“Chi volete libero? Gesù di Nazareth o Barabba??” chiese ad alta voce Ponzio Pilato rivolgendo la domanda al popolo assiepato sotto al suo palco.
“Barabba!! Barabba!! Vogliamo libero Barabba!!” Urlò come una sola voce il popolo becero.
“E sia!” – rispose risoluto Ponzio Pilato – “Barabba Libero e Gesù di Nazareth a centrocampo: ma badate bene, se stasera perdiamo la Finale io e Voi faremo i conti!!”
Sapete: da cristiano non più cattolico e mai stato praticante ed osservante (come la maggioranza dei cosiddetti credenti in Italia) mi ero sempre astenuto dal condividere questa freddura (in verità molto leggera, infantile ed a suo modo molto meno sacrilega rispetto a vere e proprie azioni di mascherato ed elegante vilipendio al credo religioso occidentale più antico tra quelli ancora osservati) che all’epoca della mia adolescenza girava tra Scuole Medie e Licei od Istituti Superiori e che veniva cadenzata dai ragazzi per sollevare una tenera risata.
A suo modo, una sorta di parodia per uno dei Referendum ante litteram e storica dimostrazione che il suffragio universale già all’epoca era assolutamente deleterio anche quando l’Autorità impegnata ad assolvere il voto prendeva esattamente in considerazione i desiderata del popolo.
Non fa una grinza dunque la notizia che in questa specie di Unione Europea contrassegnata dal forte legame con l’ispirazione cristiana nel rispetto della cosiddetta posizione laica e non confessionale delle Istituzioni si sia arrivati, pochi giorni fa, alla materializzazione della farsa democratica ed elettorale per delegare al popolo, fuori tempo massimo, il destino delle politiche ecologiste ed aleatoriamentedecarbonizzatrici che Bruxelles ha dapprima imposto e poi toppato nello sviluppo storico di limiti, vincoli ed obblighi.
Ed è questo il sentimento che guida la mia recensione sul taglio “semiserio” su una azione che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe al più accogliere l’avallo della popolazione europea su un percorso che palesemente oggi dimostra quanto sia diventato vecchio, inefficace ed insostenibile per il tessuto industriale europeo messo a confronto con Cina ed Asia, attualmente l’unica dimensione che dal lato della mobilità elettrica ha dimostrato di saper andare come un caterpillar contro qualunque altra dimensione continentale.
Sul presente Link è possibile richiedere l’accreditamento per accedere ad un vero e proprio Sondaggio pubblico che la Commissione Europea lancia per chiedere il parere di cittadini e stakeholders sulle normative che riguardano le emissioni di CO2 di auto e furgoni in vista della famigerata tagliola di “Fit for 55” fissata al 2035 per la fine della produzione e commercializzazione su suolo europeo delle piattaforme edotermiche (inizialmente tutte le endotermiche, con un moderato e più recente “stand-by” decisionale sulle piattaforme endotermiche ed Ibride. Con il titolo molto pomposo “ Revision of the CO2 emission standard for Carsand Vans” viene presentato un Sondaggio on-line attivo dallo scorso 7 Luglio fino al prossimo 10 Ottobre 2025.
Fanta-sondaggio o manifestazione istituzionale di resa? Gli effetti della consultazione
L’obiettivo della consultazione è garantire che tutti i portatori di interessi possano fornire il loro punto di vista e contributo in merito alla revisione dei livelli di emissioni di CO2 per i veicoli leggeri. Migliorerà inoltre la base di conoscenze su cui si fonda l’iniziativa. La consultazione contemplerà domande retrospettive e lungimiranti, con l’obiettivo di raccogliere contributi sui diversi elementi di cui sopra. Si partecipa alla consultazione pubblica rispondendo al questionario online, ma per ottenere cosa? Per consentire alla Commissione di raccogliere i pareri di stakeholders e di cittadini sul riesame del regolamento 2019/631 che definisce i limiti di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri (furgoni) nuovi. Evidentemente la ragione del Sondaggio on line vuole porre al vaglio della cittadinanza europea il Regolamento 2019/631, ma è curioso leggere tra i passaggi introduttivi al Sondaggio la considerazione espressa dagli estensori secondo i quali “il settore automobilistico europeo si è confrontato con le incertezze del settore” visto che le incertezze sono nate tutte a causa di una transizione imposta da Bruxelles; e quella che senza alcun imbarazzo di sorta recita che l’obbiettivo di decarbonizzazione può stimolare la competitività se e solo se obbiettivi e politiche comuni sono ben allineati al fine di garantire certezza e prevedibilità ad imprese ed investitori.
