Home Blog Pagina 1153

Guida pratica alla visita del Museo Ferrari di Maranello: passione rossa

Se è vero che almeno una volta nella vita tutti abbiamo sognato di essere a volante di una Ferrari rossa fiammante vale la pena visitare la città di Maranello. Maranello, in Emilia, è il tempio del mito Ferrari. L’azienda rappresenta una parte strutturale del tessuto urbano. Percorrendo le strade del centro abitato si incontrano nell’ordine; la fabbrica Ferrari, il mastodontico complesso  dedicato alla Scuderia di Formula Uno ed il non meno affascinante museo Ferrari. C’è un filo rosso che unisce questi luoghi ed è fisicamente visibile sui merciapiedi della città di Maranello e che guida i visitatori attraverso i luoghi simbolo del marchio che non ha voluto perdere il legame con la sua terra di origine. 

Inutile dire che Maranello è letteralmente invasa, in ogni stagione ed agli orari più disparati, da tantissimi appassionati di auto che vi giungono curiosi ed entusiasti. Del resto non è raro udire il rombo di una Ferrari e vederla sfrecciare su strada. I club della “rossa” sparsi per tutto il mondo organizzano periodici raduni e l’azienda è solita effettuare i giri di prova delle nuove vetture nelle strade adiacenti l’impianto produttivo.

Gli spazi espositivi sono ampi e ben organizzati. E’ possibile prenotare una guida o prendere con se un’audio guida che vi farà strada. All’interno del Museo, oltre al Ferrari Store ove è possibile acquistare il merchandising ufficiale Ferrari, è presente una ampia zona bar con spazi dedicati all’interno e nell’adiacente giardino esterno della struttura.

Come per altre iconiche aziende dell’auto il museo occupa un edificio specifico. All’ingresso spicca un enorme cavallino rampante e si è subito circondati da un’atmosfera che unisce l’ambito del motorsport, che per Ferrari significa soprattutto Formula 1, alle vetture stradali del brand. 

Fanno bella mostra di se veri e propri mostri come la FXX K; prodotta dal 2014 al 2015 in pochissimi esemplari è una poderosa ibrida che abbina ad un potente V12 benzina da 860CV un propulsore elettrico da 190CV.

Nelle sale successive troviamo le supercar Ferrari per antonomasia; F40, F50, Enzo, LaFerrari. Poste una accanto all’altra costruiscono un tragitto visivo che permettere di comprendere come il marchio abbia affrontato con coraggio un  cambiamento stilistico e tecnico di assoluto rilievo.

Caratteristica del museo è quella di creare un’atmosfera immersiva che avvicina il visitare alle auto senza porle su piedistalli o circondate da barriere protettive. Tutti posso avvicinarsi scattare una foto o farsi ritrarre con le auto. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non è il rosso l’unico colore delle auto esposte. Spicca ad esempio il bellissimo giallo sgargiante della nuova F12tdf. La F12tdf da 780CV sarà prodotta in 799 esemplari e promette di superare agilmente i 320Km/h.

Lascia a bocca aperta la bellissima quanto esclusiva F60 America prodotta in soli 10 esemplari. La roadster celebrativa del Cavallino richiama la storica Ferrari 275 GTS che nel 1967 correva con la scuderia North America Racing Team, caratterizzata dalla carrozzeria blu con le strisce bianche sul cofano, proprio come la F60 America. La livrea blu con la caratteristica banda bianca sul cofano della F60 riprende i colori dello storico  team da corsa “Nart”: North America Racing Team, fondato dall’italiano Luigi Chinetti. È stato pilota, importatore di Rosse oltreoceano, unico concessionario Ferrari per gli Stati Uniti per un gran numero di anni. Da team manager, vinse la 24 Ore di Le Mans del 1965 con il futuro Campione del Mondo di Formula 1 Jochen Rindt; due anni dopo, la 330 P4 iscritta dalla Nart andò a completare il podio Ferrari più famoso della storia dell’endurance, quello di Daytona ’67.

Inutile parlare del costo che si aggira intorno ai 2,5 milioni di euro e che è solo la punta dell’iceberg di questo concentrato di design e prestazioni. Concepita per celebrare i 60 anni di Ferrari in America la F60 monta un V12 6.3 capace di erogare 740CV che blocca lo 0-100Km/h in 3,1 secondi. 

