Nelle giornate della competizione Blancpain GT Series, l’attenzione degli appassionati di motori non si è concentrata soltanto sulla pista: nei box infatti è stato possibile ammirare da vicino la splendida Pagani Huayra, uno dei simboli della Motor Valley romagnola.
Grande successo anche quest’anno per il Blancpain GT Series – Sprint Cup, uno dei più prestigiosi eventi sportivi automobilistici del calendario internazionale, ospitato come ormai da tradizione sull’asfalto del Misano World Circuit in Emilia Romagna. Oltre che alle vetture in gara, però, gli occhi degli spettatori sono stati catalizzati anche dalla presenza ai box di un’auto speciale come la Pagani Huayra, affiancata da una originale supercar tutta elettrica e made in Italy.
Battaglia in pista. Facendo un piccolo passo indietro, bisogna ricordare che sulle curve dell’impianto intitolato a Marco Simoncelli hanno brillato le 11 Ferrari che hanno gareggiato nelle varie classi, e per la precisione nella Overall e nella Iron Cup per gli over 60 (mentre la Xtra Cup, destinata a vetture provenienti dai trofei monomarca, non ha visto Ferrari al via). Tra i modelli che hanno sprintato citiamo solo la 488 GT3 del team AF Corse e la 458 Italia, che hanno affascinato come di consueto i fan.
Non solo spettatori. Notizia importante, poi, è la conferma del tracciato romagnolo tra le piste presenti nel catalogo di Rse Italia: questo significa che anche quest’anno è possibile acquistare uno dei pacchetti presenti sul sito per guidare una supercar, come appunto la Ferrari 488 o la Ferrari F430, lungo il circuito di Misano, trasformandosi per un giorno da spettatori a piloti.
La Pagani in mostra. E mentre in pista sfrecciavano le supercar impegnate nelle varie gare delle Blancpain GT Series, come accennato, c’erano due vetture ferme ai box che hanno incuriosito molto le persone accorse a Misano. Difficile infatti staccare gli occhi dalla Pagani Huayra, secondo modello nato dalla casa automobilistica fondata da Horacio Pagani a Modena, e quindi ulteriore simbolo dell’eccellenza della Motor Valley d’Italia.
Una vettura dai numeri impressionanti. La supercar, il cui nome deriva dal dio del vento sudamericano Huayra-tata, che secondo la mitologia comanda le brezze della cordigliera andina, è spinta da un motore Mercedes – AMG biturbo da 5.980 cm cubi, in grado di toccare i 370 km/h di velocità, mentre il telaio è realizzato in carbonio-titanio con doppi fari allo xeno e quattro terminali di scarico. La versione presente in esposizione a Misano era equipaggiata secondo il “Pacchetto Tempesta”, con nuovi ammortizzatori, appendici aerodinamiche differenti e uno scarico in titanio.
Il prototipo elettrico. Molto successo lo ha riscosso anche la HIZEV, un prototipo di auto elettrica completamente “made in Italy” realizzata da un consorzio di piccole e medie imprese in collaborazione con ENEA, che potrebbe aprire a una nuova era per la propulsione alternativa: oltre ai parametri di basso impatto ambientale, infatti, l’auto vanta anche prestazioni da vera supercar, grazie soprattutto a una trazione integrale con avantreno motorizzato, un azionamento elettrico da 150 kW, il retrotreno con due motori da 100 kW ciascuno e differenziale elettronico a controllo vettoriale.
Una supercar elettrica di lusso e prestazioni. Dal punto di vista della velocità, la HIZEV è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in meno di 3,5 secondi e può raggiungere i 300 chilometri orari, così da non sfigurare nel paragone con le tradizionali auto premium.






Esternamente, la nuova versione della Ateca si distingue dalla XCellence per la presenza del logo FR sulla parte anteriore e posteriore, nonché per la presenza i mancorrenti al tetto e le cornici dei finestrini di colore nero, come ulteriore segno distintivo. Guardando più da vicino la parte anteriore, spiccano la griglia, dall’esclusivo design in nero lucido, e i fari fendinebbia a LED, che sfoggiano l’esclusivo design FR. Stesso trattamento per i paraurti tipici FR in tinta con la carrozzeria, sul lato posteriore.

