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Nuovo Mazda CX-6e 2026: Anteprima Rendering

Questa settimana sono apparse sul web le prime foto spia dei prototipi del nuovo Mazda CX-6e.

Grazie a questi rendering degli amici di Kolesa.ru abbiamo la possibilità di farci un’idea di come sarà.

Poco meno di un anno fa, in Cina sono state presentate in anteprima una EZ-6 softback di serie e la concept crossover Arata. Anche quest’ultimo diventerà presto un veicolo di serie, i cui prototipi sono stati avvistati dai fotografi spia qualche giorno fa. Probabilmente, in Cina si chiamerà EZ-60 e nella versione europea CX-6e. Sempre alla fine del mese scorso, sono stati pubblicati dei teaser ufficiali che mostrano alcune caratteristiche dell’imminente novità.

Rendering Kolesa.ru

LO STILE UNICO

Il crossover manterrà le proporzioni del concept, che riprendono anche alcuni altri modelli di produzione Mazda, come la Mazda 3 hatchback di ultima generazione e il CX-30 parketnik. Praticamente invariate rimarranno le originali luci di marcia a LED nella parte anteriore, che incorniciano la griglia (o meglio, il tappo al suo posto). L’ottica della novità è separata, i blocchi principali dei fari, integrati nel paraurti, saranno leggermente più grandi rispetto al concept. Secondo le informazioni preliminari, il donatore della nuova Mazda sarà il crossover cinese Deepal S07, che si nota, in particolare, per le simili maniglie delle porte a scomparsa. Le porte stesse, come nel modello cinese, saranno prive di telaio. Anche la parte posteriore è quasi identica al concept, tranne che per il design del paraurti posteriore, uno spoiler più semplice sopra il lunotto e un nuovo tergicristallo.

DATI TECNICI E MOTORI

Il nuovo crossover Mazda sarà completamente elettrico, costruito sulla piattaforma modulare EPA1 di Changan. Questa piattaforma è utilizzata anche dalla Mazda EZ-6 liftback, che ha debuttato all’inizio di quest’anno in Europa come Mazda 6e, e dalla già citata Deepal S07. I propulsori possono essere presi in prestito da quest’ultima: la S07 viene offerta con un singolo motore elettrico sull’asse posteriore, che sviluppa da 218 a 258 CV a seconda della modifica. Si prevede che la novità Mazda competerà con il crossover Tesla Model Y, che recentemente ha subito un significativo restyling.
L’anteprima del nuovo Mazda CX-6e potrebbe avvenire già alla fine di questo mese al Salone di Shanghai.

Ford in sconto contro i Dazi di Trump

Ford ha annunciato il ritorno degli sconti per i dipendenti nello stesso giorno in cui il mercato azionario è crollato di oltre 1.430 punti in risposta ai devastanti dazi del Presidente Trump.
In un post sul blog, non ritenuto abbastanza degno di essere pubblicato sul sito dei media, il direttore delle vendite Ford negli Stati Uniti ha dichiarato: “In tempi come questi, le chiacchiere valgono poco”. Rob Kaffl ha proseguito dicendo: “Per 121 anni, abbiamo puntato sui nostri soldi, assemblando veicoli su cui gli americani fanno affidamento e sostenendo i posti di lavoro americani. Oggi sono orgoglioso di annunciare una nuova iniziativa statunitense che è più di una semplice promozione: è una stretta di mano con ogni americano”.

LA SCELTA DI FORD

L’accordo prevede prezzi per tutti i dipendenti e si applica a un assortimento di veicoli Ford e Lincoln del 2024 e 2025. Tuttavia, alcuni modelli non sono idonei, tra cui il Ford Expedition e il Lincoln Navigator ridisegnati e i pick-up Super Duty. Le esclusioni non finiscono qui: i Raptor sono persone non grate, così come “i veicoli speciali Mustang e Bronco”.

Anche se questo è un po’ un peccato, è ancora possibile fare un affare con i rinnovati Bronco Sport e Maverick e con la maggior parte delle versioni dell’F-150. Naturalmente, poiché i primi due modelli sono prodotti in Messico, è meglio agire in fretta. Questo vale anche per la Mustang Mach-E.

I risparmi variano, ma lo sconto per i dipendenti di solito riduce di un paio di migliaia il prezzo di listino. Nel caso di un Bronco Sport Badlands da 40.375 dollari del 2024, il prezzo A/Z-Plan è di 37.705 dollari.

