciale proposto nella frase irresistibile: “L’auto che ti sei sempre promesso”, che è un vero successo all’atto della presentazione mondiale al Salone di Bruxelles del 1969.
Per la prima volta l’Europa produce una fastbackall’americana con vano di carico ampio (ed il classico lunotto al quale Ford non derogherà mai nel corso della vita della Coupè), abitacolo comodo per quattro, cofano lunghissimo e basso, adatta ad un pubblico vastissimo che va dal giovane sportivo al professionista passando per la piccola famiglia nell’uso di tutti i giorni.

Tre generazioni, milioni di appassionati ed amatori
La Ford Capri viene “cadenzata” e prodotta lungo tre generazioni, dalla prima che è quella iconica e che da sola ottiene il 50% delle vendite totali in solo sei anni (in complesso due milioni di pezzi tra Europa ed America) e poi le altre due (II° Generazione tra il 1974 ed il 1977; III° Generazione tra il 1978 ed il 1986) che seguono un percorso filologico con lo status del mercato e della società dal punto di vista stilistico e di utilizzazione, ma che sotto l’aspetto della continuità generazionale mantengono due caratteristiche costantemente invariate: la estrema estensione di gamma motoristica dalle cilindrate più utilitaristiche fino alle maxi cubature degli allestimenti supersportivi; mentre dal lato “stilistico” abbiamo delle caratterizzazioni che rendono ciascuna generazione simbolica del periodo in cui si trova a vivere.
La prima generazione è lo specchio della “universalità” della fascia di clientela potenziale vastissima che si rispecchia in una linea che ha dentro di sé una serie estesa di simboli e richiami quasi intelligentemente messi a contrasto tra loro: linea tagliente e spazio vivibile, fiancate da muscle car anche con motori da utilitaria, ma una vera dote e’ sembrare adatta a qualunque ambiente, condizione ed utilizzo;
La seconda generazione è purtroppo “minata” dalla crisi petrolifera, e segnata da una forte “targettizzazione”: meno “universale” e evocativa dal lato sportivo tende a mostrarsi rappresentativa di personalità dinamiche ma non esasperate, e tende ad un pubblico più “executive” fatto da professionisti e grandi viaggiatori, più rispetto dell’efficienza dinamica e del tipico undestatement britannico con in più la comodità del portellone posteriore ed una versione – la “Ghia” – che sottolinea il rapporto auspicato da Ford tra questa “Capri” ed un pubblico di puristi sportivi (vero) ma decisamente di taglio e rango elevato. Ma in fondo all’epoca era giusto pensarla così: alla base della Ford in Europa stava arrivando la “Fiesta” e per il pubblico sportivo più popolare c’erano le versioni pepate della Escort. Caratteristica iconica della Capri “II° Generazione” è nei fari rettangolari disegnati da Peter Stevens.
Dopo tre anni di silenzio stampa nei quali Ford cesella la sua creatura sportiva arriva la “III° Generazione” di Ford Capri: scompare il 1.3, la coupè si “vitaminizza” e diventa una “crossover” sportiva del periodo tra Renault R17, Lancia Beta HPE, ovviamente Opel Manta e VW Scirocco in basso; ed “Alfetta GT”, Opel “Monza”ed “Audi 100 C” al livello appena superiore.
Capri 2.8i (Injection, realizzata dalla “SVE”, il Dipartimento Special Vehicle Engineering ad Essex) e Capri Turbo Limited Edition del 1981 sono un poco il canto del cigno di una Gamma che resta in produzione in Gran Bretagna fino al 1986 e che si interrompe nel resto d’Europa due anni prima.

Ford Capri BEV e SUV, la sportività non deve essere per forza “Small Size”
Quasi 40 anni dopo l’ultimo modello di “Capri III°” uscito da Halewood, quest’anno Ford “New” Capri è tornata: realizzata a Colonia presso l’ “EVC” – Electric Vehicle Center – dove è stata sviluppata anche la ottima “Explorer”; ed esattamente nel Secolo pieno dalla fondazione dello Stabilimento di Berlino, questa nuova “Capri” regala sportività ed emozioni dentro un profilo “Business Class” rivolto al Cliente “Ececutive” e persuaso che la elettromobilità non sia un Evangelo da sostenere ossessionatamente ma una dimensione tecnologica e culturale in grado di rendere ogni attività e viaggio con la Capri un appuntamento con il sorriso.