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Venditore Auto in Showroom: ruolo, competenze e sfide nella vendita moderna

Vendere, saper vendere, la vendita come un’arte o come una professione? Da mesi impazza dentro i dibattiti Social ed i Forum questa cantilena a volte persino stucchevole sulla prerogativa nobile del “saper vendere”, oppure su una presunta perdita di vocazione professionale su una attività cruciale che ormai mette dentro le  incombenze degli addetti o preposti sia il front che il back office con i potenziali Clienti. 

Ovviamente parliamo del settore Auto, con un focus rivolto soprattutto alla figura chiave e canonica del classico venditore di Showrooms rivolto al pubblico retail. Avete notato, a carico di questo profilo professionale, quali sono le tre domande più ridondate su Web e Social?

1)Perché non si trovano più in giro Venditori di talento o preparati?

2)E’ ancora importante il ruolo del Venditore di Salone, ed in che termini?

3)Quanto dovrebbe guadagnare un Venditore di Salone capace ed in grado di garantire risultati?

 

Se Vi siete accorti di questa serie di domande, avrete per Vostro conto formulato delle risposte ad Hoc? Bene, in caso affermativo o meno, godeteVi le risposte più plausibili che riteniamo di poter riservare, oggi, alla questione.

Sapete a quante cose deve fare attenzione un Venditore? Piccolo Vademecum

Prima di tutto però facciamo chiarezza su una cosa: il Venditore di Showroom deve per forza di cose oggi fare i conti con una panoramica di vendita fortemente “disaggregata”: la presenza contemporanea sul mercato di tre filosofie tecniche in termini di presenza sul mercato (auto elettrica pura, Hybrid a diversa alimentazione ed Endotermica più o meno “classica” visto che sia per la Benzina che per il Diesel sono ormai disponibili Kit per l’Ibridazione Aftermarket in aggiunta alla usuale offerta di Impianti a Gas per convertire i benzina e di addizione per i motori Diesel); oltre a questo abbiamo un confronto di Marchi Costruttori Europei ed Occidentali, giapponesi, coreani, cinesi ed asiatici (presenti in offerta attraverso Reti Ufficiali proprie, Reti di Importazione e Distribuzione autonome e distinte, e persino mediante accordi di “rebranding” ed assemblaggio in loco di vetture originarie di terzi Marchi); 

in aggiunta va ricordato come l’offerta di auto si articoli ormai strutturalmente attraverso gli strumenti di Vendita che di Noleggio, sia a privati che a Flotte, e ad organizzazioni complesse di una Gamma composta da Nuovo, Usato, Km Zero e persino – in ancora modestissima parte – mezzi convertiti o trasformati tramite Kit Aftermarket; e chiudiamo il cerchio con quello che potremmo definire “l’orizzonte contrattuale” della vendita: vendita canonica in contanti o con finanziamento di un’auto con o senza permuta da valutare e quotare; vendita “incentivata” da Bonus governativi o Captive legati a rottamazioni; vendita  infine  “pura” (solo l’autoveicolo prescelto) oppure – per le strutture di vendita che lo contemplino nel caso delle BEV o di alcune Hybrid– vendita “composta” da autoveicolo più strumenti e servizi di ricarica e chissà un giorno – forse – di Battery Swapping.

Ah, senza dimenticare il vero e proprio “ambito” di “Showroom”: perché non solo si è tornati, come fino a solo trenta anni fa, ad una nuova capillarizzazione dei centri vendita di Usato (in luogo degli Automercati ciclopici che nell’ultimo ventennio hanno sostenuto l’offerta centralizzata di auto derivanti da permute) che danno lavoro a centinaia di Agenti, ma lo stesso Showroom si è ormai “scisso” in più manifestazioni dell’essere. Abbiamo ancora (pochi) Showroom fisici ma nel frattempo l’approccio, la trattativa e persino la chiusura contrattuale virtuale e da remoto crescono nel corso degli anni alimentando l’esigenza di “televenditori” capaci di convincere anche a distanza un potenziale Cliente; ma lo stesso punto fisico di vendita si sta aprendo sempre più strutturalmente ai Centri Commerciali, agli eventi cittadini, alle Fiere e manifestazioni di piazza sempre più frequenti.

