Se vi è mai capitato di entrare in una concessionaria e di sentirvi come se il venditore fosse un robot programmato per spillarvi più soldi possibile, beh, non vi sbagliate.
Ma ora la casa automobilistica cinese Chery vuole passare al livello successivo, mettendo letteralmente dei robot nello showroom per vendere le auto.
Al Salone dell’Auto di Shanghai del mese scorso e in occasione di un importante evento per i concessionari, Chery ha presentato Mornine, un robot a forma di Stormtrooper umano che, a giudicare dai capelli lunghi, dai seni assolutamente non necessari e dal sedere stranamente bulboso, è stato evidentemente progettato da un team di ragazzi.
La casa automobilistica pensa che Mornine, che può camminare (male), parlare, avere mani di forma umana e la tecnologia DeepSeek AI, potrebbe essere utilizzato per servire bevande e rispondere alle domande dei clienti sulle dotazioni e sulle specifiche tecniche di un’auto, come riporta Auto News.
Uno dei concessionari con cui ha parlato il giornalista di AN pensava che i robot potessero costare 50.000 euro (57.000 dollari) l’uno, ma non era disposto a impegnarsi ad acquistare uno dei 220 esemplari che Chery dice di voler consegnare ai concessionari quest’anno senza conoscere il prezzo finale. Tuttavia, Chery ha rivelato che un robot è già in funzione in uno showroom malese.
IL FUTURO IN CINA
Gli acquirenti cinesi, e in particolare quelli più giovani, amano la tecnologia e Chery pensa che la presenza di Mornine in un concessionario possa aumentare il traffico negli showroom. Ma questa è solo una piccola parte del piano più grande che Chery ha per far crescere la sua attività di robot Aimoga così tanto da ridurre l’unità auto a un’attività secondaria. L’azienda ha anche un cane robot per le persone che non possono avere un vero cane o che sono semplicemente stufe di raccoglierne le cacche.
Il presidente di Chery International, Zhang Guibing, non pensa ad Aimoga come a un semplice accessorio per auto, ma come al “vero futuro” dell’azienda. E perché non dovrebbe? I robot non chiedono sussidi, non si danno mai malati e, se sono fortunati, potrebbero persino sostituire intere industrie.