Ha compiuto mezzo secolo nel 2022, in una cornice purtroppo tragica di guerra tra il suo Paese di origine e l’Ucraina.
E forse questo avrà pregiudicato contro la sua stessa volontà l’immagine di uno degli unici due simboli rappresentativi per longevità del fuoristrada europeo esteso, se nell’area continentale europea inseriamo anche la propaggine dell’Est estremo e degli Urali.
La “UAZ 469B” poi diventata nel tempo – provvisoriamente – 31512 per poi tornare in un breve periodo, sempre in Russia, “469B” ed essere riproposta ed esportata anche per la gioia di appassionati e fuoristradisti imperterriti come “UAZ Hunter”.
Parliamo dell’altra unica icona originaria di un disegno ed uno schema “Off Road” che per longevità di rispetto dello schema originario vede come unico contraltare europeo nientepopodimeno che la “G-Klass” di Mercedes, nata nel 1979 e rimasta fedele all’impronta stilistica cui ha lavorato il Maestro Bruno Sacco e che è appunto il contraltare i questo solo alla “Hunter” che ricalca fedelmente linea e attributi che sono nativi nel modello del 1972 creato e prodotto nello Stabilimento di Uljanovsk in Russia.
A compendio di queste dinastie ed intorno a loro si è creato un vuoto: la “Land Rover Defender” figlia diretta della capostipite del 1948 è stata tolta di produzione da anni ed al suo posto è pervenuto il nuovo modello “Tata Approved” che se non offre il fianco a limiti e pregiudiziali tecnologici che potevano riferirsi alla “vecchia” Defender, di sicuro non ha però il fascino eterno e quasi sacro per i puristi che aveva la classica Land Rover.

La più longeva delle Offroad “Original”: Lei
Neppure è il caso di parlare della situazione in Jeep dove “CivilianJ7” (con le leggendarie versioni “Golden Eagle”, “Laredo”, “Wrangler” e “Renegade”) e la storica “Cherokee” sono ormai nel limbo della memoria passata, retaggio di un’epopea che da FCA a Stellantis nessuno ha più neppure interesse a riscoprire nemmeno nella dimensione “Heritage”.
Ovviamente il vento della modernizzazione non ha risparmiato neppure le esponenti giapponesi di Toyota Land Cruiser ed LJ, la Nissan Patrol e la Pajero di Mitsubishi, tutte fagogitate dalla neo modernità che ha però tagliato di parecchio il sentimento e l’onorabilità del fuoristrada tutto di un pezzo.
Tutte tranne lei e la più piccola esponente russa del 4×4, cioè la Lada Niva: ma se pensate di trovarvi di fronte al “classicamente narrato” mezzo russo fatto con i longheroni per edilizia catramati, la ghisa pesante e il fil di ferro per tenere tutto insieme siete fuori strada più della Gippona UAZ che al contrario delle metafore e delle favolette che vengono dette, in modo forse persino ormai stantio, è stata ed è tuttora uno dei mezzi preferiti dai fuoristradisti professionali che impazziscono dalla voglia di galleggiare in mezzo a guadi di fango, che superano pendenze di 40 gradi come se fossimo in pianura e che fanno dell’utilizzo estremo dei fuoristrada un motivo di orgoglio.
Ai più avventurosi la serie “469” ed “Hunter” ha regalato e continua a regalare solidità senza tempo, essenzialità di meccanica e suppellettili che permettono di gestire il post guado di fiumi e torrenti alti un metro con la semplice esposizione della loro fedele Uaz al sole ed al vento: la supremazia manifatturiera di acciaio, alluminio e solide plastiche di rifinitura non lascia spazio a pelli, vellutini o tappezzerie che si rigonfierebbero di acqua e di muffa.
Certo, con la dotazione che prevede sedili completamente regolabili e tappezzeria lavabili, climatizzatore (opzionale), cruscotto/pulsantiere/leveraggi di foggia moderna, leggibili e didascalici la vita a bordo è decisamente più confortevole delle prime “469B” di mezzo secolo fa con due soli quadranti sul dashboard di nudo metallo e strapuntini fissi in tessuto a coprire molloni e tubi di struttura che non mettevano granchè a proprio agio.
