Potrebbe essere una delle notizie “clou” provenienti dal Salone di Torino versione “Open” 2025: il primo Torino Automotive Design Award (TADA, che si è inaugurato a Palazzo Madama durante il Salone dell’Auto di Torino 2025) delimitato dal tema “Piemonte meet China” ha inteso premiare sul lato dello stile e dell’impronta di Industrial Design le migliori “bellezze” provenienti dall’industria cinese dell’Automotive.
Nel contesto del Salone di Torino stesso, dove la straordinaria cornice cittadina – che si è aperta tra Piazza Castello, Piazzetta Reale, Giardini Reali e Fontana del Tritone – ha accolto e presentato per tre giorni anche le bellezze più iconiche del Design di Bertone, GFG, IED, Italdesign e Pininfarina, il Premio (che era già stato annunciato nel corso della Milano Design Week) ha visto una giuria internazionale selezionare i primi cinque progetti dentro ad una lista ovviamente più corposa.
Il fatto che questo sia avvenuto nel perimetro torinese (la cui cinta urbana e periferica è stata storicamente il Distretto di eccellenza dello Stile e della manifattura della carrozzeria di auto, con decine di leggendarie Firme dello Stile nate, cresciute o cessate nella attività e centinaia di piccoli e grandi artigiani – ed uno come al solito lo ricorda sempre e solo Autoprove.it ed è Salvatore Diomante – bravissimi a modellare lamiere e componenti) dovrebbe essere la notizia dentro la notizia.
Eppure, nella cornice del Salone di Torino 2025 la notizia o è stata quasi trascurata oppure è stata trasmessa come un fatto di cronaca ordinario. Ed invece secondo noi è un evento importante per il mondo dell’Automotive e per la tradizione storica di Torino nel campo del Design.
Perché a parte la Francia, storicamente “colonizzata” nel senso dello stile e della bellezza a quattro ruote da due nativi lombardi come Ettore Bugatti e Flaminio Bertoni, l’impronta torinese nel Design si è rivelata vincente e trainante in tutto il mondo che conta dal punto di vista dell’Automotive: Germania e Gran Bretagna dentro il continente europeo, ma anche Giappone, Corea, ed ovviamente Stati Uniti sono stati marchiati in modo irreversibile ed indelebile dal tratto di Maestri nativi torinesi come Battista e Sergio “Pinin”, Giovanni Michelotti, Marcello Gandini, Paolo Martin, Pietro Frua o Giugiaro; ed anche i “naturalizzati” sabaudi come Franco Scaglione, Ercole Spada, Leonardo Fioravanti, Ermanno Cressoni, fino al genio troppo presto spento di Pio Manzù e persino lo Yankee Tom Tijarda hanno assorbito la magia di Torino per diventare quei simboli di storia che sono diventati.
Per questo, in fondo, il fatto che Torino abbia premiato un modello di auto cinese non è un fatto allarmante ma, al contrario, un richiamo proprio a questa storia universale di questa capitale mondiale del Design.
Vediamo perché: a vincere il “Best Exterior Design” (con la motivazione di un design pulito, semplice ma davvero contemporaneo) è stata la “Changan Deepal S07”, mentre alla “cugina” Deep al S05 è andato il premio “Best Human-Centric Intelligent Integration” per le sue caratteristiche innovative (ampio schermo ad alta risoluzione, impianto audio di alta qualità, interni spaziosi con particolare attenzione al comfort e soluzioni pratiche per bagagli e occupanti). Questi elementi offrono così un’esperienza di guida e fruizione per l’utente superiore, incarnando l’aspetto “human-centric” del premio.

Deepal e Changan: nomi abbastanza “nuovi” per il mercato nazionale ed europeo
Deepal è il Marchio sussidiario del Gruppo Changan Automobile, uno dei quattro principali gruppi automobilistici cinesi con 40 anni di esperienza nella produzione di automobili e 14 basi produttive su 39 stabilimenti in tutto il mondo.
Tra i Marchi detenuti, CHANGAN Automobile elenca CHANGAN UNI, CHANGAN NEVO, CHANGAN LCV, DEEPAL, AVATR e marchi in joint venture tra cui CHANGAN Ford, CHANGAN Mazda e JMC.
Parliamo dunque di un Gruppo che produce mediamente nel corso di un anno tra i venti ed i venticinque milioni di pezzi, e che vede in Deepal appunto uno dei Marchi controllati, le vendite cumulative dei marchi cinesi sotto CHANGAN hanno superato i 26,33 milioni di unità.
DEEPAL è uno dei marchi automobilistici “battistrada” in Cina nel settore dei veicoli a nuova energia ed è attualmente il primo marchio di Changan Automobile nel settore “New Energy Vehicles”.
Gli Skills di R&S da parte di DEEPAL sono state insignite da riconoscimenti primari per 14 anni consecutivi dal National Enterprise Technology Centre e nel 2022 DEEPAL è stato ufficialmente presentato al pubblico in Cina come Marchio Costruttore proprio: il nome stesso – appunto Deepal – significa “Blu profondo”; rappresenta la fine del mare a contatto con l’universo, ed è segnato dal concetto “Touch the Future” cherappresenta il senso di avventura ed esplorazione della mobilità basata sulle nuove energie.
