Quando, in occasione di EICMA 2024, Autoprove.it ha recensito il Salone con due Video e Storytelling su Spotify, fummo investiti da una mitragliata di critiche e commenti sfavorevoli: secondo le libere opinioni dei nostri visitatori, eravamo “off toopic”, decontestualizzati dal nostro Core, e perfino inadeguati a parlare del sacro mondo delle due ruote senza poter sfoggiare il pedigree di aver consumato le pedane nelle curve di montagna o nei week end in Pista.
La cosa colpì profondamente me più che Antonio, visto che la prima volta che salii su un ciclomotore, nel lontano 1981 a solo 11 anni, fui tra i primi ad adottare il casco protettivo non per sicurezza ma per scongiurare il rischio che la Stradale, scorgendo il mio viso da bambino pur “mascherato” da un metro ed ottanta di dimensione adolescenziale, mi fermasse e sequestrasse il mezzo.
Da allora di strada sulle moto ne ho fatta, anche se non ho mai avuto paparino e mammina pronti con l’assegno per acquistare la motorella nuova di zecca in Salone.
Lo scorso anno, per la prima volta, ho fatto visita al Salone del Ciclo e Motociclo – EICMA a Milano non solo come visitatore appassionato di moto ma come vero e proprio “inviato” di Autoprove.it.
Per questo ho ricavato una sessione di riprese che ha dato vita a diverso materiale multimediale tra Video, Articoli e Talk su Spotify.
La motivazione era piuttosto didascalica: nella analisi delle statistiche e sui dati ufficiali degli espositori, nelle ultime tre edizioni almeno avevamo notato una crescita davvero importante di marchi produttori di mezzi molto differenti per struttura e filosofia di uso dalle canoniche motociclette.
“Essere Motociclista” : un fatto di “razza” o di esigenza di mobilità?
Era per noi un segnale, non un fatto incidentale: qualcosa stava cambiando sia nel rapporto dei Riders “puristi”con il mondo delle due ruote, sia con il concetto stesso di mobilità attraverso il supporto del mondo motociclistico.
Detto in soldoni l’esplosione del Delivery urbano e del trasporto merci di piccolo taglio, unito al vantaggio economico e fiscale del detenere sia moto che tri e quadricicli sia per l’uso privato che professionale, aveva sin dal seguito del drammatico Lockdownimpresso una accelerazione nelle vendite di motocicli alternativi che finivano per andare oltre il semplice versante degli Scooter.
Ma di certo dalla fine del 2019 iniziava a contrarsi anche la domanda di “crossover” a due ruote, cioè della soluzione più moderna e versatile con cui i motociclisti – rinunciando un poco alle prestazioni ed al fascino delle “Pure sport” o delle parenti strette delle Superbike – si erano rivolti tuttavia ad un mercato interessante per garantire allo stesso tempo piacere di guida motociclistica e funzionalità estrema anche nell’uso professionale.
Il “boom” dei Marchi dedicati a questo tipo di produzione ha confermato questo trend al quale ovviamente si è accompagnato un certo progresso nella modalità di utilizzo attraverso Sharing o Noleggio, nel contesto di un crescente uso “aziendale” che per effetto della fiscalità (Fringe Benefit).
Dunque, la dimensione sempre più in contrazione dei puristi (coloro che già agli albori schermivano gli utilizzatori di Scooterscome “non motociclisti”, badate bene) ancora affezionati, e giustamente, alla “due ruote” classica e prestazionale, aveva trovato pane per i suoi denti: non solo i cosiddetti “scooteristi” trovavano in commercio un ventaglio sempre più vasto di offerta spaziando dai 125 cc fino agli 800 dei cosiddetti “Maxi”; ma a questa categoria si affiancava un mondo di utilizzatori “Commodity” che grazie alla elettrificazione ed ai sistemi di Renting e Sharing iniziava a riversare sul mezzo a due/tre/quattro ruote anche il proprio mondo professionale e lavorativo.
Tutto questo accompagnato dall’arrivo preponderante dei nuovi player asiatici ed indiani che ci hanno serenamente avvertito, con lo slogan di Sergio Leone, “Giù la testa”.
Perché se Cina e Taiwan sono – messe insieme – l’area continentale leader insuperabile della produzione di motocicli e quadricicli, l’India è di fatto il mercato leader per numero di mezzi a due ruote in circolazione.
E se ancora, giusto per autocompiacimento un poco antiquato, vogliamo ancora celebrare il grande pedigree e la storia nobile del motociclismo europeo, faremmo bene sia a considerare e contare quanti Marchi europei sono oggi nel pieno controllo di Gruppi asiatici ed indiani; ed ancora faremmo bene a provare a spiegarci il continuo ed irrefrenabile boom globale di un Marchio che sta davvero facendo faville: l’indiana “Royal Enfield”, nata davvero decenni fa in India, pervenuta in Europa da metà anni Ottanta con motocicli praticamente da lavoro (presente, tra l’altro, con una delle poche due ruote Diesel in India, motorizzata Lombardini) ed oggi regina di preferenze e vendite.
Viva i “puristi” delle due ruote. Ma il mercato crolla: Perché?
Ma solo l’arrivo in Europa di asiatici ed indiani non basta a spiegare l’effetto che, se prendiamo a riferimento il solo mercato italiano, sta colpendo negativamente il settore commerciale dei motocicli “duri e puri” che risentono in questi ultimi semestri di una flessione. Ed anche questo è quel che vorremmo monitorare noi di Autoprove.it al prossimo EICMA a Milano. Perché la moto classica è entrata nel trend “rosso”?