E dimenticate pure senza timori il classico rumore di vele al vento che dava il vecchio sistema di telonatura (peraltro comune nei disagi a quelli di Jeep, Land Rover, Fiat Campagnola ed off-road giapponesi) e godetevi l’ambientazione più confortevole e domestica del tetto rigido o della cellula in acciao vetrata che di fatto è il tetto classico anche nella “Hunter”.
Tradizione ed innovazione: non è solo slogan
Ma quel che rende la attuale “Uaz” erede del meglio della “469B” e testimone al futuro dell’aggiornamento tecnologico necessario per la mobilità moderna, è la equilibrata fusione di tradizione e modernità al punto giusto: il fuoristrada puro si affronta (come nella eccellenza consolidata di settore) non certo con il telaio monoscocca portante a gusci saldati, ma con il classico e rassicurante chassis innervato e perimetrato da longheroni a sezione quadra e traverse intervallate; una struttura che si dispone longitudinalmente come un poligono a sezioni variabili che dalla parte anteriore, più ristretta, percorre il sottoscocca allargandosi fino alla estremità posteriore; nella fattura moderna questo chassis ha migliorato punti di fusione e modalità di saldatura, si avvale di trattamenti anticorrosione attualissimi e nella sua concezione progettuale è fornito di tutte protezioni sottoscocca in grado di proteggere le componenti accessorie più esposte inferiormente (condotti di scarico e tubazioni longitudinali ad esempio ma anche la classica coppa dell’olio) e di evitare punti di accumulo di terra, neve o sale corrosivi; ovviamente l’impianto frenante(dischi+tamburi), cambio e trasmissione sono in linea con i canoni della migliore produzione mondiale, e la guidabilità e l’assetto sono decisamente più rassicuranti e proattivi grazie ai quattro ammortizzatori telescopici “molleggiati” da balestre per l’asse posteriore e da molle elicoidali sull’asse anteriore.
Tutto questo, sia chiaro, senza stressare la carrozzeria di copertura poiché le sospensioni sono ancorate solidarmente con lo chassis a longheroni e traverse.
Se non ci credete provate a chiedere a chi ha un “469B” o un “Hunter” usato prevalentemente in montagna, o sulla neve o nello sterrato boschivo (pieno di radici affioranti, pietre e fango) quante volte ha dovuto affrontare bolle di ruggine, corrosione passante o peggio la rottura improvvisa di un componente essenziale della loro bambina.
Perfetta per il “Fuori”, gradevole e protettiva su Strada
E con la perfetta geometria di angoli di attacco e di impronta perimetrale a terra delle ruote in linea con gli ingombri esterni del corpo vettura, la “Hunter” si arrampica dovunque con le sue belle ruote in lega a 16”, ma soprattutto ha un assetto sicuro in ogni condizione di fondo: le geometrie canoniche, il dislocamento delle masse, il punto di baricentro ed il peso più che ragionevole pongono la classica “Hunter” in una dimensione di quasi imbattibilità su neve e fango ma di sufficiente sicurezza su asfalto a patto di non esagerare. Ed in effetti, analizziamo i numeri fondamentali di “Hunter”.
In una abitabilità ottima per cinque persone il “guscio” in ottimo metallo al 100% (come amano sottolineare in Uaz Italy) fornisce ingombri massimi più che ragionevoli (lunghezza 4,10 mt; larghezza fuori tutto 2,10 mt.; Altezza 2 mt; ben 21 cm. di altezza minima dal suolo ed un peso di 1810 Kg. in ordine di marcia. Tutto questo quadro è canonico per ogni fuoristrada degno di questo nome: avete mai provato a fare Off-road con transatlantici vicini ai 5 metri di larghezza e da due tonnellate e mezza?
Anche la base meccanica non lascia spazio a dubbi: Hunter è perfetta per l’uso cittadino e familiare, validissima per l’uso professionale, insostituibile per il tempo libero. Il motore da 2.693 cc. quattro cilindri ha nella alimentazione monofuel a benzina 135 cv e ben 210 Nm a solo 2.500 giri.