Questo è solo un esempio, ma Ford sta usando l’incentivo per sottolineare i suoi legami con l’America. Come ha fatto notare l’azienda, il numero di lavoratori statunitensi impiegati è superiore a quello di chiunque altro.

End OF Termico? No, Endotermico

Come si è forse capito dai miei Post, io sono sostanzialmente per la difesa del classico motore Endotermico, più ancora se e quando viene accusato di quasi tutti i mali che attanagliano il pianeta Terra. 

Gli integralismi dogmatici sono di per sé inquinanti, e dunque quando la pletora degli “elettrofili” da un decennio a questa parte proclama la assoluta santità e beatitudine della mobilità “BEV” o “ZE” trovo sempre l’occasione per tirare giù dall’albero qualche evangelico la cui eco-testa è composta ormai irreversibilmente non di litio ma peggio, di puro stronzio.

Detto questo, sono sempre puntuale nel ricordare ai tanti “Semplicio” della decarbonizzazione quanta parte di endotermiche in Occidente andrebbe riassorbito da non si sa bene quale dedicato “Piano Marshall” che dovrebbe finanziare nell’ordine: acquisto BEV nuova, riconversione dei centri di AfterSales, alienazione e recupero della endotermica vecchia, il tutto ripetuto per almeno 150 milioni di volte e di vecchie auto. Solo così si riuscirebbe a raggiungere almeno il 25% di BEV circolanti rispetto all’intero parco vecchio occidentale. Mancando tutto questo, essere al 4% di BEV presenti in Europa ed USA non è un demerito. E’ la logica. 

Così come non serve essere feroci nelle statistiche commerciali che vedono l’elettrico puro, sebbene promosso dai quattro angoli del Globo istituzionale e governativo (e nonostante incentivi ed agevolazioni) fermo ad un tetto di non più del 4% di parco circolante immatricolato in Occidente dopo appunto almeno 15 anni di demonizzazione endotermica.

Vogliamo infine aggiungere che l’auto è un investimento legato alla consapevolezza ed alla esperienza di uso e di gestione, e che dal lato delle “sicurezze” l’elettrico lascia davvero parecchio a desiderare? 

Potete indicarmi, cortesemente, le risposte ufficiali del mercato “Z.E” in termini di: durata batterie, costi di sostituzione o rigenerazione, possibilità di assistenza ed Aftermarket “IAA” e non solo “OEM/OES”, valore di remarketing a data stabilita, etc…? Se come pare le risposte sono di pura speranza, come pensare che consumatori persuasi del fatto che – al massimo – il mercato evolverà nel futuro in un abbassamento dei prezzi, non vogliano attendere “sine die” questo fatidico futuro rendendo tuttavia il mercato attuale un vero e proprio stillicidio?

Detto questo, non mi tiro indietro alle responsabilità ed alle zone critiche delle alimentazioni destinate ai motori endotermici, che sono chiaramente fonte di inquinamento, di spreco, e di un certo malcostume di uso legato a vecchissime consuetudini.

Le endotermiche: un mondo multicolore, multialimentazione, da rivalutare

Prima cosa: le auto in Italia ed in Europa non sono troppe: sono troppe soltanto quelle che dovrebbero onestamente prendere la via della rottamazione; situazione persino degradata dal lato dei LCV (Light Commercial Vehicles) trentennali, che tuttavia appartenendo generalmente a personaggi umanamente poco raccomandabili e fondamentalmente intestatari di nulla, si ritrovano a circolare indisturbati pur collezionando volumi di verbali la cui superficie cartacea attualmente tappezzerebbe gli Hangar.

Detto questo chi rispetta e difende il motore endotermico deve sapere e rispettare le tre condizioni fondamentali che legano l’essere civili a questo tipo di mobilità:

– L’utilizzo coscienzioso e necessario, alternato nei momenti ludici con soluzioni di mobilità alternativa: non sono solo gli elettrofili ad amare lo sharing elettrico, la bici e le lunghe passeggiate;

– L’utilizzo di una endotermica deve tornare ai protocolli di corretta gestione di un tempo: i filtri si cambiano a cadenza (quello dell’aria ormai non oltre i 5.000 km.) e non a caso di cane; le gomme idem, e tagliandi di controllo e revisione devono essere categorici. E dovendo essere rigorosi, ci dovremmo vergognare tutti, io stesso, che un’auto nasca e muoia con la stessa marmitta catalitica persino dopo trenta anni di vita.