Ad Agosto 2025 le statistiche ufficiali di settore hanno registrato un contraccolpo negativo; e fatta salva una quota che non possiamo trascurare legata alle rinunce all’acquisto od alla sostituzione per cause generate dal calo del potere di acquisto, della precarietà, dell’incertezza anche normativa che limita la previsione di piena utilizzabilità delle moto nei centri urbani, rimane una flessione pesante che deve per forza inquadrare altre concause.
E noi di Autoprove.it, meno inclini alle leggende metropolitane del mondo moto e sempre in cerca di risposte plausibili, cerchiamo di dare alcuni spunti di riflessione. Alla faccia dei puristi.
Confusione e norme vessatorie: l’ambiente è il primo killer delle due ruote
Il primo è proprio nella questione ambientale e delle autorizzazioni alla circolazione nei centri Urbani: ormai da almeno un decennio si è completata definitivamente in Italia la conversione del parco moto circolanti. Senza chiamare in causa motivazioni farlocche come quella dell’anzianità del parco moto circolante (al momento tenuta su solo dai maxi scooter), il ciclo di vita naturalmente ridotto delle moto porta a vedere in giro moto molto più giovani della media degli undici anni registrata per le auto.
Inoltre il canale “Heritage” e collezionismo sta rendendo le moto più vecchie di dieci anni di già delle “Instant Classic” difficili da trovare in mezzo al traffico.
Per contro, il ciclo di sostituzione forzato, che si è completato da qualche semestre con le iniziative commerciali straordinarie per le quali il mercato si è reso protagonista di veri e propri boom da un lustro a questa parte, ha diviso il mercato delle moto in due tronconi: da un lato coloro che hanno compiuto il proprio ciclo di sostituzione avvalendosi di mezzi che terranno negli anni a venire, “sacrificando” per questo la vecchia permuta; dall’altro coloro che hanno moto ancora in diritto di circolare, il cui futuro è ovviamente incerto ma che tengono sia perché le normative non diradano dubbi ed incognite sul futuro, sia perché il mercato dell’Usato – con quotazioni fondamentalmente in calo – non agevola la dismissione della vecchia moto.
Ed il valore dell’Usato, insieme ai trend di intermediazione e di passaggi di proprietà, sta diventando una nuova “buca” nel cammino del mercato a due ruote: perché con l’ingresso a pioggia di nuove moto “low Cost” di provenienza asiatica, ovviamente facilitate dalla grande diffusione di meccaniche mono/bicilindriche economicissime provenienti soprattutto da Cina e Taiwan, e grazie a telai e componenti abbastanza di qualità; il comparto delle moto “entry level” cresce abbattendo nello stesso tempo il valore di trattativa degli usati in offerta su cui pesa il terzo grande problema atavico nel mondo moto.
E’ il costo dei ripristini e del service management, che rimane ancora oggi davvero alto e in alcuni casi – per moto più vecchie o poco diffuse – è davvero proibitivo.
Il terzo motivo? E’ nella dabbenaggine dei Media di settore che hanno benedetto la vendita delle e-Bike sempre più performanti da dieci anni a questa parte come palliativo per i cali di margini nel mondo moto, e che ora si strappano i pochi capelli piangendo al capezzale dei famigerati “cinquantini” ormai finiti nella palude dei numeri negativi. Ovvio che tra slogan ecologisti e prestazioni in aumento per le eBike, il mondo di ciclomotori e miniscooter e minimoto è ovviamente finito nel limbo.
Questione ambientale: moto in stallo, Delivery in piena risalita
A fronte del calo (così da noi motivabile, salvo che da parte dei nostri lettori non pervengano suggerimenti) del mondo moto “tradizionale”, si deve però registrare il grande salto in avanti della produzione “commodity” legata ai quadricicli da lavoro ed uso professionale.
Il Video di Autoprove.it fatto lo scorso anno è stato per questo un vero e proprio segnale: senza la presenza di Importatori e Costruttori di mezzi per Delivery, minicargo, trasporto merci e professionale nei Centri Urbani, mezzi per Ultimo Miglio e mezzi per lo sharing motociclistico l’EICMA 2024 sarebbe stato deserto per quasi metà degli spazi espositivi senza dimenticare che la presenza delle componenti e dell’Aftermarket ha occupato a sua volta diverse aree dentro Rho Fiera Milano.
Dunque, chiaro che anch’io, da appassionato delle due ruote, vorrei il ritorno di un vecchio Eldorado fatto di Superbike e moto emozionali e non solo di “Commodity”.
Ma la realtà parla di mondo moto per l’uso professionale e lavorativo: un settore in crescita (dove, a nostro avviso, anche i Quad ed i mezzi balneari iniziano ad avvicinarsi al mondo dell’agricoltura e della tutela forestale e non più ad essere mezzi ludici) che mira a sposare la praticità funzionale di una quattro ruote con i vantaggi economici del mondo dei motocicli e dei quadricicli.
In ogni caso, visto che in primis Autoprove.it è una piattaforma di appassionati della “bella meccanica”, non mancherà la finestra doverosa verso le bellezze a due ruote (Superbike, Cruiser, Custom, Enduro, etc…) che già immaginiamo di ammirare al Salone.
Come sarà, su questo punto di vista, la prossima edizione di EICMA 2025? Noi ci saremo, per recensirla per Voi. Anche per quelli che, come sempre, avranno pronta in canna una qualche critica per aver noi “sconfinato”. Chissa’ da dove, poi.
Riccardo Bellumori