Se avete pazienza e bontà di leggere i nostri articoli dalla fine del 2022 ad oggi, e li confrontate con il resto della cosiddetta Stampa informata, o con gli spazi Web dei tanti Guru delle notizie certe e della verità calata dall’alto, potreste davvero meravigliarVi della dabbenaggine con cui Vi siete per anni “sintonizzati” su canali informativi erronei non per mancanza di notizie ma per mancanza di libertà di analisi e buon senso. A Vostro unico danno, purtroppo: perché potete star certi che chi Vi ha propinato baggianate mediatiche il proprio ritorno lo ha avuto senz’altro.
Per cui dovete oggi fare i conti con una dinamica informativa “a pipistrello” grazie alla quale dalle medesime piattaforme “pregiate” siete stati edotti inizialmente della irresistibile avanzata del mondo elettrico, per poi capire che quel mondo elettrico in rapida avanzata era in realtà semplicemente l’estensione ed implementazione ibrida delle vecchie architetture endotermiche che per effetto della “elettrovestizione” Vi sono state riproposte a carissimo prezzo (Link).
E credo che la cosa migliore per renderVi il succo – a Vostra scelta – di quello che in tre anni abbiamo potuto, voluto e saputo raccontare a seconda dei temi chiave, può essere solo il richiamo ai diversi Link che Vi rimanderanno ai vari contenuti e sui quali se volete potete cliccare per leggere in dettaglio cosa siamo stati in grado di scrivere in anticipo di mesi su buona parte della cronaca nazionale.
Vi sarà di certo capitato poi di essere informati del “contrordine Compagni” fatto di correzioni redazionali in corso d’opera durante le quali le stesse fonti informative che celebravano anzitempo il funerale all’Endotermico si sono dovute ripresentare senza vergogna alcuna ad annunciare la
resilienza imprevista del motore classico ed il ritorno di fiamma tra automobilisti e Gasolio dieci anni dopo il Dieselgate (Link).Un ritorno di fiamma che coincide con un ritorno alla razionalità costruttiva che è figlia di quella “pulizia” mediatica e commerciale della bufala sostenuta per anni secondo cui al crescere di potenza e prestazioni dei Turbodiesel si verificasse un costante calo di consumi ed emissioni…Anche su questo siamo stati profetici.
Ed infine i siete persino dovuti sorbire la rincorsa alla serrata da parte dei principali organi di informazione che hanno deciso alla fine di “fare un mazzo così” – in tema di propaganda negativa – al mondo Full electric solo dopo aver preso atto senza timore di smentita che lo stesso è ormai, per il prossimo quarto di secolo, soltanto un inutile “Panda” tecnologico che nessun WWF della decarbonizzazione in Automotive si sogna più nemmeno di proteggere o sostenere. Insomma, i Media hanno deciso bene di seppellire un mondo BEV occidentale in stato di coma. Bella impresa…
Questo quel che “gli altri” Vi hanno somministrato a vario titolo da pagine di stampa riccamente finanziata dalla pubblicità e da piattaforme Video e multimediali a loro volta talmente intrise di interesse privato da appalesarne l’evidente stato di disagio ad ogni “Errata Corrige” obbligata dal mercato. (Link)
Ed in effetti guardate le cifre di alcune piattaforme Web o Riviste di rango durante questi ultimi cinque anni dal Lockdown: alcune sono finite, scomparse; la maggior parte ha tagliato budget pubblicitari e operatori di Redazione; una buona fetta vive la tragedia di un “Dowsizing“ oltre a quello di un “Downgrading” delle visite e degli acquisti in Edicola.
Autoprove ha festeggiato dieci anni lo scorso anno, non si è autoridimensionata né ha vissuto alcun Downgrading, nel suo essere piattaforma di news, Consulenza e servizi per l’Automotive. Anzi sta crescendo, nella Jungla delle piattaforme su cui gira e che ogni tanto ci fanno impazzire con reset, aggiornamenti e malfunzionamenti ricorrenti; e soprattutto pur con il turn over di contenuti e partner che di anno in anno si rinnovano.
E se solo una volta ci siamo un poco montati la testa per raccontare la serie di tracce che ci davano ragione al punto di farci azzardare doti di preveggenza (Link).
In questi anni Autoprove ha imparato a navigare con la sua dignitosa zattera bene in piedi nel mare tempestoso dell’Automotive odierno.