Infine, volenti o nolenti la risorsa fossile è sempre meno in occidente, e sempre più destinata ai nuovi Padroni industriali del mondo: Cina, India ed Asia. Questo significa che entro breve il mondo automobilistico europeo, fatto di almeno 160 milioni di auto in circolazione, avrà tre conseguenze sulla sua pelle: riduzione di almeno il 25% di parco circolante auto privato, esplosione del Car Pooling e dello Sharing solidale; aumento dei costi di gestione e manutenzione anche dell’Usato; ripartizione delle scorte di combustibili per autotrasporto in queste chiare e prevedibili funzioni: 35% trasporto merci, 20% mobilità istituzionale e sociale (Sanità e sicurezza , Ordine Pubblico, Amministrativa, ambientale), 25% mobilità professionale e lavorativa, ed infine (sebbene la cosa vi possa sembrare assurda) un residuo 20% di Combustibile destinato alla mobilità civile privata. Basta gitarelle fuori porta, insomma.

Da cosa traggo queste percentuali? Da una risorsa che gli elettrofili dimostrano raramente: il buon senso.

Per loro la mobilità sostenibile è divisa in sole tre fasce: i ricchi possono tutto in elettrico e ai poveri diamo le briches, dal MaxiSUV alla Hypercar, dalla colonnina FastCharge domestica e riservata fino ai sistemi di Guida autonoma; per la middle Class c’è la speranza di un buon sistema di Renting (non sia mai, avere di proprietà una elettrica) e per chi può ancora meno la infinita bontà dello Sharing sociale – con monopattini, bici e minicar elettriche – arriva a mettere una pezza nel nome della sostenibilità equa e solidale. Proprio su questo aspettavo Maria Antonietta Border Layern e l’ìpotesi del Leasing sociale: ripeto, al popolo diamo le brioches, il pane stufa alla lunga. 

Per i raziocinanti dell’endotermico, invece, la consapevolezza dei contingentamenti, dei vincoli, del risparmio e della rigenerazione non può più essere un pensiero latente. Farà sempre più parte di un ecosistema nel quale il concetto dominante che abbiamo sempre trascurato è quello del nostro nobile padre Einstein, perfetto in termini di generazione energetica: nulla si crea (né si può creare) e nulla si distrugge ma tutto si trasforma. 

Ecco, appunto, quella specifica condizione della trasformazione energetica deve diventare un poco il fulcro del nostro protocollo di sviluppo futuro, in cui la mobilità – per fortuna o purtroppo – diventerà ancora più determinante. 

Il tragico palcoscenico del Lockdown, oltrechè esercitazione programmata per la verifica di tenuta del mondo informatico e telematico (con un intero mondo operativo da dietro schermi di un PC o di un dispositivo Mobile) ha mostrato che spostarsi sul territorio non è una opzione ma una necessità. Farlo risparmiando risorse è l’unica via possibile.

Pensare che la forma più intelligente di risparmio sia rottamare quasi seicento milioni di auto molto vecchie circolanti nel mondo sostituendole con altrettante elettriche è un poco il siparietto comico di improvvisati geni della mobilità ecologica che arrivati persino al mezzo secolo di vita pensano che il tuono provenga ancora dallo scontro tra le nuvole…Ma questo l’ho ripetuto a beneficio della memoria da galline che a molti esploratori del Web è stata indotta: sbattendo gli occhi, dimenticate le cose di buon senso lette prima e vi disponete a memorizzare nuove fregnacce.

Se si vuole trovare una forma immediata di risparmio e di ottimizzazione è nel recupero e nella rigenerazione di quanto più possibile parco auto circolante sulle strade del mondo. E questo non significa solo “collezionare” ma riqualificare, trasformare, adeguare quello che già c’è spostando il focus industriale dalla creazione di nuove linee di auto al settore dell’Aftermarket innovativo.

Oggi una qualunque auto a benzina o Diesel può essere rivitalizzata attraverso:

– Nuova centralina e software per l’utilizzo di biocarburanti;

– Impianto di adduzione o sostituzione con Gas parzialmente rinnovabili;

– Può restare in attesa di sviluppi su produzione e distribuzione di E-fuel composto con Idrogeno;

– Può essere trasformata, mediante Kit Retrofit, in auto 100% elettrica.

Al confronto, cosa può diventare una 100% elettrica se non rimanere tale? 

Nel frattempo, come sempre il mercato si organizza e si muove secondo la propria logica: quella di margini e profitto.