Recentemente Sebastian Vettel ha dichiarato: “Correre per la Ferrari è stato il mio sogno fin da quando ero bambino e sto vivendo un’avventura stupenda a Maranello” ed ha anche aggiunto che “quando si è piloti della Ferrari c’è sempre enorme pressione, ma la mia passione per questo marchio supera di gran lunga la pressione, quindi sono felicissimo di gareggiare per questo team”. Facile capire perché tra tante bellissime auto l’attenzione dei visitatori del museo sia calamitata dalle monoposto di Formula 1. C’è posto per tutte dalla 312T del 1979 alle vincenti Ferrari dell’epopea Schumacher. All’interno dell’area espositiva è stato allestita anche una sala cinema dove rivedere le immagini più belle dei campionati Formula 1 di ieri e di oggi. E’ inoltre presente un avanzato simulatore di guida dove vivere in prima persona l’esperienza di un giro di pista bordo di una Ferrari. Per tutti, inoltre, l’esperienza unica di provare a sostituire gli pneumatici dell’attuale Ferrari di F1.

Il biglietto intero costa 15 euro, 13 euro per gli studenti e gli over 65 mentre fino ai 19 anni l’ingresso è offerto a 5 euro. Tutte le ulteriori informazioni per organizzare al meglio la vostra visita le trovate sul sito internet del museo http://museomaranello.ferrari.com/ .

Inoltre da poco è stato aperto al pubblico il Museo Enzo Ferrari di Modena. Accanto all’officina restaurata in cui lavorava il padre di Enzo è possibile immergersi nell’adiacente, ed avveniristico, padiglione da 2500 metri quadrati che ospita, insieme a molte vetture, il racconto dei 90 anni di vita di Enzo Ferrari. Oltre a tariffe dedicate è possibile usufruire di una comoda navetta che dal museo di Maranello conduce a quello di Modena e ritorno.

PROVA Seat Alhambra 2.0 TDI 184CV viaggiare nel comfort

0

Non c’è niente di meglio che viaggiare in auto. Per una bella gita fuori porta magari con qualche amico serve però una vettura adatta. Ormai sui listini sono poche le auto da sette posti; ancor più ardua la ricerca di una sette posti “vera”. Eh si perché non essendo hobbit incastrarsi nei sedili di terza fila spesso è quasi impossibile. La soluzione a questi problemi si chiama Seat Alhambra.

Forse ad alcuni di voi il nome non dirà nulla ma proprio quest’anno la monovolume di casa Seat festeggia i suoi primi 20 anni. In due decenni la Alhambra ha messo a frutto idee e soluzioni innovative grazie all’aiuto della controllante Volkswagen. Parente stretta della VW Sharan, sono state entrambe rinnovate nel 2015, la Alhambra offre oggi tecnologie ed assemblaggi della “sorella” tedesca ad un prezzo più concorrenziale.

Il design è da vera monovolume con i montanti alti ed il bagaglio poco spiovente. Bello trovare le porte scorrevoli laterali ad apertura elettrica controllabili sia dal telecomando che dall’interno della vettura. Il frontale si ispira agli stilemi del marchio spagnolo con linee fluide ma al contempo nette. Il retrotreno è caratterizzato dai proiettori led che ricordano la berlina Leon “Leon” ma presentano un fascio di luce più corposo e luminoso. Nel complesso la Alhambra non passa inosservata. Lunga 4.854mm, larga 1.904mm e con un passo di 2.919mm non è certo “tascabile”. La sua missione è il viaggio dentro o fuori città.

La versione in prova monta il 2.0 TDI euro 6 da 184CV abbinato al cambio automatico a 6 rapporti. Questa configurazione è davvero ottima. L’auto ha il giusto spunto e l’accellerazione è buona vista la mole (0-100Km/h in 9.4 secondi) con una velocità massima di 214Km/h. Peccato per la rumorosità a bassi giri che però non disturba la quiete dell’abitacolo ben insonorizzato.

All’interno è evidente la qualità dei materiali e degli assemblaggi. Le plastiche della plancia sono morbide e trasuda cura anche dai pannelli delle portiere. Il sistema di infotainment è decisamente valido ed intuitivo. Dotato di un utile sensore di prossimità consente di non distogliere lo sguardo dalla guida poiché trasmette tutte le informazioni anche allo schermo a colori presente al centro del tachimetro. E’ possibile connettere il telefono via bluetooth, Aux, usb ed è anche presente un lettore per le schede di memoria Sd. Insomma per un viaggio comodo ed all’insegna della musica c’è davvero tutto considerando anche la buona qualità del sistema audio.

La telecamera di retromarcia unita ai sensori presenti su tutto il perimetro dell’auto sono di grande aiuto nelle manovre annullando i punti ciechi. L’Alhambra può essere, inoltre, dotata di un sistema di ausilio alla sosta potendo “posteggiare da sola” (basta inserire la marcia richiesta). 

Vale la pena acquistare l’Adaptive Chassis Control che, riducendo il sottosterzo, aiuta a mantenere un’ottima guidabilità anche sui tratti più tortuosi. Con un semplice tasto si può optare per la rigidità desiderata per le sospensioni.

Il climatizzatore non è un semplice bizona bensì trizona. Anche i passeggeri della seconda fila possono scegliere la loro temperatura tramite le manopole site immediatamente davanti ai loro piedi. 