Ma mai, né con riferimento alla nostra piattaforma né con riferimento al mercato Auto, abbiamo tuttavia abusato della parola più ridondata e spropositata del momento: CRISI.
Anzi, unica nel panorama, Autoprove ha spiegato come l’Auto europea mai nata non può essere mai stata in crisi. (Link) .Ironia? No, rassegnazione. E sana disillusione.
Nessuna crisi commerciale, insomma, ma piuttosto di “sistema”
Un sistema dove l’Occidente ha offerto prima di tutto in pasto al Management vincente degli orientali il proprio parco buoi fatto diDirigenti impallati, avidi, limitati, a volte lavativi ma soprattutto figli di una tradizione consociativa e raccomandista nella elezione di veri e propri inetti a capo di strutture che hanno mostrato di non saper guidare. Ad eccezione, purtroppo, del solo e mai troppo rimpianto Sergio.Marchionne.(Link).
Al contrario, Autoprove Vi ha passato in rassegna, durante questi tre anni, una visione estesa e molto meno “plastica” della realtà del mondo Automotive che siamo riusciti, tra i pochi, a declinare alla Vostra attenzione su tre livelli tra loro simmetrici e poche volte tangenti: il mondo asiatico, Europa ed Occidente, e il mercato in attesa di esplodere (India ed Africa su tutti).
Dunque, se avete avuto la forza e la pazienza di leggere a volte anche sei o sette pagine di formato Word A4 per cogliere tutte le mie considerazioni su un argomento specifico (scommessa questa che l’ottimo Antonio Elia ha voluto azzardare, in un ambito Web dove non importa quanto sciocco sia quel che scrivi, basta che sia sintetizzato in 400 – 500 parole di testo; e per fortuna con le nuove regole “SEO” la schiavitù delle parole chiave ha finalmente allentato la stretta sui maroni di chi scrive….) Vi sarete resi conto che Vi abbiamo, lungo tre anni, spiegato in perfetta controtendenza questi aspetti chiave del mercato Auto:
Occidente e Oriente, due mondi dell’Auto che si incrociano a danno della vecchia Europa
Avevamo ben allertato su alcuni rischi che esulavano dal solo problema delle immatricolazioni annue in Europa: il problema della BER (Link) sia nella sua costruzione normativa sia nella ragionevolezza del sistema in cui deve inserirsi (Link), il problema dell’Aftermarket (Link) e della Logistica (Link) che rischia di soffocare a confronto della super organizzazione asiaticache non è più solo numerica ma anche qualitativa (Link); abbiamo doverosamente aggiunto in diversi contributi tuttavia anche il giusto rilievo al fatto che parlare di “auto cinesi” in senso dispregiativo è davvero infantile visto che (Link) ci stanno battendo anche sulla Logistica di Ultimo Miglio, da tempo baluardo della tecnologia europea; e che sulla reputazione di prodotto (Link) i cinesi non sono certo inferiori agli occidentali; ma ci è sembrato anche giusto correggere un tiro decisamente pretestuoso sul valore residuo in fase di Remarketing ( Link).
Abbiamo anche mostrato (Link) che il mondo cinese era in grado di far tremare più di un Costruttore europeo sia sul lato umano che stilistico (Link).
ed abbiamo chiarito a Voi, senza timore di smentita, cosa il mondo elettrico aveva scongiurato nel mercato endotermico e classico europeo: il rischio di un Default creditizio legato all’eccesso di credito (Link) ma anche agli ABS (Link); e il nuovo paradigma BEV ed Hybrid ha cancellato una articolazione dei listini che era diventata mortale per il mercato (Link) costringendoci a pagare sostanzialmente di più qualcosa che avevamo già in origine (Link)e forzandoci in domande che mai avremmo pensato di fare e di farci (Link).
I tedeschi: come al solito, fanno solo più casino e guai…
Impossibile parlare di Automotive europeo senza tracciare il percorso a metà tra il virtuoso ed il pernicioso della Germania(Link) in tutto e per tutto ausiliata da Bruxelles (Link) e che ha ancora nella Volkswagen il simbolo iconico del disastro del Dieselgate di dieci anni fa esatti (Link).
