Se è vero che almeno una volta nella vita tutti abbiamo sognato di essere a volante di una Ferrari rossa fiammante vale la pena visitare la città di Maranello. Maranello, in Emilia, è il tempio del mito Ferrari. L’azienda rappresenta una parte strutturale del tessuto urbano. Percorrendo le strade del centro abitato si incontrano nell’ordine; la fabbrica Ferrari, il mastodontico complesso dedicato alla Scuderia di Formula Uno ed il non meno affascinante museo Ferrari. C’è un filo rosso che unisce questi luoghi ed è fisicamente visibile sui merciapiedi della città di Maranello e che guida i visitatori attraverso i luoghi simbolo del marchio che non ha voluto perdere il legame con la sua terra di origine.
Inutile dire che Maranello è letteralmente invasa, in ogni stagione ed agli orari più disparati, da tantissimi appassionati di auto che vi giungono curiosi ed entusiasti. Del resto non è raro udire il rombo di una Ferrari e vederla sfrecciare su strada. I club della “rossa” sparsi per tutto il mondo organizzano periodici raduni e l’azienda è solita effettuare i giri di prova delle nuove vetture nelle strade adiacenti l’impianto produttivo.
Gli spazi espositivi sono ampi e ben organizzati. E’ possibile prenotare una guida o prendere con se un’audio guida che vi farà strada. All’interno del Museo, oltre al Ferrari Store ove è possibile acquistare il merchandising ufficiale Ferrari, è presente una ampia zona bar con spazi dedicati all’interno e nell’adiacente giardino esterno della struttura.
Come per altre iconiche aziende dell’auto il museo occupa un edificio specifico. All’ingresso spicca un enorme cavallino rampante e si è subito circondati da un’atmosfera che unisce l’ambito del motorsport, che per Ferrari significa soprattutto Formula 1, alle vetture stradali del brand.
Fanno bella mostra di se veri e propri mostri come la FXX K; prodotta dal 2014 al 2015 in pochissimi esemplari è una poderosa ibrida che abbina ad un potente V12 benzina da 860CV un propulsore elettrico da 190CV.
Nelle sale successive troviamo le supercar Ferrari per antonomasia; F40, F50, Enzo, LaFerrari. Poste una accanto all’altra costruiscono un tragitto visivo che permettere di comprendere come il marchio abbia affrontato con coraggio un cambiamento stilistico e tecnico di assoluto rilievo.
Caratteristica del museo è quella di creare un’atmosfera immersiva che avvicina il visitare alle auto senza porle su piedistalli o circondate da barriere protettive. Tutti posso avvicinarsi scattare una foto o farsi ritrarre con le auto. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non è il rosso l’unico colore delle auto esposte. Spicca ad esempio il bellissimo giallo sgargiante della nuova F12tdf. La F12tdf da 780CV sarà prodotta in 799 esemplari e promette di superare agilmente i 320Km/h.
Lascia a bocca aperta la bellissima quanto esclusiva F60 America prodotta in soli 10 esemplari. La roadster celebrativa del Cavallino richiama la storica Ferrari 275 GTS che nel 1967 correva con la scuderia North America Racing Team, caratterizzata dalla carrozzeria blu con le strisce bianche sul cofano, proprio come la F60 America. La livrea blu con la caratteristica banda bianca sul cofano della F60 riprende i colori dello storico team da corsa “Nart”: North America Racing Team, fondato dall’italiano Luigi Chinetti. È stato pilota, importatore di Rosse oltreoceano, unico concessionario Ferrari per gli Stati Uniti per un gran numero di anni. Da team manager, vinse la 24 Ore di Le Mans del 1965 con il futuro Campione del Mondo di Formula 1 Jochen Rindt; due anni dopo, la 330 P4 iscritta dalla Nart andò a completare il podio Ferrari più famoso della storia dell’endurance, quello di Daytona ’67.
Inutile parlare del costo che si aggira intorno ai 2,5 milioni di euro e che è solo la punta dell’iceberg di questo concentrato di design e prestazioni. Concepita per celebrare i 60 anni di Ferrari in America la F60 monta un V12 6.3 capace di erogare 740CV che blocca lo 0-100Km/h in 3,1 secondi.
Recentemente Sebastian Vettel ha dichiarato: “Correre per la Ferrari è stato il mio sogno fin da quando ero bambino e sto vivendo un’avventura stupenda a Maranello” ed ha anche aggiunto che “quando si è piloti della Ferrari c’è sempre enorme pressione, ma la mia passione per questo marchio supera di gran lunga la pressione, quindi sono felicissimo di gareggiare per questo team”.
Facile capire perché tra tante bellissime auto l’attenzione dei visitatori del museo sia calamitata dalle monoposto di Formula 1. C’è posto per tutte dalla 312T del 1979 alle vincenti Ferrari dell’epopea Schumacher. All’interno dell’area espositiva è stato allestita anche una sala cinema dove rivedere le immagini più belle dei campionati Formula 1 di ieri e di oggi. E’ inoltre presente un avanzato simulatore di guida dove vivere in prima persona l’esperienza di un giro di pista bordo di una Ferrari. Per tutti, inoltre, l’esperienza unica di provare a sostituire gli pneumatici dell’attuale Ferrari di F1.