Quanta differenza fa, vero, rispetto a quando “ai miei tempi” la cosa più eversiva che poteva capitare ad un Venditore era la proposta del Noleggio a Lungo Termine in luogo della vendita o di una Ibrida ovvero Bifuel contro la endotermica classica e pura…Ma non è questa la sola differenza ambientale e contestuale che separa il venditore pre-Crack Lehman, pre- Dieselgate, pre-elettrificazione, pre-Automotive asiatico da quello attuale. 

In mezzo c’è una nuova visione da parte di Costruttori e Supplier che non sono più l’Europa e l’Occidente in generale –  con circa mezzo miliardo di potenziali acquirenti di auto – il classico centro del mondo: ormai sono Asia, India, Africa i nuovi orizzonti della mobilità di massa con un potenziale da soddisfare che vale quasi tre volte la “fame” di nuove auto che possiamo registrare qui da noi. Un discorso così globalista cosa c’entra con il profilo di venditore auto nostrano? 

C’entra perché il potenziale acquirente nazionale e più in generale occidentale è destinato a perdere di vista nella gamma rivoltagli tutta una serie di profili di offerta ai quali è stato abituato per decenni: meno corpi vettura disponibili, meno modulazione volumetrica (cioè una famiglia di motorizzazioni più ristretta), e soprattutto un gusto estetico ed accessoristico più votato al cliente extraeuropeo. 

Dunque per il Venditore si tratta anche di “destrutturare” dentro al potenziale acquirente tutto un retaggio od uno schema di aspettative basate su una vecchia e consolidata esperienza pluriennale di acquisto per introdurre nuovi schemi, nuovi Playerse nuovi paradigmi di vendita.

Nuove esigenze e motivazioni di acquisto da parte del Cliente. È bene conoscerle

In secondo luogo c’è per il venditore la esigenza di “soffiare” sul fuoco di nuove motivazioni di acquisto da parte del Cliente:emozione ed identità di Marca pesano ormai come utilitarietà pratica, garanzia dell’investimento e soprattutto esigenze ecologiche alla base.

E chiudiamo con un elemento davvero tornato in “auge” dentro agli Skills del Venditore di successo moderno: la capacità di “pesare” la trattativa di vendita secondo gli elementi discriminanti della stessa (Auto nuova venduta, auto vecchia permutata, valore del finanziato od acquisto Cash, e persino in eventualità il versante mediatico e Social plausibile di una vendita conclusa con un Cliente in grado, attraverso la propria promozione multimediale ovvero attraverso storie che il Dealer potrebbe attivare da sé stesso); questa capacità di “pesare” la vendita da svolgere diventa sempre di più un requisito vincente da parte di un Venditore perché:

​-A) Il Cliente è davvero più infedele di prima rispetto al suo Dealer o Marchio preferito e, visti gli importi in gioco, può sempre confrontare e scegliere alla fine il migliore dato economico complessivo della offerta di vendita di ciascun interlocutore commerciale;

​-B) La somma dei valori oggettivi dell’eventuale contratto di vendita (Valore del nuovo venduto+eventuale margine di piano finanziario collegato – spesa per permuta secondo valutazione di mercato) va ormai sempre sommato alla serie di valori “immateriali” correlati (influenza od attività dell’eventuale acquirente su canali Social o sul Web, possibilità per il Dealer di costruire temi e storie da divulgare al fine di “rastrellare” nuovi potenziali Clienti, valore simbolico o didascalico del Marchio e modello oggetto della vendita rispetto ad un potenziale maggior impatto mediatico della vendita) perché la composizione dei valori oggettivi ed immateriali saranno la base di trattativa tra il potenziale Cliente ed ogni possibile Dealer di interesse di quest’ultimo.

Domanda Numero 1): Perché non si trovano più in giro venditori di talento o preparati?

Forse Voi non avete mai fatto caso alla somma di funzioni e prerogative che oggi devono guidare un venditore di successo, ma credo che per rispondere a questa domanda occorre farne una preventiva: come mai esistono in Italia così pochi Dealer capaci di navigare con perizia e strategia nei mari odierni senza rimanere schiavi della generale condizione di pressapochismo e di inadeguatezza ad essere Dealer moderni e competitivi? Forse il primo motivo che riduce l’aspirazione di nuovi Venditori di Talento è la scarsità di Dealer con una vera strategia in testa.

Ma su questo, amici, Vi fermo qui e Vi rimando alla seconda Parte di questa riflessione.