Germana che ha però adocchiato l’Africa come terra di conquista per le sue BEV Link) forse per delocalizzare la crisi che sta investendo temporaneamente il Paese (Link); e probabilmente per approfittare delle opportunità che il Continente può dare anche nell’Aftermarket (Link); e forse, approfittando della palude politica in cui è sprofondata la Francia (che ha storicamente nel Nord Africa una sorta di isola pedonale) per conquistare un mercato promettente ( Link) come a loro volta fanno gli USA con l’India (in un trend nel quale prima o poi si inserirà anche la Gran Bretagna (Link). Vada come vada, speriamo solo che da questa nuova eventuale tappa tedesca in Africa non arriveranno altri conti da pagare a tutti noi europei. (Link)
Auto Elettrica: Grazie le faremo sapere ! I motivi di un Flop preannunciato
La certezza fideistica che il mondo BEV non avrebbe mai superato, nel corso di un decennio, una presenza pari al 15% del parco circolante in Europa ed al massimo una quota del 20% sull’immatricolato annuo della UE è stato il nostro leit motiv” contro l’informazione di settore di almeno otto anni dal 2012 fino alla Pandemia; poi è pervenuto un poco di buonsenso.
Questa favola tuttavia noi Ve la abbiamo serenamente smentita da tempo parlandoVi di Milestones (Link) di interessi politici (Link). Abbiamo anche spiegato che l’UE con questa fisima della decarbonizzazione sta diventando schizofrenica (Link) e soprattutto sta alimentando una semplice chimera (Link) nella quale ecobonus, incentivi e SuperDazi mostrano la reale confusione che regna sovrana a Bruxelles. (Link) e spiegano bene la vacuità dei Superdazi che ci portano dritti ad una possibile nuova guerra contro Trump per i superdazi del 50% alla componentistica (Link).
Eppure in questo ginepraio siamo riusciti a spiegarVi come l’Auto elettrica abbia ben svolto il compito di ammazzare le Utilitarie (Link) ed il Mass Market (Link); mentre poco dopo i vari dietrofront sul no alle endotermiche, ed infine il rischio che l’Europa diventasse terra di licenze per le linee produttive asiatiche(Link) da esportare in Africa, tutto ciò ci ha spinto ad aprire un faro su un possibile equivoco: cosa è davvero “vecchio” e nuovo” nel mondo 100% elettrico (Link)?
Ed alla fine non è stato meglio per molti “perdere tempo” invece che buttarsi a picco nella concorrenza immediata dentro un mercato impazzito?( Link)
Ovviamente in questo il ruolo di strumento di confusione di massa delle Hybrid viene spiegato benissimo nel senso di una chiave di volta per riportare in su i Listini (Link); mentre il rischio rincari per le multi alimentazioni per endotermiche e Hybrid (Link) ci ha spinto a ricordare che fra i Guru dell’etanolo per combustibile ci fu Raul Gardini (Link); ed abbiamo voluto ricordare, nella menzione anche al mercato del GNL, come le multi alimentazioni possano essere anche un motivo di risveglio dell’Usato (Link).
L’auto costa più cara? Ma per carità, il problema è che non sanno più venderla
così come è il mercato auto è in crisi? Lo dicono gli altri, ma noi spieghiamo perché il problema delle vendite risiede nei Dealer (Link) e non certo nel prezzo di acquisto aumentato (Link) visto che abbiamo dimostrato l’esatto contrario (Link).
Ed allora, cosa frena le vendite di auto in Italia ed Europa ??Leggetelo Voi da noi, (Link) anche se in Italia il problema è sempre il benaltrismo (Link) mentre invece noi crediamo che in Italia sia arrivato il momento buono per fare chiarezza sul Made in Italy: se ne parla troppo e ce n’è sempre meno in giro (Link)
Ed alla fine ci pare proprio il caso di rinnovare l’atroce dubbio: ma non è che in Europa l’Automotive sta ritornando ad essere una proprietà degli Stati nazionali, e che la strategia di indebolimento dei Costruttori sia funzionale ad un passaggio di consegne che riporterebbe il mercato a quel che fu fino al secondo Dopoguerra? (Link).
Nulla di male, ma se io dovessi scegliere se consegnare il patrimonio Automotive europeo ai Governanti in giro per i diversi Stati o se cederlo ai cinesi, non avrei dubbi: la Cina è in questo caso molto più vicina. E più affidabile.
Riccardo Bellumori