Audi in Formula 1 e il mistero buffo

Fa scalpore l’annuncio di un ingresso di Audi al fianco di Sauber in Formula 1. Eppure pochi sanno davvero i retroscena e le vicende poco chiare che hanno impedito al Logo dei Quattro anelli di partecipare alla Categoria cadetta fin dalla sua inaugurazione. Proviamo a raccontare un “giallo” di settant’anni fa.

Audi in Formula 1

Volkswagen ha dimostrato di aver avuto sempre le idee chiare in merito alla vita sportiva del suo Brand Audi. Una volta rilevati da Mercedes i diritti industriali sul Marchio Auto Union nel 1964 e riavviato la produzione Audi di serie fin dal 1969, nel 1975 Volkswagen promosse la mostruosa Porsche-Audi “Sonoco” da 1000 Cv nella Categoria Can-Am negli Stati Uniti. Nel 1980 poi annunciò il ritorno ufficiale dei Quattro anelli nelle competizioni internazionali – nei Rallyes – con la terrificante “Coupè Quattro”.

Successivamente, lavorando con continuità e pragmatismo, il Gruppo di Wolfsburg ha definitivamente consacrato Audi nel mito di Le Mans, addirittura celebrando la prima vittoria di un motore Diesel alla 24 Ore.

Era nell’aria da tempo, dunque, l’arrivo del Marchio Premium in Formula Uno, e l’annuncio recente non fa che consolidare un programma atteso da tanti osservatori di settore. Questo è quello che si conosce da oggi in poi. Eppure, se la storia fosse andata diversamente, e se non vi raccontassi ora la “leggenda” dell’Auto Union…fantasma, probabilmente una monoposto con il logo dei “Quattro anelli” avrebbe partecipato al Mondiale di Formula Uno fina dal suo inizio nel 1950

1932: Uniti si vince. Nasce la Auto Union

Nel 1932 DWW, Audi, Horch e Wanderer fondano la Auto union trovando in questo frangente due fattori determinanti per la creazione della leggenda dei “Quattro anelli” : l’appoggio e le risorse economiche del neonato governo nazista e la direzione tecnica del geniale Ferdinand Porsche, che trapiantò sul marchio dei quattro anelli le sue ricerche futuristiche su meccanica, trazione integrale, motorizzazione a 16 cilindri. Nacquero così le prime vere “Frecce d’argento” (ricordo che le Mercedes fino al 1934 erano bianche…) che hanno terrorizzato con il loro aspetto aeronautico e la loro potenza le gare europee fino al 1939, quando l’esplosione della guerra chiuse i battenti sulle competizioni in generale. Gli impianti Auto Union di Zwickau furono oggetto di bombardamenti statunitensi e dalla occupazione dell’Armata Rossa che acquisì come bottino di guerra disegni, progetti, impianti e macchinari, nonché tutto il magazzino aziendale trasferendo tutto in Russia. Contemporaneamente anche il Professor Ferdinand Porsche viene arrestato nel 1945 a Digione dai francesi, già trovandosi in territorio francese – presso il Governo collaborazionista di Vichy – dopo aver dovuto chiudere e trasferire il suo studio di progettazione di Stoccarda per motivi di sicurezza. Come collaborazionista e incriminato, Porsche viene espropriato di beni, diritti industriali, brevetti e quant’altro era ritenuto dagli alleati un bene patrimoniale. Stratagemma usuale, in Francia, adottato soprattutto per estorcere a forti produttori industriali segreti e scoperte industriali e commerciali.

In parole povere dal 1945 Auto Union diventa un fantasma e, come tale, non può partecipare al Mondiale di Formula Uno nato nel 1950. Eppure, una domanda: è mai esistita una Auto Union di Formula Uno?

Il Trofeo Grand Prix, le “Voiturette”, la misteriosa Auto Union “Type E”

Nella Formula “Grand Prix” istituita nel 1922 era contemplata la partecipazione di vetture con cilindrata fino a 3000 cc. se non sovralimentati, oppure di soli 1.500 cc se dotati di compressore volumetrico, categoria denominata “Voiturette”.

Dopo la chiusura delle competizioni nel 1939 a causa della guerra, e l’accantonamento della Formula Grand Prix nel 1946, il Campionato di Formula Uno parte nel 1950 con le regole di base proprio delle Voiturette, tra le quali si fanno trovare pronte tra le altre l’Alfa Romeo e la Mercedes che con la W165 aveva collaudato sin dal 1939 una monoposto di tale categoria.

E l’Auto Union? Beh, la Casa dei quattro anelli – causa la supervisione di Ferdinand Porsche per le Typ A, B e C – vestiva i panni tipici del protocollo del Professore : motore V16 cubatissimo, trazione integrale, e tanta potenza. Solo con la Typ D e il momentaneo allontanamento di Ferdinand Porsche dalla Auto Union per seguire il progetto “KdF – Wagen”, lo stilema Auto Union ebbe una leggera variazione sotto la direzione tecnica di Eberan von Eberhorst, che con la “Type D” – ufficialmente l’ultima Auto Union da corsa – raggiunse cubature, potenza e dimensioni molto più umane delle realizzazioni di Ferdinand Porsche.

Purtroppo la iniziale crisi della Auto Union, legata al taglio dei contributi che il governo nazista aveva sempre lautamente garantito alle frecce d’argento, porta al declino prematuro dell’impresa agonistica ed al mistero su una fantomatica “Type E” – il canto del cigno – che in molti giurano potesse essere un prototipo copia ridotta della della “Type D”, ottenuta riducendo a 1.500 cc. Il motore, e che si dice sia stata collaudata da Auto Union all’inizio del 1939……Eppure, il primo a negare l’esistenza di un progetto “Type E” fu proprio – sempre – Eberan von Eberhorst. E qui comincia il “mistero buffo” !!