Riccardo Bellumori

Nuova Volkswagen T-Roc R 2026: Anteprima

La nuova Volkswagen T-Roc torna sulle prime pagine dei giornali. Il marchio tedesco si trova in un momento cruciale, in attesa dell’arrivo di questa nuova versione del suo SUV di maggior successo nella prima fase, che intende portare quasi immediatamente ai vertici della sua categoria. Le prime unità della nuova T-Roc inizieranno ad arrivare nelle concessionarie spagnole all’inizio del 2026, ma con una gamma molto limitata.

Perché, come vi abbiamo detto poche ore fa, la nuova T-Roc ha sostituito le versioni diesel con ibridi auto-ricaricabili. Questa strategia potrebbe essere l’inizio della fine che Volkswagen non ha voluto annunciare prima. La tecnologia che è stata così popolare per così tanto tempo ha smesso di esserlo per molti costruttori, e quella che ha fatto guadagnare milioni all’azienda di Wolfsburg potrebbe finire per scomparire con l’arrivo della nuova generazione della Golf, già in fase di sviluppo. Ma, lasciando da parte questo aspetto estremo, la nuova T-Roc sta facendo notizia perché il marchio ha già preparato il top di gamma, la versione più sportiva.

Volkswagen ha lanciato sui circuiti di prova la nuova T-Roc R la scorsa estate, con una mossa molto intelligente, dato che il modello normale era trapelato, le sue caratteristiche e praticamente tutti i dettagli erano noti, ma l’azienda tedesca rispetta le sue scadenze e le sue strategie senza cedere alle voci e alle fughe di notizie. Senza alcun annuncio ufficiale, i prototipi della nuova T-Roc R hanno iniziato il loro programma di test dei controlli elettronici del telaio e della potente meccanica interna, coesistendo per un certo periodo con le versioni standard.

IL CROSSOVER SPORTIVO

Era giunto il momento di mettere in evidenza la nuova Volkswagen T-Roc per attirare l’attenzione prima del suo lancio, ma era chiaro che, nonostante quei prototipi fossero sulle strade, esistevano già prototipi di produzione di questa esclusiva T-Roc R, come potete vedere sopra. Un’anteprima che mostra quanto basta, ma anche solo ciò che è necessario, già coperta da una camuffatura promozionale, che presto sarà vista nei test invernali nel nord della Svezia, ma che lascia intravedere dettagli interessanti di questa versione che arriverà nel 2026.

L’aggressività è assicurata da un nuovo paraurti anteriore, più prominente e arrotondato, con grandi prese d’aria che, insieme alla griglia, occupano praticamente tutta la superficie del paraurti anteriore. I cerchi in lega hanno un diametro di 20 pollici e presentano un design multi-raggio in stile “Warmenaus“, con la R sul coprimozzo al posto del logo del costruttore. Il clou è l’impianto di scarico Akrapovič, che sarà nuovamente disponibile su questa nuova Volkswagen T-Roc R e che regalerà il rombo gutturale del motore a benzina 2.0 TSI, offrendo una potenza massima di 333 CV.
Lo stesso motore che alimenta la potente Golf R sarà trasferito a questo SUV sportivo, che sarà quindi dotato di un cambio automatico DSG a sette rapporti e del sistema di trazione integrale 4MOTION, oltre che di sospensioni adattive con diverse modalità di funzionamento e del sistema di torque vectoring ereditato dall’auto compatta.

La “R-Performance” distribuisce la potenza a ciascuna ruota posteriore per migliorare l’aderenza in curva e brillare in modo più evidente in uscita. Per ora, la presentazione non è stata ancora annunciata ufficialmente, c’è tempo per farlo prima del 2026, ma restano ancora alcuni mesi per mettere a punto i dettagli. Quel che è certo è che questa nuova Volkswagen T-Roc R non sarà disponibile per gli ordini fino a buona parte del prossimo anno.

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Nuova Mazda 3 2026: con Changan diventa elettrica?

Mazda è stata impegnata a perfezionare la sua gamma di crossover con motore a sei cilindri in linea, concentrando la propria attenzione sui modelli più grandi e redditizi. Tuttavia, mentre il marchio di Hiroshima sposta l’attenzione sull’elettrificazione e sui SUV, il resto della sua gamma è rimasto tranquillamente in disparte.m

A parte la CX-5 rinnovata e alcuni veicoli elettrici di provenienza cinese, non sono ci stati grandi cambiamenti nella gamma delle compatte Mazda. E il silenzio che circonda il successore della 3 è assordante, senza alcun segno di esso nella roadmap dei prodotti futuri del marchio.