In effetti il mercato si è accorto – ben prima dei culi pesanti della UE e degli EV-angelici – che ingolosire il consumatore-tipo dell’elettrico “puro” con il miraggio della progressiva riduzione dei costi di accesso avrebbe portato i Costruttori europei ad affrontare una guerra suicida contro i produttori asiatici.

Mentre nel frattempo la speranza di un calo dei prezzi sta frenando le intenzioni di acquisto di tanti che attendono tempi migliori. Forse inutilmente.

Meglio, molto meglio sarebbe (o potrebbe ancora essere) un programma strutturato di Aftermarket – da parte dei Marchi occidentali – per offrire al cliente sempre meno dotato finanziariamente la serie dei servizi e delle opzioni che ho appena elencato sopra, sviluppando contemporaneamente una “fidelizzazione di ritorno” di un esercito di proprietari di Usato che, per effetto delle ultime mutazioni socioeconomiche, trova oggi molto più ragionevole cercare di tenere un’auto pur vecchia affiancandola a servizi paralleli di Sharing e di mobilità alternativa.

Facendo lo slalom tra i dati, è ormai evidente la riduzione delle percorrenze medie degli italiani in auto, a cui si aggiunge una crisi socioeconomica che sta riducendo la propensione all’acquisto. 

Inutile farsi illusioni, perché la moda della autoimmatricolazioniè ancora vitale nei Dealer e nei Costruttori. Dunque il dato netto di ricambio auto tra privati è decisamente meno brillante delle statistiche.

Questo è dunque il tema di fondo del mercato. Una volta si diceva: “Cambio, Tengo o Restituisco?”. Beh, oggi dovremmo molto più razionalmente chiederci tutti “Tengo, Rottamo, o Trasformo??”.

Ri-generare e valorizzare un Usato circolante (con migliori e nuovi Ricambi, Pneumatici, upgrade e nuove dotazioni di vivibilità come Entertainment ed ADAS Aftermarket) fino al punto di trasformarlo può essere un buon modo per riprendere contatto tra Automobilista e Brand, rispettando le esigenze del primo e la ricerca dei margini da parte del secondo.

Autoprove si è spesso interessato delle trasformazioni aftermarket e delle conversioni attraverso Kit di auto popolari, senza incedere in una specie di eccesso modaiolo che ha portato quasi esclusivamente a posizionare il Kit retrofit elettrico nel novero delle soluzioni “fighette” da Fashion Week di Milano. Mentre invece il Kit elettrico Retrofit, uno dei pochi meriti civici e legislativi dell’Italia rispetto a tanti paesi europei rimasti indietro, risponde in primo luogo alla esigenza “circolare” ed ecologica di modificare in una endotermica solo la parte incriminata che inquina. 

Mentre lattonerie e metalli, chassis ed impianti accessori, vuoi per i progressi industriali nelle lavorazioni vuoi per le dotazioni sempre più ricche delle auto moderne, possono reiterare all’infinito la loro esistenza. Dunque ben venga e sia benedetto da Autoprove chi ritenesse di prolungare l’esistenza della propria auto con un Kit Retrofit, ma anche dal versante GPL e Biometano / GNL la prospettiva tecnica e commerciale offre soluzioni validissime. Gli artigiani impiantisti italiani sono un vanto nel mondo e di certo il prezzo di fornitura ed installazione aftermarket di Impianti è decisamente alla portata di tutte le tasche.

Synfuel, ed Idrogeno: i vocaboli più complessi della multialimentazione. Per un attimo lasciate perdere e concentratevi su Etanolo 100%, E85, GPL, Metano e Biometano. Oppure di Hybrid Diesel e di Gasolio addizionato con GAS e GPL. L’endotermico non è morto e ha ancora tante storie da raccontare.

Riccardo Bellumori

 

Nuovo Ford Ranger Super Duty: urlo del V6

Ford Australia ha presentato il pick-up Ranger Super Duty con una maggiore capacità di carico utile, un telaio rinforzato e un motore V6 turbodiesel, che sarà lanciato nel 2026.