Posto che l’unica prevedibilità garantita dall’Unione alle Imprese europee è di fallire o di essere oggetto di shopping (mia personale considerazione) è interessante il passaggio discriminante sullo step di riesame – fissato al 2026 – della direttiva sui dati tecnici espressi per le autovetture per aiutare i consumatori a optare per veicoli a Zero emissioni, messo a confronto con il passaggio che chiarisce che la Commissione intende valutare il Sondaggio on Line per ridisegnare lo stesso riesame del Regolamento 2019/631 sui limiti di emissione di CO2 di auto e Van; e quello 1999/94/CE sulla cosiddetta “etichettatura” verso una transizione che sia economicamente sostenibile e socialmente equa e che tenga conto dell’apporto delle tecnologie “Ibride ricaricabili” (oltre che, indirettamente, sull’arrivo di carburanti alternativi.
Ma già nelle premesse, volendo essere sinceri e diretti, sembra quasi che gli estensori siano abitanti di Marte. La transizione ecologica della mobilità europea viene sintetizzata per capitoli su base onirica: come può una Commissione auspicabilmente libera da dipendenze e scevra da patologie di varia natura sintetizzare i vantaggi desiderati in tema di mobilità ecologica e decarbonizzazione con un elenco del tutto disatteso? Il partecipante al Sondaggio si trova di fronte ad un delirio di desideri e di obbiettivi già di per sé stessi disattesi, come “offrire vantaggi ai consumatori e ai cittadini derivanti da una più ampia diffusione dei veicoli a zero emissioni”, “stimolare l’innovazione nelle tecnologie a zero emissioni, rafforzando in tal modo la competitività sostenibile e la leadership tecnologica della catena del valore del settore automobilistico”, “stimolare la creazione di posti di lavoro di qualità e l’occupazione nell’UE”; e non basta: “ridurre la dipendenza dell’UE dalle importazioni di combustibili fossili, che causano la volatilità dei prezzi dell’energia e costi di approvvigionamento più elevati, rendono l’UE più vulnerabile alle pressioni esterne e all’incertezza del mercato globale e hanno ripercussioni significative sulle bollette dell’energia dei consumatori.” .
La bufala dell’Elettrico nella riduzione del consumo di Petrolio nell’Unione Europea
Chissà, per inciso, se si può incriminare di reato ideologico e di sollecitazione della creduloneria popolare questa Commissione nel segnalare che sta semplicemente dichiarando il falso quando dice che la conversione elettrica riduce la dipendenza dell’Unione Europea dal petrolio.
Basta leggere le cifre: con un PIL di 11.700 miliardi di Euro (rivalutato a 15.220 Mld di Euro al 2022) ed una Unione di 25 Stati Membri, la UE nel 2006 ha consumato circa 3,5 mld di Barili di Petrolio (dati Arera) con un apporto di solo il 7% di energia rinnovabile sul totale consumato; mentre nel 2022 la conversione diffusa delle sole endotermiche in Hybrid e la immissione di BEV nel parco circolante ha portato (dentro un’Europa a 27 che ha prodotto un PIL di 15.800 Mld di Euro) ad un consumo di 3,7 miliardi di barili di Petrolio, dentro una offerta di energia da rinnovabili che ha coperto il 23% di fabbrisogno interno. Dunque, dove sarebbe la riduzione dalla dipendenza dal Petrolio? Balle, ben impacchettate e divulgate da Bruxelles: la quota di consumo europeo di fossile e di petrolio lungo oltre quindici anni è rimasta indentica.
E che ne pensate di questo passaggio umoristico? “Il regolamento offre certezza e prevedibilità a lungo termine agli investitori lungo la catena del valore, concedendo nel contempo un lasso di tempo sufficiente per una transizione equa, che sostiene la leadership tecnologica della catena del valore del settore automobilistico dell’UE e un’occupazione di qualità e promuove altresì l’accessibilità, anche economica, delle soluzioni di mobilità a zero emissioni per tutti, compresi i gruppi vulnerabili.” Fantascienza, vero?? Se solo non fosse, purtroppo, tutto vero e terribilmente istituzionale. Ma nulla è più grave dell’autoconvincimento dei Membri (nomen omen) politici di Bruxelles di sentirsi adatti ed all’altezza di guidare questa Unione.
Così è se Vi pare: Bruxelles vuole sapere come la pensate. Ma ha gia’ fatto la frittata….