I due modelli premiati del Marchio, cioè la S07 e la S05 sono evidentemente due espressioni di veicoli concettualmente SUVCrossover strutturati su una piattaforma studiata in sinergia tra Changan, Huawei e CATL: Deepal S07 è nello specifico un SUV 100% elettrico dotato di linee fluide e nello stesso tempo aggressive, mentre Deepal S05 appartiene alla categoria dei SUV compatti. Il concetto di stile che rivoluziona la mission di Changan nel Design arriva nel 2020 con la serie di concept di seconda generazione “New Technology Intelligent Aesthetics”, fonde tecnologia ed estetica. La serie UNI, caratterizzata dall’inconfondibile “griglia senza bordi” che simboleggia questa evoluzione si è aggiudicata l’ambito International CMF Design Award. Ma su tutto questo c’è un forte vento che proviene da Torino.

Changan ed il Centro Stile di Rivoli
Facciamo alcune premesse storiche: diversi Marchi e Gruppi cinesi hanno incrociato la loro strada stilistica con Designer italiani e torinesi: Pininfarina è fin troppo noto in questo campo ma anche Chery con Enrico Fumia e Roberto Piatti, oppure BAIC con Fioravanti dimostrano un percorso quasi obbligato fin dall’apertura cinese all’Occidente dopo i fatti di Piazza Tien An Men.
Ovviamente sono poi arrivati i capitali di controllo – anche cinesi – su realtà storiche torinesi dello stile Auto; e purtroppo in qualche caso l’esito è stato disastroso. Come nel rapporto finito malissimo tra I.D.E.A. Institute e Lvchi, il Costruttore cinese che avrebbe dovuto esercitare – come da accordi – una opzione di acquisto del Marchio di stile italiano e che invece ha finito per confezionare una vicenda finita in Tribunale. Nel frattempo, in corso di controversia con Lvchi, I.D.E.A. (che si era prima trasferita dalla bellissima Villa Cantamerla a Moncalieri in un edificio nuovo di zecca) aveva lasciato quei capannoni di Moncalieri alla Italdesign. Poi, nel 2019, la liquidazione e la fine di una storia straordinaria.
Poco prima era però avvenuto per l’I.D.E.A. Institute un evento importante per tutta questa storia, quando era ancora a Moncalieri: nel 2006 la firma di Design aveva collaborato nello studio di una Urban Car, la Changan BenBen, con cui il Gruppo cinese affrontava in una delle prime volte la convergenza con i protocolli costruttivi e stilistici globali. In un’ala del Centro I.D.E.A. di Moncalieri, la stessa Changan aveva avuto la possibilità di aprire un piccolo centro di rappresentanza in Italia fin dal 1999 e di registrare poi la nascita del suo primo “Automobile Design Center Europe S.r.l.” che possiamo dunque recensire come una sorta di J.V. con l’Istituto di Mantegazza e Renzo Piano.
La motivazione è tutta da cercare nell’umiltà di voler imparare e nella straordinaria considerazione che il mondo cinese ha per lo stile e la storia italiana del Design. Dunque le attività aprono nel 2003 in questo piccolo centro. Poi, con il crescere del Team di Design, nel 2011 Changan lascia Moncalieri ed apre a Rivoli, in Via Simioli 21, il suo proprio Centro Operativo, senza tralasciare una attenzione ed una disponibilità ammirevole proprio verso l’I.D.E.A. Institute che, prima della irreversibile procedura giudiziale e la chiusura del 2019, aveva pensato di insediarsi temporaneamente a sua volta in una parte dello Stabilimento Changan. Questo excursus solo per ribadire, noi di Autoprove.it, lo slogan che rilanciamo fin da quando, con visite in loco e Test Drive di realtà imprenditoriali e di modelli provenienti dalla Cina: “Non chiamatele Cinesi”.
Un monito a non banalizzare né criticare con pregiudizio e scarsa cognizione il profilo e lo spessore professionale che l’Automotive del Dragone sta rappresentando in Occidente ed in Europa e che è fatto di umiltà, ambizione e voglia di crescere. Per questo, forse, ad amare ed apprezzare l’Italia sono più i cinesi che non coloro che abitano nel Belpaese. Nel frattempo, il premio insignito dal Salone di Torino a Changan e Deepal deriva anche dalla crescita costante che ha portato il Team da una cinquantina di persone nel 2010 fino ai 500 di oggi, dei quali quasi 300 sono esperti di Stile e Design provenienti da 30 Paesi.
Con un nuovo Stabilimento completato nel 2024 (ed ampliato a 24 mila metri quadri di uffici, laboratori e Virtual Room) lecompetenze acquisite dal Changan Design Center Europe hanno permesso la creazione di modelli come il CS75Plus, la serie Uni, ed i Changan Deepal SL03, S05 e S07.
Possiamo dunque dire, soprattutto rivolti alla attenzione di chi dentro l’Italia sta continuando a dismettere di tutto come fosse un inutile peso, che il premio insignito a Changan non è solo un attestato a due bei SUV del Paese del Dragone.
Ma è soprattutto un segno di vicendevole stima e rispetto verso chi ha scelto di investire in Italia per diventare migliore nel mondo Automotive sfruttando le radici e l’eccellenza che il tessuto artigianale e concettuale italiano sa ancora offire. E dunque per questo, a noi di Autoprove.it, tutto questo piace.
Riccardo Bellumori