Lada sfida Renault sul rientro in Russia

Il coinvolgimento degli Stati Uniti nella riabilitazione della Russia sta già prendendo forma e comincia a fare rumore.

Per ora, solo le aziende americane hanno mostrato interesse a tornare a Mosca, cosa che non è stata ripresa da nessuno dei marchi europei presenti nel Paese fino allo scoppio della guerra.

Inoltre, l’acquisizione di fabbriche come quella di Citroën da parte di marchi cinesi rende quasi impossibile la decisione di tornare in questo importante mercato colonizzato dai cinesi. Renault non ha dichiarato la sua intenzione di tornare, ma il grande Luca de Meo ha fatto alcune dichiarazioni interessanti che sono state colte dal suo ex principale partner nel Paese.

LADA ha recentemente mostrato le importanti innovazioni a cui sta lavorando, e che intende presentare nei prossimi anni, con la tecnologia del marchio francese, anche se più datata. Una nuova gamma di modelli creati con gli strumenti, i macchinari e i componenti che i francesi hanno lasciato in fabbrica e che i russi hanno messo a frutto.
Secondo fonti tedesche, il solo fatto che la casa automobilistica italiana stia considerando un ritorno in Russia come opzione, senza alcuna intenzione ufficiale, ha sollevato una tempesta nel Paese, che già vede erroneamente la casa automobilistica francese intenta a programmare un ritorno dopo la sua rapida uscita nel marzo 2022. Un errore notevole da parte dei russi, che ora capiscono che è in atto una tregua.

Tuttavia, l’ipotetico ritorno del marchio francese non sarebbe a buon mercato, perché Maxim Sokolov, CEO di Avtovaz, ha già chiarito che sta cercando di incassare. Secondo lui, Renault dovrebbe pagare 1,25 miliardi di euro “per recuperare i suoi ex beni russi”, il che suona più come il pagamento di un riscatto per un rapimento.

IL CONTO DALLA RUSSIA

Il pagamento sarebbe un indennizzo alla casa automobilistica russa per una serie di investimenti statali effettuati durante la sua assenza che, tra il 2022 e il 2024, sono ammontati a circa 730 milioni di euro e per i quali si sta pensando di investire altri 490 milioni di euro. Questi sarebbero destinati allo sviluppo dei progetti di nuovi modelli, tra cui il successore della LADA Niva.

Ma queste ingenti somme di denaro non sono frutto dei ricavi del costruttore, bensì di iniezioni statali, per cui se Renault dovesse riacquistare parte del capitale, Avtovaz sarebbe obbligata a restituire gli aiuti multimilionari ricevuti. Questo spiega perché Sokolov ha già fissato un prezzo per il ritorno di Renault in Russia, cosa che oggi sembra impensabile.

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