Fine dell’alimentazione di marca: Porsche chiuderà tutte le sue stazioni di ricarica in Cina
A causa del drastico calo delle vendite in Cina e dell’aumento della concorrenza da parte delle case automobilistiche locali, Porsche ha deciso di chiudere la propria rete di stazioni di ricarica nel Paese, costringendo i clienti a utilizzare i servizi di operatori terzi.
Le vendite di Porsche in Cina sono diminuite dopo il record del 2021, quando è riuscita a vendere 95.671 auto in questo Paese, e per ora l’azienda non può farci nulla: la curva della domanda continua a scendere. Nei primi tre trimestri del 2025, Porsche ha venduto in Cina 43.280 auto (-26% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Le ragioni di questo calo sono diverse: il rallentamento globale della domanda di auto elettriche, l’aumento della concorrenza da parte dei produttori cinesi di auto di lusso, l’assenza di una produzione Porsche in Cina e, di conseguenza, prezzi troppo elevati, scarsa localizzazione dei componenti elettronici: il sistema multimediale Porsche è poco compatibile con il software cinese.
Porsche sta ovviamente reagendo ai problemi in Cina: un anno fa è stata annunciata una riduzione del personale della divisione Porsche China di un terzo, mentre la scorsa estate è stata presa la decisione di ridurre di circa un terzo anche la rete di concessionari Porsche in Cina, portandola a 100 punti vendita entro il 2027.

LA CRISI PORSCHE
Questa settimana l’azienda tedesca ha annunciato che intende chiudere la propria rete di stazioni di ricarica in Cina, che attualmente conta circa 200 strutture. La liquidazione della rete inizierà il 1° marzo 2026: le stazioni di ricarica del marchio scompariranno gradualmente dall’applicazione mobile dei clienti Porsche. Non è ancora chiaro se le stazioni saranno fisicamente smantellate o vendute a un nuovo proprietario. I proprietari cinesi di auto elettriche e ibride plug-in Porsche dovranno comunque utilizzare in modo permanente servizi di ricarica di terze parti il prossimo anno, dato che in Cina ce ne sono tantissimi.
Porsche non vuole costruire un proprio stabilimento in Cina e per ora non vuole nemmeno collaborare con aziende locali per lo sviluppo di nuovi modelli. A novembre Porsche ha aperto un proprio centro di ricerca e sviluppo a Shanghai, dove lavorano già circa 300 ingegneri. Questo centro si occuperà principalmente dell’adattamento del sistema multimediale Porsche alle esigenze dei clienti cinesi, il che significa che almeno uno dei problemi attuali di Porsche sarà probabilmente risolto a breve. La versione locale del sistema multimediale sarà installata sui modelli Porsche per la Cina a partire dalla metà del 2026. Naturalmente, sarebbe stato possibile acquistare soluzioni già pronte, ad esempio da Huawei, ma la dirigenza di Porsche non è ancora pronta per un passo del genere.
A proposito di direzione: il 1° gennaio 2026 Michael Leuters assumerà la carica di amministratore delegato di Porsche, sostituendo Oliver Blume, molto provato dal lungo periodo in cui ha guidato contemporaneamente Porsche e l’intero gruppo Volkswagen. Blume manterrà la carica di amministratore delegato del gruppo Volkswagen.

