Fabrizio era intento nelle tante sfaccettature che impegnano solitamente chi lavora nel celebre “Bar del Teschio” di Via Oderisi, nel cuore di Roma. Un Bar dove si era da un po’ di tempo affacciato un cliente davvero particolare, strano e dall’età indefinibile; ma soprattutto dai modi davvero bizzarri per il clima di quel Bar abituato ad un aplomb quasi anglosassone.
Il Cliente si vantava di essere un consulente del settore automotive, ed in verità aveva avuto qualche trascorso di attività, ma per lo più – ammettiamolo – quello strano ed intangibile Cliente approfittava di una millantata conoscenza solo per provocare trattamenti di favore scontistico sui prodotti da Bancone, facendo leva sulla innata curiosità del buon Fabrizio verso il comparto auto che era tema di conversazione comune tra l’altro al Bar del Teschio.
Un tardo pomeriggio era passato al Bar anche il noto complottista con i suoi usuali strali contro la cosiddetta “Truffa delle elettriche”. In verità le uniche due parole che ripeteva sempre e solo erano “Elettriche” e “Truffa” senza dettagliare altro. Il che rendeva questo personaggio, assolutamente credibile ed esperto diretto di questioni metafisiche, un poco meno comprensibile sul tema delle auto BEV.
A quel punto Fabrizio, favorendo come solito un ottimamente confezionato caffè in tazza di vetro guarnito e ben schiumato, si era rivolto di nuovo al nostro improbabile avventore, domandando lumi: “Ma un dubbio” – esordi’ dunque il giovane responsabile del Bar – “sulle elettriche usate: che dici, si possono comprare? Sono un affare od un rischio??”
Il nostro strano avventore, riflettendo tra se’ e se’ un attimo, dopo una ben congegnata pausa necessaria a lui per pensare a cosa chiedere in conto gratuito ulteriore per poter favorire la dotta risposta.
“Bella questione, Fabrizio”, rispose il nostro avventore, e cominciò una lunga trattazione come suo solito: partendo dalle origini del mondo.
Secondo il nostro non definibile uomo, infatti, la “truffa” cosiddetta dall’altro genio era in un certo senso una parola affine a quella che lui stesso era solito usare per raccontare il mondo elettrico. Una “FUFFA”; e per farlo il nostro non si limitava mai a spiegare il nesso circoscritto della domanda ma estendeva ad altri campi.
In primis, cos’è oggi l’Usato elettrico? Sono già migliaia di E-Byke, monopattini, quadricicli da Sharing, minicar, Scooter e moto elettriche, piccoli furgoni per servizi di logistica; ed infine un parco auto usato di quattro ruote e LCV per uso aziendale. Un numero davvero impressionante di unità che si portano dietro questioni annose come il recupero, il riciclo, la rigenerazione, la riparazione, la rimessa in commercio. Oppure dall’altro lato la rottamazione. E a proposito, dove finiscono le migliaia di monopattini usati davvero come stracci nel sistema dello Sharing? Bella domanda a cui nessuno, spero, vuole rispondere. Perché la mia paura è che nessuno “sappia” rispondere: migliaia di pezzi comprati per buona parte con i soldi dei contribuenti europei (perché per chi non lo sa lo Sharing europeo viene contribuito pesantemente dalle azioni di stimolo di Bruxelles…). Pezzi che per la maggior parte non trascritti in alcun Registro pubblico, poiché privi di targa, sono la ipotesi a cielo aperto di una maxitangente dall’Europa alle aree asiatiche dove il 99,99% di quei mezzi di micromobilità in Sharing sono stati sbolognati perché già persino nei luoghi di origine erano ormai superati……E mano a mano, esiste un povero Cristo di Istituzione che tracci la corretta, ecocompatibile e giuridicamente non criminale attività di recupero, rigenerazione oppure demolizione e smaltimento? Attendo risposte io, non l’avventore indefinibile del Bar del Teschio…..
IL MERCATO DELL’AUTO
Ma detto questo, il nostro scaltro Cliente aveva cominciato ad entrare nel dettaglio: il mercato BEV è davvero un mercato curioso, in Italia, perché di già almeno il 40% delle auto nuove nasce “USATA”. In effetti la moda delle autoimmatricolazioni ha investito pesantemente il settore delle elettriche, al punto che una buona fetta dei numeri di vendita del 2024 e del 2023 è ancora ferma nelle aree degli usati presenti negli Showrooms, ed il bello è che i Costruttori che tanto hanno detto e scritto sulla volontà di superare le concessioni e la classica BER della distribuzione auto hanno ancora bisogno dei Concessionari per appioppargli tutto sto ferrovecchio da rivendere. Dunque il primo problema delle BEV nuove è il Listino: assurdamente alto sulla carta, diventa materia da salotto filosofico al momento della rivendita. E ovviamente il “dumping” delle KmZero sul listino del nuovo incide sulla proporzionale valutazione ed offerta delle usate di maggiore anzianità, su cui pesa però anche un doppio problema. Il primo è la considerazione ufficiale e definitiva, se mai ce ne sarà occasione, per “tradurre” e capire da parte di noi comuni mortali il ciclo di vita delle benedette batterie: durano, non durano, come le misuro, quanto ci scommetto, sono spacciato?? Ecco che su questo aspetto già cala il crepuscolo informativo, o meglio: strumenti e figure professionali per valutare lo stato di conservazione operativa delle Batterie ci sono; ma il problema è molto più esteso.
Di solito con gli usati cosa si fa? Si concorda un appuntamento per vedere l’auto endotermica classica preferita, ci si fa accompagnare dal solito cugino espertazzo che gira e rigira sopra/sotto/intorno all’auto e deriva una scheda sinottica di stato funzionale. La base di tutto è l’esperienza e la storicità del rapporto tra auto endotermica e utilizzatore. Sulla elettrica che fai? Apri il cofano, e per fare cosa? Ma allora i controlli come, dove, su cosa e attraverso cosa li fai??? Esiste una alternativa a questa domanda? E il futuro di un modello BEV può prescindere dalla incombenza del Marchio OEM originale? O non esiste Afermarket nel mondo elettrico?
Chi è che deve dare risposte a questo? I Costruttori che tuttavia hanno dato sempre una ottima risposta, appunto, alla prima delle due questioni, che l’alternativo e incomprensibile avventore del Bar del Teschio pone a Fabrizio.
Primo: I Costruttori hanno chiaro il percorso delle BEV nuove? Si, per il 30% delle immatricolazioni le auto finiscono ai Noleggiatori ed alle Flotte, per il 40% alle autoimmatricolazioni e per il restante vengono vendute ai Privati. Dunque i target di vendita sono assicurati.
“E l’Usato??” chiese Fabrizio animato dalla curiosità.
“L’Usato? Approfondiamo la prossima volta, adesso il caffè è finito…”, rispose il nostro strano cliente, uscendo dal Bar come al solito senza pagare.
Riccardo Bellumori