Il biglietto intero costa 15 euro, 13 euro per gli studenti e gli over 65 mentre fino ai 19 anni l’ingresso è offerto a 5 euro. Tutte le ulteriori informazioni per organizzare al meglio la vostra visita le trovate sul sito internet del museo http://museomaranello.ferrari.com/ .
Inoltre da poco è stato aperto al pubblico il Museo Enzo Ferrari di Modena. Accanto all’officina restaurata in cui lavorava il padre di Enzo è possibile immergersi nell’adiacente, ed avveniristico, padiglione da 2500 metri quadrati che ospita, insieme a molte vetture, il racconto dei 90 anni di vita di Enzo Ferrari. Oltre a tariffe dedicate è possibile usufruire di una comoda navetta che dal museo di Maranello conduce a quello di Modena e ritorno.








Il design è da vera monovolume con i montanti alti ed il bagaglio poco spiovente. Bello trovare le porte scorrevoli laterali ad apertura elettrica controllabili sia dal telecomando che dall’interno della vettura. Il frontale si ispira agli stilemi del marchio spagnolo con linee fluide ma al contempo nette. Il retrotreno è caratterizzato dai proiettori led che ricordano la berlina Leon “Leon” ma presentano un fascio di luce più corposo e luminoso.
All’interno è evidente la qualità dei materiali e degli assemblaggi. Le plastiche della plancia sono morbide e trasuda cura anche dai pannelli delle portiere. Il sistema di infotainment è decisamente valido ed intuitivo. Dotato di un utile sensore di prossimità consente di non distogliere lo sguardo dalla guida poiché trasmette tutte le informazioni anche allo schermo a colori presente al centro del tachimetro. E’ possibile connettere il telefono via bluetooth, Aux, usb ed è anche presente un lettore per le schede di memoria Sd. Insomma per un viaggio comodo ed all’insegna della musica c’è davvero tutto considerando anche la buona qualità del sistema audio.
La capacità di carico è assolutamente da record. In configurazione 5 posti parliamo di ben 955 litri. Se si viaggia in 7 si può ancora contare su 300 litri di spazio!.



Abbiamo provato la Mito Super motorizzata col 1.400 cc MultiAir Turbo da 140 CV. Il messaggio che arriva dal motore è chiaro; potenza subito e massima reattività. A semaforo verde scatta sicura grazie al motore benzina che garantisce una progressione degna di nota. Certo i cavalli non sono tantissimi ma si danno un gran da fare sia nel circuito urbano che su quello extraurbano. Le sospensioni smorzano bene le asperità ma i cerchi da 18″ conferiscono maggiore rigidità alla vettura. In generale ottima l’insonorizzazione peccato però per la scarsa visibilità posteriore. Le manovre in retromarcia sono infatti complicate dalle dimensioni del lunotto ma si può fare affidamento sui sensori di parcheggio. Questi ultimi sono un accessorio che vale la pena prendere in considerazione al momento dell’acquisto poiché, oltre a non aggravare troppo la spesa, sono molto utili date le forme “sinuose” della Mito.