Siccome non volevamo farci mancare nulla il modello in prova ha anche il tetto panoramico. Se volevate una cabrio ma avete messo su famiglia Seat propone una piacevole sorpresa. Il tetto è apribile fino all’altezza dei sedili posteriori facendovi vivere una vera esperienza a cielo aperto. 

La capacità di carico è assolutamente da record. In configurazione 5 posti parliamo di ben 955 litri. Se si viaggia in 7 si può ancora contare su 300 litri di spazio!. La modularità dei sedili è straordinaria e davvero intuitiva; abbattendo tutti i sedili tranne i due anteriori si avranno a disposizione ben 2.430 litri.

Se si hanno dei bambini la Alhambra vi aiuta con un optional speciale. Basta premere un tasto per avere nei due sedili posteriori una seduta rialzata che, tramite gli speciali poggiatesta previsti dal kit, trasformano i sedili della Seat in seggiolini per i bambini.

Il listino della Seat Alhambra parte da 34.500 euro, nel caso della versione Advance testata da 36.500. Per avere l’auto accessoriata esattamente come la abbiamo provata noi il conto sale, tra motorizzazione ed accessoristica, oltre i 49.000 euro.

Personalmente la consiglio a quanti, per motivi di lavoro o familiari, si trovano a percorrere molti chilometri al mese troverete in lei una validissima alleata. Il prezzo non è contenuto ma vale la pena sostenere una simile spesa nella certezza di poter trovare in lei un’auto che “macina chilometri” senza sforzo alcuno.

PROVA SU STRADA Alfa Romeo Mito Super 1.4 Multiair Turbo 140CV TCT

Cambia senza stravolgimenti la piccola di casa Alfa Romeo. Nuova Mito ha molto in comune con la precedente generazione ma presenta maggiore sportività.

Le linee della carrozzeria restano morbide e rotondeggianti, i principali aggiornamenti estetici riguardano i paraurti, le motorizzazioni e le possibilità di personalizzazione.

Nell’anteriore spicca il nuovo logo Alfa incastonato in una calandra più ampia che ricorda la “sorella maggiore” Giulia. Le cornici dei fari anteriori e posteriori, nonché gli specchietti esterni, sono opachi evocando la natura più “dark” di questa nuova generazione. Belli i cerchi in lega da 18″ che, con la finitura nera tra i raggi, per 450 euro fanno una gran figura. Nel retrotreno si mette in mostra l’estrattore posteriore ed il terminale di scarico cromato. Restano esteticamente valide le luci posteri a led con al centro le luci di svolta.

Abbiamo provato la Mito Super motorizzata col 1.400 cc MultiAir Turbo da 140 CV. Il messaggio che arriva dal motore è chiaro; potenza subito e massima reattività. A semaforo verde scatta sicura grazie al motore benzina che garantisce una progressione degna di nota. Certo i cavalli non sono tantissimi ma si danno un gran da fare sia nel circuito urbano che su quello extraurbano. Le sospensioni smorzano bene le asperità ma i cerchi da 18″ conferiscono maggiore rigidità alla vettura. In generale ottima l’insonorizzazione peccato però per la scarsa visibilità posteriore. Le manovre in retromarcia sono infatti complicate dalle dimensioni del lunotto ma si può fare affidamento sui sensori di parcheggio. Questi ultimi sono un accessorio che vale la pena prendere in considerazione al momento dell’acquisto poiché, oltre a non aggravare troppo la spesa, sono molto utili date le forme “sinuose” della Mito.

Rispetto ai consumi il 1.4 benzina di Alfa Romeo registra sul circuito misto un dignitoso 5,6 l/100km mentre sull’urbano è difficile far meglio di 7l/100km. Numeri non irragionevoli cui va aggiunta una riflessione sull’utile apporto che è offerto, in accellerazione o nei tratti in salita, dal turbo. Il 1.4 Multiair turbo benzina da 140 CV abbinato al cambio automatico TCT significa molto anche in termini di prestazioni. Lo 0-100km/h in 8,1 secondi è considerevole e può togliere qualche soddisfazione al volante.

All’interno lo spazio non manca. I sedili davanti sono avvolgenti e ben fatti presentando una grande adattabilità alle corporature più disparate. Problemi , invece, per chi siede dietro. Nonostante il terzo posto sul divanetto posteriore sia a pagamento (350 euro) l’abitabilità non è al top perché si tocca facilmente il tetto dell’auto con la testa. Questo non deve sorprendere se si considera il design da coupé che conferisce carattere ed originalità all’auto.

Ben rifinito il volante multifunzionale in pelle peccato, invece, per la rigidità di alcune plastiche del cruscotto. Di serie sulla Super il sistema Uconnect con schermo da 5″. Esso porta in dote, oltre alla navigazione firmata TomTom, una piena interconnessione con il proprio smartphone anche grazie ai comandi vocali. Inoltre si può far affidamento sulla consueta triade (usb, Aux, bluetooth).