Il design dell’esterno è tutta un’altra cosa rispetto alla precedente generazione. Linee più marcate ed ampia calandra anteriore le conferiscono un look più deciso. Validi i cerchi in lega da 15″ che sono opzionali ma che consiglio. Nel posteriore spicca l’ampio portellone che garantisce al bagagliaio una soglia di carico bassa ideale per chi deve riporvi oggetti pesanti. 
Sul fronte della sicurezza la piccola di casa Ford non teme le rivali. Dotata di ben 6 airbag (frontale/laterale guidatore e passeggero – a tendina anteriori e posteriori) può anche contare sul sistema Sync che in caso di incidente fa partire automaticamente una chiamata di emergenza avvisando i soccorsi.





Questo 2.0 TDI da 184CV è la punta di diamante delle motorizzazioni disponibili su Golf Alltrack. Si tratta di un motore estremamente prestante che offre i cavalli giusti ma consumi ridotti
All’interno plancia molto razionale e solida. Le plastiche sono tutte morbide e c’è grande attenzione ai dettagli; non stupisce che i vani portaoggetti siano foderati per evitare rumori durante la marcia causati dagli oggetti lì riposti. Molto comodi i sedili specifici (volendo si possono scegliere in pelle) che insieme alla pedaliera in alluminio ed al battitacco dedicato valorizzano il carattere fuori dagli schemi di Golf Alltrack. Le luci interne sono tutte led.
Il listino prezzi parte dai 29.500 euro per il 1.6 TDI da 110CV. Per il 2.0 TDI da 184CV si devono spendere 34.650 euro. Va detto che sono numerosi gli accessori disponibili per Golf Alltrack ed i prezzo può lievitare facilmente. Cifre queste che potrebbero sembrare cospicue ma bisogna anche ricordare ciò che la vettura ha da offrire in termini di comfort e qualità.





Inutile dire che Maranello è
Come per altre iconiche aziende dell’auto il museo occupa un edificio specifico.
Caratteristica del museo è quella di creare un’atmosfera immersiva che avvicina il visitare alle auto senza porle su piedistalli o circondate da barriere protettive.
Recentemente Sebastian Vettel ha dichiarato: “Correre per la Ferrari è stato il mio sogno fin da quando ero bambino e sto vivendo un’avventura stupenda a Maranello” ed ha anche aggiunto che “quando si è piloti della Ferrari c’è sempre enorme pressione, ma la mia passione per questo marchio supera di gran lunga la pressione, quindi sono felicissimo di gareggiare per questo team”.







Il design è da vera monovolume con i montanti alti ed il bagaglio poco spiovente. Bello trovare le porte scorrevoli laterali ad apertura elettrica controllabili sia dal telecomando che dall’interno della vettura. Il frontale si ispira agli stilemi del marchio spagnolo con linee fluide ma al contempo nette. Il retrotreno è caratterizzato dai proiettori led che ricordano la berlina Leon “Leon” ma presentano un fascio di luce più corposo e luminoso.
All’interno è evidente la qualità dei materiali e degli assemblaggi. Le plastiche della plancia sono morbide e trasuda cura anche dai pannelli delle portiere. Il sistema di infotainment è decisamente valido ed intuitivo. Dotato di un utile sensore di prossimità consente di non distogliere lo sguardo dalla guida poiché trasmette tutte le informazioni anche allo schermo a colori presente al centro del tachimetro. E’ possibile connettere il telefono via bluetooth, Aux, usb ed è anche presente un lettore per le schede di memoria Sd. Insomma per un viaggio comodo ed all’insegna della musica c’è davvero tutto considerando anche la buona qualità del sistema audio.
La capacità di carico è assolutamente da record. In configurazione 5 posti parliamo di ben 955 litri. Se si viaggia in 7 si può ancora contare su 300 litri di spazio!.



Abbiamo provato la Mito Super motorizzata col 1.400 cc MultiAir Turbo da 140 CV. Il messaggio che arriva dal motore è chiaro; potenza subito e massima reattività. A semaforo verde scatta sicura grazie al motore benzina che garantisce una progressione degna di nota. Certo i cavalli non sono tantissimi ma si danno un gran da fare sia nel circuito urbano che su quello extraurbano. Le sospensioni smorzano bene le asperità ma i cerchi da 18″ conferiscono maggiore rigidità alla vettura. In generale ottima l’insonorizzazione peccato però per la scarsa visibilità posteriore. Le manovre in retromarcia sono infatti complicate dalle dimensioni del lunotto ma si può fare affidamento sui sensori di parcheggio. Questi ultimi sono un accessorio che vale la pena prendere in considerazione al momento dell’acquisto poiché, oltre a non aggravare troppo la spesa, sono molto utili date le forme “sinuose” della Mito.