La 911 torna a stupire con il nuovo modello ed è più Porsche che mai.
Il motore è un corposo benzina 2.981 cm³ da 420CV (309KW) capace di uno scatto 0-100km/h in 4,4 secondi. La versione in prova monta, inoltre, il prezioso (e non solo per il prezzo!) cambio automatico PDK a 7 rapporti che blocca lo 0-100 a 4,0 secondi in modalità sport plus. Divertimento assicurato dunque. La coppia di 500Nm consente un brillate 80-120km/h in soli 2,5 secondi e sembra davvero di spiccare il volo. Attenzione a non farsi prendere la mano però!.
Il modello in prova è inoltre dotato della trazione integrale. Non si tratta certo di una configurazione inusuale per una Porsche. Si deve ricordare che già nel 1984 la Porsche 953 coinvolta nella leggendaria Parigi-Dakar aveva quattro ruote motrici. Avere a disposizione quattro ruote motrici offre maggiore controllo in curva e permette di gestire meglio l’elevata coppia garantendo sempre un’aderenza ottimale su tutte le superfici. Insomma gli appassionati della 911 potrebbero preferire la trazione posteriore ma alla prova dei fatti la trazione integrale si rivela equilibrata e mai eccessivamente invasiva rispetto al piacere di guida. A corredo della configurazione 4S Porsche offre una esclusiva fascia led a congiunzione dei due proiettori posteriori. Si tratta di una soluzione estetica che valorizza il design ed è in comune con la nuova 911 Targa.





Il museo si sviluppa su due piani ed è visitabile dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.
Il museo ospita tutte le vetture più emblematiche del marchio delle supercar. Il percorso espositivo consente di avere una panoramica di un brand proiettato sempre più verso la mobilità di domani. Basta poco per capire quanta passione e avanguardia trasudi dalle Lamborghini di ieri e di oggi. Il sogno di Ferruccio è più vivo che mai.
Presso il secondo piano del museo è inoltre esposto lo studio stilistico condotto da Lamborghini nel 2006 avente ad oggetto una futuribile Miura. Purtroppo questo sogno non si è ancora tradotto in una vettura stradale.

Sono pochi i brand ad aver scritto, ed a scrivere tutt’ora, pagine indelebili della storia dell’automobilismo.





La tecnologia a bordo non manca grazie alla connettività mirror link si può collegare facilmente il proprio smartphone alla vettura. La comoda, seppur perfettibile,
Parte integrante del sistema esp è anche l’ausilio alla partenza in salita (di serie), che nelle partenze in pendenza impedisce l’arretramento della vettura, mantenendo la pressione frenante quando il guidatore sposta il piede dal pedale del freno all’acceleratore.
Insomma la tanta qualità costruttiva e percepita rendono questa smart ideale per vivere la città a 360 gradi. Per chi volesse farne un valida compagna anche al di fuori delle strade urbane consiglio la versione da 90CV capace di garantire comunque consumi esigui ma con prestazioni migliori.




La versione che abbiamo guidato è la


Sicuramente 500X non è un SUV noioso e non è la tipica macchina grande fuori ma piccola dentro, come spesso succede. Se vale o no la pena di comprarla questo lo lasciamo scegliere a voi. 
Ho provato Ford C-Max per oltre mille chilometri rimanendone molto soddisfatto.
Il
Gli optional sulla versione Titanium X sono davvero tanti. Dal climatizzatore automatico bizona al touchscreen da 8″ passando per il sensore di pioggia che attiva automaticamente i tergicristalli.
Il sistema di infotainment è dotato della tecnologia sync2. Quest’ultima, sviluppata da Microsoft, garantisce una piena compatibilità tra il proprio cellulare e la vettura. Tutto è intuitivo e a portata di mano. Dal touch si gestisce navigazione, telefono e persino clima mantenendo sempre gli occhi sulla strada.
Spazio a volontà e qualità al top. Una vettura con un rapporto qualità prezzo così è difficile immaginarla. Peccato solo che i fari posteriori non siano a led come le posizioni anteriori. Insomma qualche difetto dovevo pur trovarlo.