Il bagagliaio ha una capienza di 270 litri, non troppi, ma in linea con le rivali del segmento di appartenenza. Se si viaggia in due è possibile abbattere i sedili posteriori ottenendo una capienza complessiva di 950 litri. Peccato per la soglia di accesso alta (84 cm) che complica l’ingresso per i carichi più pesanti.

Il listino parte della Mito Super parte da 17.500 euro però per il 1.4 Turbo con cambio automatico si parte da 22.000 euro. Con tutti gli accessori presenti sulla vettura in prova è facile capire come si superino agilmente i 23.000 euro. Va detto che la lista delle dotazioni di serie per la Mito Veloce è particolarmente ricca includendo tra l’altro; fendinebbia, sistema di sbrinamento degli specchietti esterni, sensore di monitoraggio della pressione pneumatici, cruise control e start&stop.

In conclusione la Mito è un’Alfa al 100% che strizza l’occhio ai più giovani e si adatta ad un utilizzo precipuamente urbano pur non disdegnando percorsi più lunghi. Ideale per un neopatentato, nella versione da 0.9 TwinAir da 105CV, offre tutto quello che serve per muovere i primi passi su strada con il piglio giusto.

PROVA Porsche 911 Carrera 4S cabrio 420CV: volare su strada

L’addio di Porsche ai motori aspirati ha gettato nel panico anche i più accaniti sostenitori del brand teutonico. Si diceva che la 911 non sarebbe stata più la stessa e che era necessario accaparrarsi i precedenti esemplari ancora in commercio. Grave errore di valutazione!.

La 911 torna a stupire con il nuovo modello ed è più Porsche che mai. Nel frontale spicca il nuovo paraurti con l’integrazione delle luci di posizione e delle frecce nella stessa lampada led. La fiancata è quella di sempre con le linee che negli anni hanno costruito il mito 911. Sicuramente ben riusciti gli interventi eseguiti sul retrotreno. I nuovi gruppi ottici e la nuova griglia del radiatore conferiscono ancor più carattere alla vettura. I quattro terminali di scarico, e le generose prese d’aria in corrispondenza delle ruote posteriori, aiutano a capire la portata del propulsore che sospinge questa Porsche.

Il motore è un corposo benzina 2.981 cm³ da 420CV (309KW) capace di uno scatto 0-100km/h in 4,4 secondi. La versione in prova monta, inoltre, il prezioso (e non solo per il prezzo!) cambio automatico PDK a 7 rapporti che blocca lo 0-100 a 4,0 secondi in modalità sport plus. Divertimento assicurato dunque. La coppia di 500Nm consente un brillate 80-120km/h in soli 2,5 secondi e sembra davvero di spiccare il volo. Attenzione a non farsi prendere la mano però!.

Sul fronte dei consumi la casa dichiara, nel ciclo combinato, un interessante 8l/100km. Alla prova dei fatti tali rilevazioni non si sono dimostrate molto lontane dal vero. Guidando senza esagerare con il gas si raggiungono gli 8,7l/100km. Non male considerando anche siamo di poco sotto le due tonnellate di peso.

Il modello in prova è inoltre dotato della trazione integrale. Non si tratta certo di una configurazione inusuale per una Porsche. Si deve ricordare che già nel 1984 la Porsche 953 coinvolta nella leggendaria Parigi-Dakar aveva quattro ruote motrici. Avere a disposizione quattro ruote motrici offre maggiore controllo in curva e permette di gestire meglio l’elevata coppia garantendo sempre un’aderenza ottimale su tutte le superfici. Insomma gli appassionati della 911 potrebbero preferire la trazione posteriore ma alla prova dei fatti la trazione integrale si rivela equilibrata e mai eccessivamente invasiva rispetto al piacere di guida. A corredo della configurazione 4S Porsche offre una esclusiva fascia led a congiunzione dei due proiettori posteriori. Si tratta di una soluzione estetica che valorizza il design ed è in comune con la nuova 911 Targa.

La nuova 911 non è solo muscoli ma anche tecnologia. I fari anteriori full led (PDLS) sono un accessorio assolutamente necessario. La regolazione automatica del fascio luminoso in base alla velocità e all’angolo di sterzata della vettura permette di avere una visuale perfetta della strada in qualsiasi condizione climatica. Esteticamente bello ma anche funzionale alla sicurezza il nuovo design degli stop posteriori con luce led a quattro punti.

All’interno la plancia è stata rivista senza stravolgimenti. Il nuovo volante sportivo può essere equipaggiato con i comandi per gestire il sistema di infotainment senza distogliere lo sguardo dalla guida. Il sistema di navigazione è stato completamente rinnovato e presenta una inedita (ed utile) integrazione con GMaps. La navigazione online consente di avere a portata di mano itinerari sempre aggiornati e informazioni in tempo reale sulle condizioni del traffico.