Secondo alcune indiscrezioni, la compatta non vedrà la luce oltre il 2026, il che, se fosse vero, sarebbe un vero peccato per un’azienda che un tempo era orgogliosa delle sue berline e delle sue hatchback divertenti da guidare. Zoom-Zoom è forse entrata nella terra del destino avverso??
Quando Mazda ha eliminato la berlina e la station wagon 6, in servizio da molto tempo, molti hanno pensato che sarebbe stata sostituita da una proposta a trazione posteriore con motore sei cilindri in linea per competere con la BMW M340i e l’Audi S4.

Quel sogno non si è mai realizzato. Invece, alcuni mercati selezionati come l’Europa e l’Australia hanno ricevuto la Mazda 6e/EZ-6 basata sulla Deepal, mentre il Nord America è stato escluso dall’equazione.

Questo fa sorgere la domanda: la 3 potrebbe subire lo stesso destino e diventare un altro prodotto derivato dalla Deepal? Dopotutto, avrebbe senso, dato che Mazda è un piccolo attore rispetto a molti dei suoi rivali e appoggiarsi al portafoglio di Changan aiuta a tenere sotto controllo i costi di sviluppo.

IL FUTURO ELETTRICO?

Mazda 6e mira rafforzare questa teoria ci sono le recenti registrazioni del marchio Mazda3e in Australia, Regno Unito ed Europa, mentre la casa automobilistica con sede a Chongqing ha anche presentato la sua berlina L06 più piccola sotto il nuovo China Changan Automobile Group.

Sebbene al momento si tratti di pura speculazione, la L06 di Deepal potrebbe benissimo essere alla base della prima Mazda3e in assoluto. Siete curiosi di sapere quale forma potrebbe assumere? Vediamo cosa possiamo aspettarci.
Se Mazda dovesse seguire la stessa strada della 6e, la 3e prenderebbe in prestito l’hardware esistente di Deepal. La L06 stessa dovrebbe essere lanciata in due versioni: un ibrido a autonomia estesa (EREV) e una variante completamente elettrica.

L’EREV abbina un motore aspirato da 1,5 litri e 97 CV a una batteria LFP da 28,39 kWh e un motore elettrico da 190 kW (255 CV) sull’asse posteriore. Offre un’autonomia in modalità solo elettrica di 180 km (circa 112 miglia) nel ciclo WLTP, mentre il consumo di carburante del motore a combustione interna è stimato in 4,38 litri per 100 km, ovvero circa 54 mpg.

La versione elettrica della Deepal L06 è dotata di un unico motore sull’asse posteriore che produce 268 CV (200 kW). Questa variante offrirà due pacchi batteria, uno da 56 kWh e uno più grande da 69 kWh con un’autonomia di 670 km.

La prossima Mazda3 potrebbe non essere affatto una Mazda
Gli interni della Mazda 6e con specifiche europee.
All’interno, ci si può aspettare un’estetica più raffinata rispetto alla vettura donatrice Deepal e (fastidiosamente) la tendenza degli schermi totali che si vede nei nuovi SUV CX-5 ed EZ-60.

Un chip da 3 nanometri di grado automobilistico alimenterà l’AR-HUD (Augmented Reality Head-Up Display) da 50 pollici, l’infotainment e i sistemi di assistenza alla guida di livello 2+, questi ultimi dotati di serie di LiDAR.
Ha anche più spazio. Con una lunghezza di 4830 mm la berlina è notevolmente più lunga dell’attuale Mazda3 e solo leggermente più corta e più larga della 6 fuori produzione. Questo aumento la riposiziona in un segmento più ampio, il che contribuirà a rimediare a una delle carenze più significative della 3: i sedili posteriori stretti.

LO STILE UNICO

Il rendering in copertina della Mazda 3e mantiene il linguaggio stilistico Kodo della casa automobilistica, ma conserva il tetto panoramico e le portiere dell’auto donatrice. La parte anteriore è un’evoluzione della Mazda 6e, con un pannello frontale illuminato affiancato da fari a due livelli e griglie attive nella parte inferiore del paraurti.
Il profilo laterale sfoggia una carrozzeria sinuosa, maniglie delle porte semi-incassate e una linea del tetto simile a quella di una coupé. Che piaccia o meno, l’unità LiDAR è posizionata nella parte superiore del parabrezza, mentre nella parte posteriore spiccano un diffusore e una striscia di luci posteriori a tutta larghezza con elementi circolari.
La prossima Mazda3 potrebbe non essere affatto una Mazda
Vale la pena notare che Mazda deve ancora confermare se l’attuale 3 riceverà un’altra generazione o se un prodotto Changan rinnovato la sostituirà.