La trazione è canonicamente 4×4 inseribile ed il cambio (Hyundai Dimos) ha le ridotte più cinque marce di base.
L’utilizzo a bordo è di razionalità “vecchio stampo” oggi introvabile con la chicca dei due sedili posteriori abbattibili 2/3 (cioè lasciando posto ad una sola ovvero a due persone sedute dietro) per far carico ad un ottimo bagagliaio.
Hunter: praticamente eterna
Ma soprattutto “Hunter” è solida: le tante Uaz importate in questo hanno superato la classica e prima obiezione di comodo dei rivenditori di marchi nazionali e concorrenti in Italia: “Ehhhh…..Ma sai che casino farle riparare??? Ma dove lo trovi un meccanico e pezzi di ricambio per le officine???”.
In verità i meccanici comuni nella loro esperienza di officina da un lato non conoscono le “Uaz” e dall’altro le detestano per gli stessi motivi per cui non le conoscono: Uaz “469B” ed oggi “Hunter” hanno sempre permesso agli affezionati proprietari di coccolare la loro amica con le operazioni manutentive di routine, affidandosi però con sicurezza ad una Rete diretta e/o convenzionata per gli interventi più delicati ed impegnativi di prolungamento della vita e della fruibilità dei loro mezzi.
La ottima responsabile Marketing e Comunicazione dell’attuale “UAZ Italy” a Siena, la cortese Valentina Valiani con cui “Autoprove” ha condiviso un momento di dibattito e confronto, mi perdonerà se alla mia augusta età ricordo tutte le volte che ho assecondato la mia passione innata verso il “469B” andando a trovarlo fisicamente ed in tutta la sua bellezza presso l’allora importatore “Martorelli” in provincia di Roma; era la prima metà degli anni ’80 e di questo fuoristrada si cominciavano a vedere i primi esemplari in giro anche in Italia.
Ovviamente all’epoca, come immatricolato autocarro e praticamente venduto nel solo allestimento telonato, il motore di riferimento era un circa due litri Diesel di matrice Peugeot (vado a memoria) e il suono roco e cavernoso della “469B” si faceva riconoscere a distanza. Iniziava però il tam tam mediatico di Stampa e TV che nel riprendere le prime Gare di fuoristrada mostrava la mia beniamina affondare dentro una gola piena di fango e riuscire sbuffando di vapore e di fumo risalire senza battere ciglio una salita praticamente verticale aggrappandosi ai suoi “gommoni” e potendo contare su angoli di attacco da far invidia alle “regine” Land Rover.
Uaz Italy: organizzazione esemplare, in attesa che torni a governare la pace
Oggi ovviamente la responsabilità commerciale di “Uaz” è nella rappresentanza perfetta e professionale di “Uaz Italy” che ha sede appunto a Siena e che da anni ha seguito e curato la clientela con una perfetta organizzazione di vendita ed una altrettanto completa rete di Assistenza, Service e Ricambi.
Certo, la presenza del conflitto bellico e dell’embargo di merci russe ha di fatto sospeso l’importazione anche qui in Italia di mezzi ma soprattutto ha caricato indirettamente la “mia” beniamina “Hunter” di una iconografia alla quale la piccolina rinuncerebbe volentieri: il collegamento con gli scenari di guerra.
La UAZ-469B è un fuoristrada sovietico costruito dalla UAZ a partire dal 1972 in sostituzione della GAZ-69 ed è in effetti la versione civile della UAZ-469, veicolo utility e comando militaredestinato a sostituire la GAZ-69 nelle sue diverse versioni in seno alle forze armate.
La gestazione del veicolo è stata particolarmente lunga e laboriosa, con i primi progetti risalenti al 1956 e con indirizzi tecnici più volte riveduti e corretti, frutto delle esigenze di creare un veicolo in grado di operare dalle temperature al di sotto dei -30 °C della Siberia fino ai 50 °C dei deserti.
Alla fine, soprattutto per ottenere un basso costo di produzione standardizzando quanto più possibile l’uso di componenti utilizzati per la produzione di altri veicoli, si optò per l’adozione della meccanica del furgone UAZ-452, in produzione presso gli stessi stabilimenti dal 1966, che a sua volta adottava trasmissione finale della GAZ-69 e motorizzazione della berlina GAZ M-21 Volga.