Il nuovo Porsche Communication Management (PCM) ha schermo touch luminoso e veloce che presenta anche l’interfaccia Apple car play. Quest’ultima permette ai possessori di telefoni Apple di visualizzare la medesima interfaccia grafica del proprio smartphone all’interno della plancia della propria Porsche.

E’ possibile collegare alla vettura device via usb, aux, bluetooth e vi è, inoltre, un utile scomparto all’interno del bracciolo centrale ove può essere riposto per la ricarica il proprio telefono cellulare (anche se è di dimensioni generose). Per conferire ulteriore esclusività alla propria 911 si può optare per il sistema audio Bose. Specificamente sviluppato per Porsche presenta 12 canali di amplificazione e 12 altoparlanti incluso il subwoofer. Il suono è davvero ottimale e vale la pena spendere i 1.451 euro previsti dal listino. 

Arriviamo al capitolo prezzi. Per la nuova 911 Carrera 4S Cabrio servono 135.864 euro. La versione in prova ha però un listino che parte da 139.463 euro essendo dotata del cambio doppia frizione PDK. Considerando la copiosa lista di accessori installati a bordo il prezzo finale raggiunge i 164.765 euro.

In conclusione in Porsche sono riusciti nel miracolo di creare una vettura che, oltre a  rimanere fedele allo stile 911, ne mantiene inalterato il fascino nel maggiore rispetto dell’ambiente. 

Se questa prova non vi ha fatto appassionare all’idea di una Porsche biturbo potete sempre leggere il nostro test drive esclusivo dell’ultimo mostro aspirato di casa Porsche a questo link.

Guida alla visita del museo Lamborghini di Sant’Agata Bolognese: storia e futuro del brand

Completamente rinnovato nella primavera del 2016 il Museo Lamborghini apre le porte agli appassionati che lo raggiungono da tutto il mondo. Nonostante Lamborghini sia controllata sin dal 1998 dalla tedesca Audi le radici le marchio restano ben salde nel cuore dell’Emilia. Il museo si trova in una ala dello stesso edificio che ospita l’attuale produzione delle supercar del marchio.

Il museo si sviluppa su due piani ed è visitabile dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18. L’ingresso costa 15 euro per gli adulti, 12 per i ragazzi dai 6 ai 12 anni ed è gratuito per i bambini al di sotto dei 6 anni. Prenotando con congruo anticipo è possibile visitare anche la catena di produzione delle auto.

Il museo ospita tutte le vetture più emblematiche del marchio delle supercar. Il percorso espositivo consente di avere una panoramica di un brand proiettato sempre più verso la mobilità di domani. Basta poco per capire quanta passione e avanguardia trasudi dalle Lamborghini di ieri e di oggi. Il sogno di Ferruccio è più vivo che mai.

Tante le auto esposte. Dalla spaziale Egoista alla concept ibrida Asterion passando per la Sesto Elemento e la Diablo.

Immancabile la Lamborghini Miura icona del marchio prodotta dal 1966 al 1973. I lavori di carrozzeria furono affidati a Bertone, lo stesso che in quegli anni collaborava con Ferrari e Maserati. In soli quattro mesi il giovane stilista Marcello Gandini ha saputo svilupparne il progetto. Con il suo design affascinante ha saputo imprimere uno slancio straordinario al mondo dell’auto.

I suoi due posti sospinti da un poderoso motore V12 hanno scritto la storia. Al suo debutto la Miura era l’auto più veloce del mondo capace di toccare i 280Km/h con una accellerazione 0-100Km/h in 6,7 secondi.

Un progetto di successo che venne poi sviluppato nella Miura S da 370CV  e nella Miura SV da 365CV che presentava addirittura un sistema di lubrificazione separato per motore e cambio. Bellezza e rarità dunque e non è difficile capire perché recentemente, nel vicentino, una Miura S del 1969 sia stata messa in vendita alla incredibile cifra di 3 milioni di euro

Presso il secondo piano del museo è inoltre esposto lo studio stilistico condotto da Lamborghini nel 2006 avente ad oggetto una futuribile Miura. Purtroppo questo sogno non si è ancora tradotto in una vettura stradale.

A confermare che Lamborghini è sempre stata all’avanguardia è possibile ammirare da vicino il primo fuoristrada della casa. Presentato al Salone di Ginevra del 1982 suscitò opinioni contrastanti. La mole imponente del LM002 non gli impediva di affrontare i percorsi più impervi. Il poderoso motore V12 gli consentiva di percorrere dislivelli del 120% senza difficoltà e di raggiungere i 210Km/h.

Un colosso forte e gentile. La carrozzeria in alluminio e vetroresina testimoniano la cura per i dettagli ed il desiderio di farne una creazione unica.

