La beffa di Tazio Nuvolari nel cuore della Germania di Hitler

Il “via”, al Nurburgring, viene dato con un modernissimo semaforo a tre luci. Nelle prime fasi, con le Mercedes e le Auto Union in testa e con le due Alfa di Chiron e Brivio presto fuorigioco, Nuvolari galleggia in sesta posizione ma senza perdere il contatto dai primi. Dal settimo giro il mantovano attacca,portandosi sorprendentemente in terza posizione. Alla nona tornata, infrangendo la barriera degli 11 minuti (giro più veloce in 10’57”) Tazio sorpassa la Mercedes di Caracciola portandosi incredibilmente in testa alla corsa tra lo stupore generale dei centomila spettatori, quasi un affronto per la superiorità tecnica germanica. All’approssimarsi della metà gara, i box si riempionodi meccanici pronti all’imminente rientro delle monoposto per il rifornimento e cambio-gomme. All’undicesimo giro, in un uragano di applausi, le quattro vetture di testa capeggiate da Nuvolari si fermano contemporaneamente ai box. Mentre Von Brauchitsch riparte per primo, seguito da Rosemeyer e infine da Caracciola, al box Alfa si consumano momenti drammatici : la pompa a pressione del rifornimento benzina si rompe, i meccanici devono lentamente versare la benzina tramite un bidone e un imbuto: Nuvolari scende dalla macchina, urla e gesticolaforsennato ma impotente. Ben quaranta secondi in più del necessario vengono persi nella disgraziata sosta, facendo ritornareil mantovano in sesta posizione. La leggenda comincia in quel momento: in pochi giri, Nuvolari riconquista il secondo posto, maleader della corsa rimane sempre Von Brauchitsch con la suaMercedes W25. I due, dopo la sosta, erano stati gli unici a girare regolarmente sotto gli 11 minuti, tuttavia il distacco  si mantiene a lungo consistente (circa un minuto) a favore del tedesco. Almeno fino al 17° giro.

LA VITTORIA DI CUORE

A partire dalla tornata successiva, la pressione di Nuvolari, seppure a distanza, comincia a sortire effetto: il distacco scende, inesorabile, sotto il minuto, anzi addirittura sotto i 50”, un margine comunque di tutta tranquillità per Von Brauchitsch e la sua potente Mercedes. Ecco, proprio la grande potenza che la vettura tedesca sprigiona sull’asfalto porta alla luce l’unico vero tallone d’Achille : durante le prove il responsabile della Continental, la casa fornitrice di pneumatici, aveva fatto presente a quelli della Mercedes che, mentre la guida vellutata di Caracciola avrebbe permesso un solo cambio gomme, lo stile nervoso di von Brauchitsch avrebbe probabilmente reso necessario un ulteriore prudenziale cambio per evitare problemi alla gomma posteriore sinistra.

I timori diventano realtà : nonostante il vantaggio, proprio quel pneumatico inizia a svelareuna preoccupante fascia bianca, chiaro segno che il battistrada è ormai finito. E Nuvolari riduce ancora il distacco: al ventesimo giro, due alla fine, poco più di trenta secondi separano i due. Dai box Mercedes il leggendario e corpulento ds, Alfred Neubauer, segnala a von Brauchitsch di rallentare, e questi di rimando  gesticola indicando le gomme posteriori. Alla fine del 21° passaggio, l’irruento pilota tedesco ha solo due possibilità: fermarsi ai box per un cambio di pneumatici, con solo 35” di vantaggio che però non gli permettono alcuna certezza di mantenere la testa della corsa, oppure continuare con le gomme sulle tele. Sceglie la seconda possibilità, ignorando i meccaniciche al box sono già allertati per una sosta improvvisa. Tuttavia, su un circuito dove per compiere un giro si impiegano circa 11 minuti, l’impossibilità di conoscere i distacchi in tempo reale inducono Von Brauchitsch a continuare a spingere. E a pochi chilometri dal traguardo, nei pressi della curva del Karussell, la famigerata gomma posteriore sinistra della Mercedes esplode!!!!

Il pilota mantiene la macchina in pista, ma passano pochi secondi e l’Alfa di Nuvolari “asfalta” l’argentea vettura azzoppata. Ai box, intanto, nessuno sospetta o sa nulla di quanto accade in questi momenti. Quando sbuca  una macchina rossa tutti pensano a un doppiato, ed è il celebre giornalista della Gazzetta dello Sport, Giovanni Canestrini, a gridare per primo “Ma è Nuvolari, è Nuvolari  !!!!!! ”. Il caporale nazista Huehnlein sbianca, enasconde frettolosamente in tasca il foglio del discorso, che avevapreparato per celebrare la vittoria di un pilota e di una macchina di casa. 

I centomila tifosi tedeschi restano per un po’ ammutoliti, ma subito dopo esplodono in un fragoroso applauso mentre la bandiera italiana viene issata sul pennone e Nuvolari riceve il trofeo intitolato al Führer, quasi scomparendo nella gigantesca corona d’alloro fatta su misura per i “giganti” tedeschi, inspiegabilmente sconfitti da quel diavolo d’un italiano a bordo di una vettura – l’Alfa Romeo P3 – ormai alla fine dei suoi giorni ma ancora capace di cogliere quella che resta nella storia come la “vittoria impossibile”!

Francesco Ferrandino
Francesco Ferrandino
Sono nato il 16 maggio '76, quando la Ferrari fece doppietta in Belgio con Lauda e Regazzoni: in quel momento i miei cromosomi hanno avuto una decisiva mutazione. Nascondendomi talvolta dietro il nickname "sundance76", continuo tuttora a predicare per le vie del web una singolare religione: la Storia delle Corse Automobilistiche.
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