La Sokol 650: l’Auto Union di Formula Uno…a sua insaputa?

Torniamo alla occupazione della Auto Union ad opera dei sovietici. Tutto ciò che era presente negli stabilimenti di Zwickau fu portato in Russia e qui, su spinta del nipote di Stalin (Vassily), si realizzarono i progetti rimasti incompiuti di quello che Auto Union aveva lasciato in bisaccia; e qui, ohibò, trova forma proprio una monoposto mai realizzata prima dalla originaria Auto Union, che guarda caso impersonifica perfettamente un prototipo che se ben motorizzato avrebbe potuto prendere il via nel Mondiale di F1 : quella che viene chiamata “Sokol 650” e che per molti non è altro che la realizzazione della misteriosa Auto Union “Type E” di Formula Uno.

Se è inevitabile che quella Sokol 650 sia stata realizzata dai russi sulla base dei progetti e dei prototipi requisiti nello stabilimento Auto Union, perché Eberan von Eberhorst ne ha negato l’esistenza? E qui si configura il secondo “mistero buffo”: quello delle gemelle diverse Sokol 650 e Cisitalia Porsche 360.

Vediamo in immagine a confronto la linea laterale delle due monoposto (Image 1: Sokol 650; Image 2: Cisitalia Porsche 360) e le dimensioni caratteristiche: per entrambe ruote da 17” e larghezza di metri 1,5. Lunghezza e Passo : 4,0 mt. e 2,6 mt. per la Cisitalia Porche e 3,85 mt e 2,5 mt per la Sokol. Praticamente identiche….E per entrambe un motore a 12 cilindri, a V di 65° per la Sokol e Boxer per la Cisitalia…..

Porsche Type 360 Cisitalia (1948 - 1949) - Stuttcars

Impressionante somiglianza, vero? Partiamo con l’ultima storia di questo lungo Post….Entriamo in una atmosfera “giallo – noir…”

La “strana coppia” : Piero Dusio e Ferry Porsche

Gli storiografi dell’epoca post bellica, ma è raro trovarli in Rete, descrivono un incontro quasi magico a Bolzano, nel 1947, tra due personaggi che hanno scritto pagine di leggende automobilistiche. Da una parte Piero Dusio, ricchissimo torinese proprietario della Cisitalia (e già datore di lavoro di nomi del tipo: Nuvolari, Giacosa, Abarth, Savonuzzi, Battista “pinin” Farina), che ha assolutamente bisogno di un super progettista per la sua futura auto da corsa, e che si presenta a Bolzano in doppiopetto e limousine Buick di ordinanza. Dall’altro lato Ferry Porsche (figlio di Ferdinand e contitolare dell’omonimo studio di progettazione…) che arriva in treno insieme alla sorella Louise, in un panorama descrittivo da tragedia : i due arrivano con abiti logori, stanchi e soprattutto affamatissimi al punto che la riunione tecnica si dovette aprire – secondo i racconti – in una trattoria.

L’accordo tra Ferry Porsche e Dusio è chiaro, veloce e molto pratico: Ferry Porsche chiede come compenso quello che – a suo dire – ammonta al valore di riscatto che i francesi chiedono per la liberazione del Professor Porsche. In cambio progetterà per conto di Dusio sia una monoposto da Gran Premio, sia una sportiva che un trattore. In realtà la collaborazione si fermerà al progetto della “Grand Prix” ma qui si presenta un “mistero”…

L’auto fantasma : Cisitalia – Porsche “360 Grand Prix”

Mistero, perché? Perché Ferry Porsche, che nel frattempo ha traslocato lo studio di progettazione a Gmund in Carinzia, inizia la progettazione della auto da corsa Cisitalia proprio chiamando a collaborare Eberan von Eberhorst. Ed è questa la prima stranezza, visto che tutto il materiale di Auto Union era, o doveva essere, stato requisito dai russi e che – per ammissione di von Eberhorst – Auto Union non aveva nulla replicabile per il futuro trofeo di Formula Uno. E visto anche che, per effetto dei provvedimenti sanzionatori, la stessa titolarità di brevetti e proprietà industriali era stata requisita come sanzione di guerra al collaborazionista Ferdinand Porsche.

Dunque perché Ferry Porsche, benchè adeguato ottimamente per la progettazione tecnica, dovette assumere presso di sé proprio l’ultimo DT della Auto Union? Andiamo ad analizzare sommariamente la “360 Grand Prix” ideata da Ferry Porsche, per inventare delle risposte possibili, e scopriamo in mezzo a tante complicazioni del tutto superflue e persino controproducenti per la nuova Formula Uno Cisitalia (soprattutto la trazione integrale inseribile, un inutile e complicato orpello mai più ritrovato in Formula Uno ad eccezione dei prototipi Lotus e Cosworth degli anni 60) alcuni elementi discriminanti su cui aprire un confronto con un’altra auto leggendaria e misteriosa : la Sokol 650.

Gli elementi discriminanti sui quali richiamo la vostra attenzione sono due : la linea quasi identica della “Cisitalia 360 Grand Prix” rispetto alla linea della Sokol 650. E la presenza in tutte e due le monoposto di un motore 12 a V,seppure quello della Cisitalia si può definire un Boxer.

Dunque: esisteva già una “Auto Union” di Formula Uno?

Se dunque le coincidenze nella vita non accadono mai, perché una eventuale Auto Union “Type E” già di Formula Uno nel 1939, una Sokol 650 oltre la Cortina di Ferro ed una Cisitalia Porsche condividono così tante caratteristiche in comune? Chi, tra i russi, Von Eberhorst, o lo stesso Ferry Porsche, non ha detto tutto quel che forse si doveva dire???

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