Eccoci allora di fronte al primo fuoristrada premium della storia dell’auto. Chi lo avrebbe detto; prima di Porsche, Bentley, Mercedes c’è stata Lamborghini. Ma la storia non finisce certo qui. Lamborghini ha infatti annunciato la commercializzazione nel 2018 di un nuovo fuoristrada. Il suv Urus, al museo è esposto il concept, raccoglierà la pesante eredità del predecessore promettendo di non tradire il connubio tra qualità, prestazioni e doti off-road. 

Al secondo piano del museo, accanto alla Lamborghini Veneno (solo 12 esemplari prodotti), alla Countach ed alla Espada trova posto il racconto della esperienza del marchio nel motorsport.

Sono pochi i brand ad aver scritto, ed a scrivere tutt’ora, pagine indelebili della storia dell’automobilismo. Ferruccio Lamborghini ha saputo portare scompiglio nel mercato dimostrando che con passione e coraggio si può realizzare un sogno. Dai trattori ai suv ante litteram Lamborghini è oggi uno dei marchi più conosciuti e riconoscibili al mondo. Ripercorrerne la storia di un’azienda tanto importante è qualcosa di doveroso per un appassionato di motori. Non può mancare allora una visita al museo; in Lamborghini passato e futuro si fondono insieme tanto che la produzione delle nuove Lamborghini avviene a pochi passi dalla esposizione museale.

Ulteriori informazioni sul museo e sulle possibilità di visita dello stabilimento sono visionabili al seguente indirizzo >> http://www.lamborghini.com/experience/museo.

PROVA smart Fortwo Cabrio: divertirsi in città

La primavera è alle porte pronta a travolgerci con i suoi colori e profumi. Ecco allora approdare nelle concessionarie, giusto in tempo per non rinunciare nemmeno ad un briciolo di estate, la nuova smart Fortwo cabriolet. 

La ricetta smart è di successo e non fa eccezione la variante a cielo aperto. La Fortwo cabrio è lunga 2 metri e 69 centimetri, larga 1,69 metri ed alta 1,55 metri. Numeri che ne fanno la cabrio più piccola in commercio

Troppo piccola? forse no!. Non potrà contenere una tavola da surf ma nel divertimento, come nel piacere di guida, le dimensioni non contano di certo.

La nuova Fortwo si caratterizza per un design riuscito e capace di abbinare linee curve e semplicità. Tutto ciò senza rinunciare alla sicurezza con la sua peculiare “cellula tridion” che la hanno resa un punto di riferimento a livello globale.

Piccola e briosa l’abbiamo messa alla prova per le strade di Milano. La città, suo ambiente naturale, la vede coraggiosa protagonista delle strade trafficate. Volante sempre preciso e cambio a doppia frizione twinamic a 6 marce la rendono una disinvolta compagna di viaggio.

Due le motorizzazioni al lancio; 70 e 90CV. Per entrambe consumi nell’ordine dei 4l/100km

La tecnologia a bordo non manca grazie alla connettività mirror link si può collegare facilmente il proprio smartphone alla vettura. La comoda, seppur perfettibile, app smart cross connect permette di visualizzare sul proprio telefono tutte le informazioni su consumi, itinerario, traccia audio in riproduzione. 

La caratteristica peculiare della vettura è la possibilità di rimuovere i montanti superiori per avere una esperienza di guida completamente all’aria aperta. Appositi supporti consentono alla vettura, anche in questa configurazione, di conservare la rigidità e la sicurezza necessaria.

Una versione con cambio manuale, novità di questa nuova generazione, seguirà in un prossimo futuro. Sul fronte degli equipaggiamenti, oltre alle cinque versioni youngster, urban, passion, prime e proxy è disponibile un’ampia gamma di allestimenti per la sicurezza e il comfort, tra cui figura l’integrazione degli smartphone mediante mirrorlink.

Tra le dotazioni di sicurezza della nuova Fortwo Cabrio figura il sistema di assistenza in presenza di vento laterale che riduce le spinte che agiscono sulla vettura. Se il sistema riconosce la necessità di regolare la situazione, viene effettuato un intervento frenante sulla ruota anteriore e posteriore del lato rivolto verso il vento. questo intervento opera un effetto di sterzata attraverso la rotazione intorno all’asse verticale contrastando così l’effetto del vento.

Parte integrante del sistema esp è anche l’ausilio alla partenza in salita (di serie), che nelle partenze in pendenza impedisce l’arretramento della vettura, mantenendo la pressione frenante quando il guidatore sposta il piede dal pedale del freno all’acceleratore.

Insomma la tanta qualità costruttiva e percepita rendono questa smart ideale per vivere la città a 360 gradi. Per chi volesse farne un valida compagna anche al di fuori delle strade urbane consiglio la versione da 90CV capace di garantire comunque consumi esigui ma con prestazioni migliori.