Se quest’ultima ipotesi dovesse concretizzarsi (probabilmente nei prossimi 24 mesi), la rivale della Tesla Model 3 non sarà disponibile per il mercato nordamericano. Tuttavia, continuerà a competere con una varietà di modelli elettrificati come la Hyundai Ioniq 6 e la BYD Seal nei mercati europei e dell’Asia-Pacifico.

Nuova BMW M3 2027: ultime notizie

Parallelamente alla BMW iM3 elettrica BMW sta sviluppando una nuova generazione di M3 termica che rimarrà fedele al motore a sei cilindri in linea.

La berlina sportiva rivale della Mercedes-AMG C 63 potrebbe tuttavia diventare micro-ibrida. È prevista per il 2028.
Attraverso il prototipo Vision Driving Experience, BMW ha recentemente annunciato la futura iM3 (codice ZA0), versione sportiva della prossima Serie 3 100% elettrica denominata i3 (NA0) con piattaforma Neue Klasse. Tuttavia, in linea con la strategia globale del marchio, la divisione Motorsport del costruttore svilupperà anche una doppia offerta termica/elettrica. Pertanto, è prevista una nuova BMW M3 con motore a benzina parallelamente alla sua controparte “zero emissioni”.
L’attuale BMW Serie 3 con piattaforma CLAR (G20) sarà sostituita alla fine del 2026 da una nuova generazione termica (G50). Nell’estate del 2028, quest’ultima sarà disponibile nella versione M3 (G84). Interrogato sull’attaccamento dei clienti al sei cilindri 3.0 biturbo tipo S58 del modello attuale (G80), Frank van Meel, direttore generale di BMW M, ha sottolineato che la iM3 sarà più performante, precisando: «Non negheremo loro questa opzione». E ha aggiunto: « Se la domanda dei clienti non diminuirà, non smetteremo di produrre il sei cilindri. Stiamo lavorando all’omologazione Euro 7 per questo motore, in modo che possa continuare a essere offerto a lungo termine”.

Il sei cilindri in linea potrebbe diventare micro-ibrido per rispettare la futura normativa e guadagnare qualche cavallo rispetto ai 530 della M3 Competition che conosciamo. La produzione di quest’ultima M3 termica dovrebbe durare fino all’autunno 2034… e quindi cessare poco prima dell’entrata in vigore del divieto di vendita di auto che emettono CO2 sul mercato dell’usato nell’UE.

Rendering Kolesa.ru

STILE ESAGERATO

La futura BMW M3 prende forma
Mike Reichelt, responsabile dei progetti Neue Klasse di BMW, ha dichiarato che le prossime M3 termiche ed elettriche avranno «lo stesso design e le stesse funzionalità digitali». Oltre alla Vision Driving Experience, BMW ha pubblicato le immagini di una iM3 di sviluppo camuffata. È quindi possibile immaginare come sarà la sua controparte termica. I giganteschi fagioli verticali della G80 lasceranno il posto a una griglia orizzontale all’interno di una fascia nera che integrerà luci compatte. Sotto, è prevista una presa d’aria molto più imponente rispetto a quella della iM3. I parafanghi e le carreggiate saranno allargati rispetto a quelli della Serie 3 standard per accogliere sospensioni più generose.
Una parte del design sarà identica a quella della BMW iM3, ma i terminali di scarico permetteranno di identificare il modello termico.
Una parte del design sarà identica a quella della iM3, ma i terminali di scarico permetteranno di identificare il modello termico.
Ruote
Nella parte posteriore troveremo i due doppi scarichi rotondi ormai tipici della BMW M. Questi potrebbero tuttavia rivelarsi meno rumorosi di quelli attuali, al fine di rispettare la prossima normativa europea in materia di rumorosità. Mantenere sul mercato motori termici ad alte prestazioni sta diventando sempre più difficile per i costruttori.

Nuova DS N°7 2026: Rendering

La nuova DS N°7 sarà discendente della DS 7 e sta attualmente completando la sua messa a punto in vista del lancio commerciale nel corso del 2026. Il rendering in copertina di automoto.com ci permette di dare uno sguardo in anteprima al modello.