Ma entriamo un attimo nello specifico del Sondaggio, diviso in Sezioni: la prima si concentra sugli elementi del regolamento per ilivelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 dei veicoli leggeri nuovi (regolamento (UE) 2019/631) per il periodocompreso tra il 2015 e il 2024, dove si chiede a chi risponde di esprimersi su: efficacia (l’azione dell’UE ha conseguito i suoi obiettivi?)efficienza (quali sono i costi e i benefici?); pertinenza (risponde alle esigenze dei portatori di interessi?); coerenza (quanto bene si integra con altre azioni?); valore aggiunto dell’UE (quali sono i vantaggi di un’azione a livello di UE?). Il criterio di risposta è sulla indicazione secondo scala da 1(inefficace) a 5 (molto efficace) della percezione di conseguimento obbiettivi climatici. Volete sapere quanti “1” colleziona la Sezione secondo le mie risposte? Il minimo sindacale, cioè il 100%, e mi sono contenuto.
Addirittura – temerariamente – la Commissione si azzarda a chiedere il parere degli interessati su quanto l’azione della UE sia “pertinente” (corrispondenza tra esigenze e problemi da affrontare ed obbiettivi da conseguire).ovvero “coerente”(livello di interazione di interventi diversi tra loro dentro la UE o nella sinergia tra UE e panorama internazionale) oppure “di valore aggiunto” (possibilità di conseguimento degli obbiettivi da parte dei singoli Stati Membri senza una azione percorsa a livello comunitario da Bruxelles) con domande degne del miglior Conte Nocetti.
Leggetele Voi e provate ad articolare una qualunque possibile risposta compiuta:
“In che misura le esigenze ovvero i problemi affrontati dal regolamento (riduzione delle emissioni di CO2 efficace sotto il profilo dei costi nel settore del trasporto su strada per sostenere gli obiettivi climatici dell’UE) continuano a richiedere un’azione a livello di UE?”;
“In che misura ritiene che il regolamento sia coerente con altre normative e politiche dell’UE?”
“Come potrebbe essere migliorata la coerenza e in che modo tale obiettivo potrebbe essere conseguito?”
“A suo parere, qual è il valore aggiunto di uno strumento a livello di UE volto a ridurre le emissioni di CO2 delle autovetture e dei furgoni nuovi?”
Busta “1”, “2”, o “3”??? L’Unione gioca di fantasia e chiede il parere dei cittadini
Il riesame dei livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 dei veicoli leggeri nuovi (regolamento (UE) 2019/631) vaglierà una serie di opzioni rispetto allo scenario di riferimento (ossia la prosecuzione dell’applicazione del regolamento attuale) attraverso una valutazione d’impatto, in particolare per quanto riguarda: i livelli degli obiettivi applicabili dal 2035; le flessibilità aggiuntive per il rispetto degli obiettivi; il ruolo dei combustibili rinnovabili sostenibili; le indennità per le emissioni in eccesso; il monitoraggio e la comunicazione; l’efficienza energetica dei veicoli a zero emissioni. Eppure…
Ecco, questa è la Sezione del Sondaggio meno “prevedibile”, in fondo: quella che pare aprire le porte al “dubbia” per una panoramica di opzioni che si chiede ai cittadini di votare sul percorso ideale da tenere nel futuro. E’ quello che si può serenamente evincere dalla serie di opzioni che si possono selezionare dalla più importante (risposta di valore “5”) fino alla più futile (risposta di valore “1”) sulle priorità che “dovrebbe” affrontare il Regolamento; un elenco di voti da “1” a “5” appunto su:
“Necessità di ridurre le emissioni di CO2 del trasporto su strada in linea con l’obiettivo della neutralità climatica”;
“Necessità di maggiori investimenti in tecnologie innovative a zero emissioni”;
“Necessità di rafforzare la competitività e la leadership industriale dell’industria automobilistica dell’UE”;
“Necessità di automobili e furgoni a prezzi più accessibili”(sic);
“Necessità di garantire una transizione giusta verso una mobilità a zero emissioni”;
“Necessità di stimolare l’occupazione nella catena del valore del settore automobilistico e in tutta l’economia”;
“Necessità di migliorare la qualità dell’aria”;
“Necessità di ridurre il consumo di energia dell’UE”;
“Necessità di ridurre la dipendenza dell’UE dalle importazioni di combustibili fossili”;
Ecco, amici: la prima di almeno due puntate su questo inaspettato momento di “Open Democracy” da parte della Commissione Europea, incardinato sul Sondaggio di cui Vi stiamo presentando la struttura, si conclude qui.
Alla prossima, ed ovviamente (mi raccomando) andate a votare. Non Vi capiterà molte altre volte, su questo tema.
Riccardo Bellumori