I prezzi partono da 17.640 euro per la versione da 71 cv/ 52 kw equipaggiata con il cambio a doppia frizione twinamic.

PROVA Fiat 500X Cross Plus 1.6 Multijet 120CV

0

I crossover sono sicuramente la passione del momento e affascinano sia il pubblico maschile sia quello femminile. Così, noi di Autoprove.it abbiamo provato per voi la nuova Fiat 500X per più di 5.000 km, tra città e autostrada, per vedere come va.

La 500X possiede un’ampia gamma motorizzazioni in grado di soddisfare le esigenze più disparate. Infatti è possibile scegliere tra il motore 1.6 E-Torq 110 CV a trazione anteriore, il motore 1.4 Multiair 140 CV a trazione anteriore, il motore 1.6 MultiJet da 120 CV con trazione anteriore, il motore 1.3 MultiJet 95 CV a trazione anteriore e per finire il motore 2.0 MultiJet 140 CV con trazione 4×4 e cambio automatico a 9 marce (che debutta per la prima volta nella categoria).

E’ possibile soddisfare la voglia di avventura, grazie all’assetto rialzato della versione con trazione 4×4, o con gli allestimenti Cross o Cross Plus come quello in prova. Fiat pensa anche alle famiglie con il motore 1.3 turbodiesel da 95 CV (disponibile sulle versioni Pop, Pop Star e Lounge) che grazie alla sua cilindrata ridotta può essere guidato anche dai neopatentati. Cosa non da poco, visti i costi di gestione di una o più macchine. 

La versione che abbiamo guidato è la 500X Cross Plus 1.6 Multijet 120 CV con trazione anteriore e le nostre impressioni a riguado sono positive. Il motore infatti offre consumi interessanti, vista la mole del mezzo, consentendo un ottimo 5,4l/100km sul percorso combinato e un 6,3l/100km sul ciclo urbano. La versione in prova non è dotata di cambio automatico, ma nonostante tutto la macchina avvisa il conducente quando è necessario aumentare o scendere di marcia e questo consente di mantenere sempre i consumi sotto controllo e, grazie allo Start&Stop, si riduce il consumo di carburante durante le code o l’attesa ai semafori.

Ogni SUV viene acquistato principalmente da coloro che, per un motivo o per un altro, devono viaggiare molto su circuiti autostradali, ma non deve essere per forza così, poiché 500X ha una guida comoda e per nulla impacciata anche in città, dove il MultiJet FCA consente una guida brillante (evitando l’effetto “tartarugone”). I cerchi da 18” della versione in prova fanno sentire bene le buche (o crateri) delle strade cittadine, ma nonostante questo la macchina resta comoda da guidare grazie al volante preciso e ai sedili comodi.

Benché a prima vista la macchina sembri ricca di punti ciechi, non è così. Una volta saliti a bordo la posizione rialzata di guida, gli specchietti generosi e i sensori posteriori di parcheggio consentono di sapere dove ci si trova rispetto agli ostacoli circostanti; ci si può destreggiare con facilità anche nelle stradine più strette, tipiche delle cittadine italiane.

Con 500X si può viaggiare in tranquillità e sicurezza grazie ai 6 airbag, al sistema ESC e al sistema Lane Assist di serie sulle versioni Pop Star, Lounge, Cross e Cross Plus. Con un sovrapprezzo è possibile aggiungere il Blind Spot assist, il brake control e il freno di stazionamento elettrico.

Il Design esterno è accattivante grazie ai fari Bi-Xeno, alle linee dei paraurti e agli scudi di protezione. Gli interni non dispiacciono: sono spaziosi, razionali e le plastiche morbide. Il sistema Uconnect presente nel navigatore da 6,5 pollici, consente di restare sempre connessi. E’ possibile collegare il proprio Smartphone attraverso bluetooth o cavetto AUX, ma non solo, infatti si può collegare al veicolo anche una chiavetta USB e una memory Card.

Anche se internamente non è spaziosa come una famigliare a sette posti, sicuramente si viaggia comodi. Dietro lo spazio per le gambe non manca ma a causa del design “spiovente” del retrotreno, chi è molto alto rischia di toccare il tetto dell’auto con la testa. Il bagagliaio è spazioso e consente di caricare tre valige più uno zaino oppure il nostro amico a quattro zampe ( cane o gatto che sia). Questo è possibile anche se si è scelto di avere la ruota di scorta e non il ruotino, che essendo più piccolo occupa meno spazio lasciandone di più per i bagagli. Piccolo difetto: le bocchette dell’aria condizionata non sono presenti nei sedili posteriori, peccato.

Sicuramente 500X non è un SUV noioso e non è la tipica macchina grande fuori ma piccola dentro, come spesso succede. Se vale o no la pena di comprarla questo lo lasciamo scegliere a voi. 