Per DS, il modello di punta del 2026 sarà sicuramente la DS N°7. La sostituta dell’attuale DS7 avrà il difficile compito di succedere alla best-seller del marchio in Europa, e
in particolare in Francia, dove ha conquistato numerose aziende e famiglie benestanti.
Logicamente, riprenderà in gran parte il design e gli interni della DS N°8 lanciata quest’anno.
In termini di stile con un tetto meno inclinato, la DS N°7 dovrebbe optare per una gamma di motorizzazioni più ampia rispetto alla sua sorella maggiore coupé, attualmente solo elettrica.

DATI TECNICI E MOTORI

Il cofano dovrebbe racchiudere un micro-ibrido (145 CV) e un PHEV
(195 CV) oltre all’elettrico (da 230 a 350 CV), disponibile per la prima volta sul SUV francese. Questa molteplicità è resa possibile dal ricorso alla piattaforma STLA Medium condivisa con le Peugeot 3008 e 5008, l’Opel Grandland, la Jeep Compass e la recente
Citroën C5 Aircross.
Il DS N°7 potrebbe crescere di alcuni centimetri fino a raggiungere i 4,70 m (contro i 4,59 m dell’attuale DS7) per offrire più spazio a bordo e un bel volume di bagagliaio, indipendentemente dalla motorizzazione. Come da tradizione DS, la raffinatezza dovrebbe rimanere uno dei punti di forza
del SUV con un design originale e chic, nonostante i numerosi componenti in comune con i suoi cugini più popolari di Stellantis.

A differenza della DS7, che era prodotta a Mulhouse (Francia), la N°7 entrerà a far parte dello stabilimento di Melfi insieme alla futura Lancia Gamma.

Nel 2026, sarà il momento per la DS 7, un tempo denominata DS7 Crossback, di passare il testimone alla DS N°7 dopo quasi nove anni di carriera.

Nuovo Volkswagen Amarok Dark Label

Il nuovo Volkswagen Amarok Dark Label punta su uno stile affilato.

Il marchio tedesco Volkswagen inizialmente non aveva previsto di produrre la seconda generazione dell’Amarok, ma in seguito ha cambiato idea. Di conseguenza, lo sviluppo del nuovo camion è stato affidato a un partner, ovvero Ford, o più precisamente alla divisione australiana di questa azienda. La Volkswagen Amarok di seconda generazione è stata presentata nel luglio 2022 e ha un gemello: il Ford Ranger di terza generazione.
L’attuale Volkswagen Amarok era stato precedentemente presentato in tre versioni: Style, PanAmericana e Aventura. Ora si aggiunge un’altra variante: Dark Label.

La versione rinnovata è già disponibile nel configuratore sul sito web del marchio dedicato al mercato interno. Il nuovo VW Amarok Dark Label è disponibile in tre colori della carrozzeria: nero Midnight Black metallizzato, grigio Dark Grey metallizzato e blu Bright Blue metallizzato. Inoltre, sui fianchi è prevista una grafica chiara a contrasto con il nome della versione.

L’elenco delle caratteristiche distintive della versione Dark Label comprende cerchi in lega leggera nero opaco da 20 pollici, griglia del radiatore, parte inferiore del paraurti anteriore e rivestimento in nero, progettato per proteggere il sottoscocca da danni meccanici. Inoltre, questo Amarok è dotato di vetri posteriori oscurati, montanti laterali e barre sul tetto nero opaco, nonché pedane, maniglie delle porte e alloggiamenti degli specchietti esterni.

Anche la parte posteriore del nuovo Volkswagen Amarok Dark Label presenta alcune differenze rispetto alla versione standard. Il modello è dotato di fanali oscurati, una barra nero opaco che attraversa tre lati del pianale di carico, vetri posteriori oscurati e un bordo ribaltabile con maniglia nera (in alcune altre versioni è verniciata dello stesso colore della carrozzeria).

DATI TECNICI

Anche gli interni della versione Dark Label sono stati ovviamente “oscurati”. I sedili hanno un rivestimento grigio scuro con cuciture chiare, le porte e i pannelli sono rifiniti in nero, mentre il cruscotto presenta inserti scuri “effetto legno”. Sul volante a tre razze è presente la scritta Dark Label, mentre sul pavimento sono visibili tappetini in velluto anch’essi con l’indicazione del nome della versione.