Dopo 10 anni di severi test volti ad assicurare ottime prestazione in fuoristrada, robustezza e affidabilità, la produzione ha inizio il 15 dicembre 1972 con l’uscita dalle catene di montaggio della prima UAZ-469B prodotta in serie.
La produzione cesserà a giugno del 1985, quando la UAZ-469B lascerà il posto alla UAZ-3151, portando con sé importanti modifiche sia meccaniche che estetiche al modello originario tra i quali differenziali con rapporti più lunghi, freni a doppio circuito, comando idraulico della frizione, ecc.
Inizialmente la UAZ-469B adottava il motore benzina UMZ-451M di 2445 cc.
Il posizionamento delle molle a balestra sopra i ponti, tipico dei veicoli da trasporto pesante fanno subito la gioia dei fuoristradisti estremi.
Nel 2016 la casa automobilistica russa, per adeguarsi alle nuove leggi sulla sicurezza, dota le nuove Hunter 31519 di spia ed avvisatore acustico di cinture di sicurezza non agganciate e di una terza cintura con ancoraggi ISOFIX posteriore per ancorare il seggiolino dei bambini .
Martorelli a partire dalla metà degli anni ’70 provvede a rimotorizzare la UAZ-469B, montando in alternativa al motore originale russo a benzina svariati motori: i Diesel Peugeot da 2100 cm³, 2300 cm³ e 2500 cm e infine il 2400 cm³ Turbo Diesel prodotto dalla VM Motori.
Hunter, l’icona che non ti aspetti anche Bifuel
Ed arriviamo ad oggi quando la datata ma inossidabile “UAZ-469B” rivive nella produzione della “Hunter” che per il mercato italiano vede come protagonista di punta la versione “Bifuel” con impianto GPL del poderoso 2.700 cc quattro cilindri che in questa opzione offre la risposta alle esigenze ecologiche e normative, una spinta poderosa e vecchia maniera ma anche il sicuro supporto di risparmio nell’uso di un mezzo polivalente come l’Hunter che al prezzo canonico paragonabile “fino a ieri” ad una media vetturagarantisce nella versione a tetto rigido – quattro porte e portellone posteriore – spazio per passeggeri ottimo davanti e dietro, ed ovviamente suppellettili e dotazione in grado di rendere gradevole e divertente ogni viaggio con una regina vecchio stile dell’Off Road avventuroso.
E se parliamo di prezzi reali, con riferimento ai listini ultimi appena precedenti allo scoppio della guerra russo ucraina, segnaliamo che una “Hunter” a benzina (alimentazione monofueldunque) era proposta al pubblico – fino a “ieri” – ad un prezzo di “soli” 22.500,00 Euro chiavi in mano.
E Vi assicuro che se anche fossero state presenti a confronto le versioni “Base” di Land Rover Defender 90 prima generazione e persino la serie “CJ7” vecchia maniera i loro prezzi di listino sarebbero stati esorbitanti rispetto alla simpatica “Hunter” in un ipotetico confronto.
Fino a ieri, dicevo: purtroppo il conflitto in corso ha bloccato le importazioni della “Hunter” e della Gamma Uaz in diverse aree tra le quali l’Italia.
E’ questo soprattutto il senso di dispiacere condiviso con Valentina. Ed ecco che l’augurio tardivo di un “Buon mezzo secolo, cara amica 469B ed Hunter” si sposa ad un invito: “ Che vinca la pace”.
E sarebbe davvero un evento straordinario se finita la guerra russo-ucraina la nostra beniamina Hunter, attualmente la più longeva e continuativa fuoristrada pura dell’industria mondiale,tornasse di nuovo anche in Italia.
Sarebbe il simbolo, dopo la sua nascita dentro un progetto di mezzo militare, della nuova pace scoppiata (speriamo tutti) in quei territori.
Buon compleanno, amica “Uaz”: spero di ritrovarti ancora per tanto tempo sulle strade, come una vecchia amica.
Riccardo Bellumori