Il listino della 500X off-road look parte da 23.350 euro. Per la versione in prova ne servono 27.300.

PROVA Ford C-Max 1.5 TDCI 120CV: no ai soliti suv

Quando si parla di posizione di guida rialzata e migliore visibilità sulla strada quasi tutti pensano ad un suv. Ma perché comprare un suv spacca ossa magari privo di trazione integrale quando si può optare per una monovolume?.

Ho provato Ford C-Max per oltre mille chilometri rimanendone molto soddisfatto.

Il motore 1.5 diesel da 120CV abbinato al cambio automatico powershift offre prestazioni interessanti con consumi esigui. Sui perscorsi misti ho registrato un considerevole 5,3l/100km. Ottimo sul percorso autostradale ed extraurbano il 1.5 TDCI non è sempre brillante nello spunto in città. Le soluzioni per avere più motricità allo scatto sono due. O si rinuncia al cambio automatico a 6 rapporti, che prediligendo una marcia comoda ed è adattissimo alle lunghe tratte, oppure si può optare per il 2.0 diesel che offre più slancio a semaforo verde.

La versatilità in città non le manca. Il motore 1.5 offre consumi ridotti e grazie allo start & stop si può risparmiare carburante quando si finisce incolonnati.

L’abitacolo è ben insonorizzato e le sospensioni smorzano tutte le asperità garantendo il massimo comfort. Volante preciso e capace di garantire una ottima dinamicità anche nel traffico cittadino.

Il design è da vera premium con assemblaggi esterni ed interni davvero curati. Bello e muscoloso il frontale valorizzato dai fari bi-xeno. Tecnicamente si tratta di un restyling ma C-Max appare completamente rinnovata fuori e dentro.

Spendendo soli 1000 euro in più Ford offre i sensori per l’angolo cieco all’interno dei retrovisori, la lettura dei segnali stradali (utilissima per evitare multe), il sistema di frenata automatica in città ed il sistema di controllo dell’attenzione del conducente. Quest’ultimo è molto utile ed efficace. L’auto conosce la sua collocazione all’interno della carreggiata ed avverte il driver con una vibrazione del volante sul superamento involontario delle strisce.

Soluzione da vera leader del segmento il cruise control adattivo. La vettura consente di inserire la velocità di crociera nonché la distanza che si vuole mantenere dall’auto che ci precede. Poniamo di aver fissato in autostrada la velocità di 120km/h. Se l’auto che ci precede viaggia a 100km/h la C-Max, indiviaduata la sua velocità, decellera da sola da 120 a 110km/h. Se il veicolo che ci precede accellera la C-Max torna ad adattarsi alla sua velocità restando sempre entro i 120km/h che avevamo preimpostato quale velocità massima.

Gli optional sulla versione Titanium X sono davvero tanti. Dal climatizzatore automatico bizona al touchscreen da 8″ passando per il sensore di pioggia che attiva automaticamente i tergicristalli.

Molto utile la fanaleria “automatica”. I fari bixeno seguono i movimenti dello sterzo offrendo una illuminazione ottimale in curva. Inoltre grazie alla funzione abbagliante automatica la vettura inserisce/disinserisce autonomamente gli abbaglianti ottimizzando l’esperienza di guida anche in condizioni meteo-stradali avverse.

Il sistema di infotainment è dotato della tecnologia sync2. Quest’ultima, sviluppata da Microsoft, garantisce una piena compatibilità tra il proprio cellulare e la vettura. Tutto è intuitivo e a portata di mano. Dal touch si gestisce navigazione, telefono e persino clima mantenendo sempre gli occhi sulla strada.

Lo spazio a bordo non manca. Le ginocchia ed il capo di chi viaggia dietro non corrono il rischio di infortuni. Tavolino, presa elettrica da 220V (come quella di casa) e tendine parasole fanno davvero la differenza. Il vano bagagli è decisamente ampio ed, offrendo una soglia di carico bassa, evita di perdere fantozzianamente l’uso della schiena nel riporvi cose all’interno. Il portellone si può aprire elettronicamente da un pulsante all’interno della plancia, dal telecomando, oppure con un movimento della gamba al di sotto del paraurti posteriore.

C-Max è inoltre disponibile in versione 7 posti con le porte posteriori scorrevoli al fine di facilitare l’accesso all’ultima fila di sedili.

Spazio a volontà e qualità al top. Una vettura con un rapporto qualità prezzo così è difficile immaginarla. Peccato solo che i fari posteriori non siano a led come le posizioni anteriori. Insomma qualche difetto dovevo pur trovarlo.

Una ottima alternativa ai noiosi “suv da città” che spesso offrono poco comfort e qualità ma solo una dose di insana arroganza a chi li guida.

I prezzi di C-Max partono da 16.250 euro. Per la versione in prova, attualmente in promozione, ne servono circa 27.500.