Nuove Tesla Model 3 e Y Standard: Musk VS Trump

Tesla ha fatto scalpore introducendo non uno, ma ben due modelli Standard, con la Model 3 che riceve anch’essa il trattamento base accanto alla già attesa Model Y. Al momento disponibili esclusivamente negli Stati Uniti, entrambe le auto – nel caso della Model 3, in sostituzione della versione a trazione posteriore standard – hanno subito una significativa riduzione delle dotazioni per raggiungere un prezzo più basso.

Partiamo dalle buone notizie: la Tesla Model 3 Standard rappresenta in realtà un miglioramento rispetto alla precedente RWD in termini di autonomia, che passa da 438 km a 517 km secondo il rigoroso ciclo EPA statunitense. Questo dato è condiviso anche dalla Model Y Standard, nonostante quest’ultima sia più grande e pesante.

Come prima, la Model 3 Standard accelera da 0 a 100 km/h in 5,8 secondi, mentre la Model Y impiega un secondo in 6,8 secondi (1,4 secondi più lenta rispetto alla RWD); entrambe raggiungono una velocità massima di 201 km/h. Accettano solo fino a 225 kW di ricarica rapida DC Supercharging, rispetto ai 250 kW degli altri modelli, quindi una ricarica di 15 minuti garantisce 274 km di autonomia (272 km per la Model Y).

LE RINUNCE

Ora passiamo alle notizie meno buone: cosa è stato eliminato. A partire dalla Model 3 Standard, le modifiche rispetto alle varianti regolari – ora rinominate Premium – sono minime. Esternamente, le ruote da 18 pollici adottano un nuovo design completamente coperto chiamato Prismata (già anticipato in precedenza), anche se gli acquirenti possono optare per cerchi da 19 pollici Nova, come su qualsiasi altra Model 3 non Performance. Paraurti, fari LED (con abbaglianti adattivi) e fanali posteriori a forma di C restano invariati.

All’interno, spariscono le strisce luminose ambientali introdotte con il restyling Project Highland, mentre i sedili anteriori elettrici – dal nuovo design – sono rivestiti in parte in tessuto e perdono la funzione di ventilazione (niente sedili posteriori riscaldati). La regolazione del volante è ora manuale, una scelta che potrebbe piacere a chi non gradiva il sistema tramite touchscreen. Tuttavia, i sedili anteriori perdono i comandi fisici dedicati, quindi l’unico modo per regolarli è tramite lo schermo. Anche gli specchietti ripiegabili elettricamente e i vetri doppi su tutto il perimetro sono stati eliminati.

Altrove, la console centrale presenta portabicchieri senza coperchio e non c’è più lo schermo posteriore, sostituito da bocchette dell’aria regolabili manualmente. Rimangono lo schermo touchscreen da 15,4 pollici anteriore, due caricabatterie wireless Qi, il tetto panoramico in vetro e sette altoparlanti, ma la radio FM è stata rimossa.

Se pensavi che la Tesla Model 3 Standard fosse spartana, la Model Y Standard porta il concetto a un livello superiore. Come mostrano le unità non camuffate, la barra luminosa anteriore e i fari divisi sono stati sostituiti da lampade sottili monoblocco (senza abbaglianti adattivi), e anche il design della presa d’aria è stato semplificato in una “bocca” larga. Le ruote da 18 pollici (con coperture Aperture uniche) rimangono, ma l’unico upgrade disponibile è verso i cerchi da 19 pollici Crossflow, di serie sulle versioni Premium.

Sul retro, l’illuminazione indiretta dei fanali del restyling Project Juniper è sparita, sostituita da una semplice barra nera che collega fanali a forma di L invertita. Questi integrano le funzioni di indicatore e luce di retromarcia, quindi il diffusore posteriore ospita solo i catarifrangenti.

L’abitacolo della Model Y Standard ha subito lo stesso processo di semplificazione della Model 3 Standard, ma in modo ancora più marcato. La console centrale, che prima ospitava un vano con coperchio, è stata sostituita da un’apertura sotto i caricabatterie wireless. I portabicchieri e il bracciolo anteriore rimangono, posizionati su un’isola “flottante”. Persino i tappetini sono ora opzionali.

In modo piuttosto curioso, il tetto in vetro è ancora presente, ma Tesla ha scelto di coprirlo completamente con il rivestimento del cielo, eliminando la sua funzione estetica. La versione Standard manca anche del filtro HEPA e della modalità Bioweapon presenti su altre Model Y (non disponibili su nessuna Model 3) e ha sedili posteriori ripiegabili manualmente anziché elettricamente. Non solo queste modifiche rendono la Standard chiaramente un modello “economico”, ma tutti questi pannelli e componenti su misura avranno comunque avuto un costo per Tesla – il che vanifica un po’ lo scopo, no?

Sotto la carrozzeria, entrambe le versioni Standard utilizzano ammortizzatori passivi normali, anziché quelli selettivi in frequenza (sempre passivi) presenti altrove. Un’altra area in cui Tesla ha tagliato è quella degli assistenti alla guida – niente più assistenza al mantenimento della corsia, quindi queste due varianti non offrono più la funzionalità Autopilot.

Tuttavia, la frenata automatica d’emergenza, il cruise control adattivo, l’assistenza al mantenimento della corsia e il monitoraggio dell’angolo cieco sono ancora di serie, così come le otto telecamere, inclusa quella frontale. Essendo Tesla, è comunque possibile optare per il pacchetto Full Self Driving (supervisionato), che costa 8.000 dollari negli Stati Uniti.

La scelta di costruire componenti completamente nuovi fa sì che la Model Y Standard non sia poi così più economica delle versioni Premium, costando solo 5.000 dollari (RM21.000) in meno, a 39.990 dollari (RM168.600) – non molto, considerando le funzionalità perse.

La Model 3 Standard da 36.990 dollari, invece, costa 5.500 dollari in meno rispetto alla Premium RWD (precedentemente chiamata Long Range RWD), ma questa cifra non tiene conto della dismissione del vecchio modello base RWD da 38.990 dollari. In altre parole, il prezzo base della Model 3 è sceso solo di 2.000 dollari.

Tutti questi tagli di prezzo coprono solo parzialmente la perdita del credito d’imposta federale da 7.500 dollari per i veicoli elettrici, che l’amministrazione Trump ha abolito la scorsa settimana.

Redazione
Redazionehttp://AUTOPROVE.it
Autoprove.it nasce nel 2014. Quando carta stampata, radio e tv iniziavano a confrontarsi con il mondo dei social si aprivano spazi per una comunicazione nuova, disintermediata. Partiva così l’idea di creare un progetto diverso attento ai lettori e alle loro curiosità.
RELATED ARTICLES

LEGGI ANCHE