Caro Babbo Natale,
Ti scrivo questa lettera seduto sulla mia vecchia auto solo endotermica e pure Diesel, ovviamente obbligato a girare la città con il classico “scollinamento” perimetrale tra area urbana e periferia perché, come sempre, anche nelle giornate prenatalizie feriali o festive (quelle in cui sarebbe davvero prezioso poter girare la città e fare acquisti) l’accesso del mio “ferro” vecchio e fumoso è impedito nel Centro e zone limitrofe.
Eh, eppure il Comune in cui abito continua imperterrito, come gli altri, nel far accedere fino alle aree più vincolate i vecchi furgoni, veri ferrivecchi puzzolenti ed inquinanti che per il solo pregiudizio di essere “Mezzo strumentale” di Impresa sono ammessi per consentire alle tante bancarelle che invadono i quartieri storici soprattutto durante le Feste.
Motivo per il quale l’occupazione anche temporanea di aree di parcheggio trasformate in mercatini ambulanti peggiora la mia viabilità: cacciato dal centro, sovra numerario nelle aree di sosta. Che bel destino.
Eppure la mia vecchia auto è proprio il mio Mezzo strumentale: senza di lei non riuscirei a scorrazzare mio figlio a scuola o nelle attività pomeridiane; senza lei non potrei andare a lavorare od a svolgere attività legate al vivere quotidiano.
Vorrei tanto, caro Babbo, che Tu regalassi a me ed alla mia piccola quattro ruote l’emozione di attraversare – anche solo una volta – i viali del mio centro cittadino.
La gioia di passare ancora una volta accanto ai monumenti, ai palazzi, ai chioschi che hanno accompagnato la mia gioventu’ e che pure, oggi che sono un uomo di mezzo secolo, ricordo bene di aver attraversato da adolescente con il mio Piaggio “Si” e fino all’inizio degli anni Novanta con una vecchia Autobianchi A112.All’epoca sembrava tutto così’ normale. Oggi invece quel che è normale è divenuto straordinario. Forse è solo questo il cavillo che fa sembrare che il tempo scorra in avanti, invece che all’indietro.
Perché il tempo che passa per la mia vecchia auto non sembra scorrere in avanti: più il tempo passa e più la mia piccola costa. Aumentano Bollo ed Assicurazione, aumentano i costi di ricambi e gomme. Ed aumenta il costo più immateriale: per usarla “devo” spendere di più, visto che nei giorni o nelle condizioni in cui è davvero impossibile da usare devo spendere in biglietti per Bus, Metro, Ferrovie urbane.
Ecco, caro Babbo: regalami anche la sorpresa di vedere una tassazione che sia proporzionale al valore “ZERO” della mia vecchia auto. Perché – a volte – nel confrontarmi con gente che pagando anche diverse decine di migliaia di Euro per l’auto nuova ha ZTL accessibili, Strisce Blu garantite, Bollo esentato e facilitazioni in serie, mi sembra proprio che quello straricco sonodiventato io.
Invece no, se tengo la mia vecchia carretta è anche perché da dopo il Lockdown – come hanno riscontrato i tanti premurosi studi sul tema – il potere di acquisto custodito nelle mie tasche è crollato. E anche se non se ne parla più, coperto dalla nuova presunta guerra mediatica e culturale tra “Comunisti”, “Fascisti” e “Nazisti”, io sto ancora pagando le tante rateizzazioni che il mio benessere “moderno” mi ha imposto, come ha imposto a tutti i cittadini della mia condizione; ormai rateizzo tutto: bollette, multe, tasse, Assicurazione, e da qualche mese – non ci posso credere – ho ripreso una vecchia abitudine che pensavo sepolta con mia povera mamma quaranta anni fa: “Fernando, puoi segnare?”, diceva timida e un po’ imbarazzata rivolta al verduraio sotto casa; e lui, comprensivo, “allungava” il conto della spesa di frutta, verdura, olio.
Certo, Babbo, se Tu potessi farmi un altro regalo, sai cosa vorrei chiederTi?? Di farmi vendere il mio vecchio arnese a quattro ruote ad un “millino” (anche Tu, credo, avrai ascoltato alla TV finnica questo “nomignolo”): e questo, bada bene, solo perché la situazione del mercato auto è a un tale livello di colabrodo che persino i cassoni di inizio millennio come il mio sono saliti di valore. E se solo fino a ieri mi avrebbero pagato qualcosa gli originari proprietari per intestarmene uno, oggi la esigenza di mobilità di una persona comune si è a tal punto accentuata che nessuno può fare a meno di avere sotto di sé un mezzo a due, tre, quattro ruote. Chiaramente, lo so già che Tu, Babbo Natale, non puoi farmi regali “divergenti”. E così, se pure io potessi ricevere per regalo di vendere la mia vecchia auto ad un prezzo superiore a quello al quale l’ho comprata usata dieci anni fa, dovrei alla fine dissanguarmi per comprare persino una Grande Punto a Metano o una Turbodiesel almeno Euro 6.
Ma non voglio stancarTi con troppi tecnicismi, e dunque Ti posso solo ricordare che la situazione di noi automobilisti è diventata drammatica. Sembra quasi che si voglia abbattere il senso stesso di piacere e di condivisione della nostra auto. Ma a proposito, caro Babbo: ma Tu sei mai stato vessato a tal punto con la Tua Slitta, magari accusata di non montare le cinture di sicurezza e di non essere in regola con i test EuroNcap? O forse Ti hanno tartassato i maroni con lo sfruttamento delle renne? Perché ad essere sinceri sono secoli che il Tuo mezzo di trasporto fa il giro del mondo ogni anno; ma anche solo con un decimo del tartasso che ogni giorno affrontiamo noi automobilisti, Tu da un pezzo avresti gettato la spugna. E dunque, caro Babbo, direi che quello che chiedo io a Te in regalo in fondo è quel che Tu stesso vorresti in regalo. Ecco: diciamo che per questo Natale 2025, in previsione del 2026, vorrei tanto che Tu facessi un regalo urbi et orbi a tutti gli automobilisti di ogni età, razza, cittadinanza, credo e ceto sociale. Regalaci una tregua: che per almeno il prossimo anno la politica si dimentichi di noi. Visto che, quando ci prende sott’occhio, ci regala sempre nuovi incubi.
Ecco, Babbo Natale: per quest’anno nuovo rendici invisibili come Te.