Sul mercato europeo, il Volkswagen Amarok Dark Label è equipaggiato con un motore diesel V6 TDI da 3,0 litri con una potenza di 241 CV e una coppia massima di 600 Nm. Questo motore è abbinato a un cambio automatico a dieci rapporti. Il pick-up è dotato di sistema di trazione integrale 4Motion con marcia riduttrice.

Il prezzo del nuovo Volkswagen Amarok Dark Label in Germania è già noto: per questo pick-up vengono richiesti 68.468 euro, quasi 4.000 euro in più rispetto al prezzo della versione base Volkswagen Amarok Style.

I 70 anni di storia della Fiat 600

Sono passati settant’anni da quando uno dei veicoli più mitici del marchio FIAT ha fatto il suo debutto in società. Il Salone dell’Automobile di Ginevra del 1955 è stato il “palcoscenico” scelto dal marchio italiano per presentare un veicolo che ha svolto un ruolo protagonista nella democratizzazione dell’accesso all’automobile. La FIAT 600. Un’auto accessibile che conquistò rapidamente il pubblico europeo per la sua praticità e versatilità.

La FIAT 600 è uno dei modelli classici più leggendari del costruttore italiano. Questo veicolo ha fatto parte della vita di milioni di automobilisti e famiglie. Dal suo lancio fino al 1982 ne furono prodotti complessivamente 4.939.642 esemplari. È stata prodotta in Italia, Cile e Argentina. Inoltre, è arrivata in altre parti del mondo grazie a licenze e accordi industriali. Ad esempio, in Jugoslavia era conosciuta come Zastava 750. Mentre in Spagna è stata commercializzata con il marchio SEAT.

In occasione dei 70 anni dal suo lancio, il marchio FIAT ha deciso di guardare indietro e ripercorrere gli eventi più importanti che hanno segnato la storia di questa automobile. Un veicolo che oggi possiamo trovare nelle concessionarie. Tuttavia, la FIAT 600 moderna è un veicolo di tipo SUV che presenta tutta una serie di elementi che rendono omaggio al modello classico.

Nel dopoguerra era necessario offrire veicoli pratici, leggeri, polivalenti e, soprattutto, economici sia nell’acquisto che nella produzione. L’ingegnere italiano Dante Giacosa, padre della FIAT 500 e della FIAT 600, rifletté e lavorò per trovare la soluzione a un problema urgente. Una soluzione che trovò in una carrozzeria monoscocca arrotondata e in una struttura meccanica in cui tutti i componenti fondamentali, come il motore, il cambio e la trasmissione, erano situati nella parte posteriore del veicolo, il che contribuiva a ridurre i costi e ad aumentare lo spazio interno.

Nell’abitacolo della FIAT 600 classica, il marchio ha scelto di installare sedili comodi e smontabili. Il volante in bachelite e il tachimetro centrale erano caratteristiche distintive del posto di guida. Per quanto riguarda l’abitabilità, c’era spazio riservato ai bagagli sotto il sedile del passeggero e, come ci si poteva aspettare, sotto il cofano, dove si trovava il bagagliaio.

Abarth 600 e FIAT 600
La nuova Abarth 600 elettrica accanto alla classica FIAT 600
FIAT 600, un’auto polivalente che ha democratizzato l’accesso all’automobile

IL MITO 600

Sebbene fosse pensata per la città, la FIAT 600 aveva capacità sufficienti per affrontare la strada. Era alimentata da un motore a quattro cilindri in linea da 633 cm3 che erogava 21 CV. Un blocco raffreddato ad acqua e le cui prestazioni sono state migliorate nel corso degli anni. Era guidata da un cambio a quattro marce e un sistema di trazione posteriore.

Nel corso della sua vita commerciale sono state vendute versioni di ogni tipo della FIAT 600. Il marchio FIAT, approfittando della grande popolarità di questa automobile, ha sviluppato diverse varianti come la FIAT 600 Multipla o la FIAT 600 D.
Dopo oltre un decennio di assenza dai concessionari, FIAT ha compiuto il primo tentativo di lanciare un erede della mitica 600. Questo modello non era altro che la FIAT Seicento, una compatta urbana a tre porte che ha avuto successo nel suo segmento e di cui è stata prodotta anche una versione elettrica. È arrivata nel 1998 e, fino al suo ritiro nel 2004, sono state vendute 1,1 milioni di unità.