Il pick-up medio pesante Ranger Super Duty viene presentato in occasione del centenario di Ford sul mercato australiano e rappresenta un’importante pietra miliare nello sviluppo della famiglia di pick-up medi Ranger, dato che i concorrenti non hanno una versione Super Duty. In sostanza, il Ford Ranger Super Duty offre la capacità di carico utile del Ford F-150 full-size in un pacchetto più compatto e, in termini di resistenza, il Ranger Super Duty è per certi versi persino superiore al fratello maggiore, poiché il suo sviluppo si è concentrato sul funzionamento in condizioni estreme, compresi i terreni fuoristrada pesanti. Un piccolo dettaglio: anche se 600 kg di fango si accumulano sul sottoscocca protetto del Ranger Super Duty, questo rimane funzionale e avanza come un carro armato.

Le differenze tra la versione Super Duty e i Ranger normali sono molte: dall’esterno è facile identificare il peso massimo grazie ai passaruota allargati e squadrati, al cofano con la scritta Super Duty, al massiccio snorkel, al potente paraurti anteriore in acciaio, agli specchietti retrovisori allargati e alle ruote rinforzate da 18 pollici con otto tacchetti, dotate di pneumatici larghi da 33 pollici. Il Ranger Super Duty ha un telaio unico in acciaio più resistente e le sospensioni, la trasmissione e i punti di montaggio del gancio di traino sono rinforzati. Anche gli alberi e i semiassi della trasmissione sono stati rinforzati, le ruote hanno ricevuto freni a disco più potenti e il nuovo assale posteriore ha l’alloggiamento del differenziale più grande della gamma Ranger.

Il fondo del Ranger Super Duty è protetto da piastre d’acciaio di spessore maggiore, la carreggiata è allargata, le sospensioni sono ampiamente rinforzate e ogni ruota è dotata di un sensore di peso. Un altro sensore di peso si trova sul gancio di traino. Il peso lordo ammissibile del pick-up è di 4500 kg, mentre il peso a vuoto e il carico utile non sono ancora stati resi noti. La massa ammessa di un rimorchio trainabile dotato di freni è di 4500 kg, ma la massa totale della combinazione non deve superare gli 8000 kg. Il Pro Trailer Backup Assist è stato perfezionato appositamente per la versione Super Duty e può memorizzare le impostazioni per dieci diversi rimorchi. La capacità del serbatoio del carburante è stata aumentata da 80 a 130 litri e il serbatoio è protetto da una piastra metallica sottostante.

Il Ford Ranger Super Duty sarà equipaggiato solo con un motore turbodiesel V6 da 3,0 litri con sistema di raffreddamento migliorato e impostazioni speciali per il lavoro in condizioni difficili. La pulizia del filtro antiparticolato del motore non è automatica, ma a comando del conducente, in modo che questa procedura non interferisca accidentalmente con il lavoro e non provochi, ad esempio, un incendio durante la guida su erba secca. Il sistema stop&start, che spegne il motore durante i periodi di inattività, è stato eliminato nella versione Super Duty.

DATI TECNICI E MOTORI

La potenza del motore non è ancora stata resa nota, ma i media australiani suggeriscono che sarà inferiore a quella dei Ranger normali, dove questo V6 produce 250 CV e 600 Nm. La trasmissione è solo “automatica” idromeccanica a 10 rapporti, a cui è agganciato un nuovo “transfer gearbox” rinforzato a due stadi con frizione automatica della presa di forza sull’asse anteriore. Entrambi i differenziali interruota sono dotati di bloccaggio. Le modalità di guida sono sei: Normal, Eco, Tow/Haul, Mud/Ruts, Sand e Rock Crawl. Le telecamere di visione a 360° aiutano il conducente a orientarsi in fuoristrada.

All’interno del Ford Ranger Super Duty l’acquirente troverà uno schermo multimediale da 12 pollici di serie e una consolle con sei interruttori a levetta per gli accessori. Sul pannello anteriore è presente una speciale fessura per il fissaggio di una staffa alla quale è possibile appendere un monitor aggiuntivo del peso massimo di 4 kg.

La staffa è progettata in modo che, in caso di incidente, non interferisca con l’attivazione dell’airbag del passeggero. Il pavimento della cabina ha una finitura in vinile facile da pulire. I sedili sono rivestiti in tessuto resistente. In futuro potranno essere offerti come optional i rivestimenti in pelle.

Il Ford Ranger Super Duty sarà prodotto in Tailandia e le ordinazioni in Australia, Nuova Zelanda e Tailandia inizieranno nel corso di quest’anno, con l’arrivo dei veicoli presso i concessionari nel 2026.

La versione Super Duty sarà disponibile come telaio con cabina (singola, semi e doppia) e come pick-up a doppia cabina. I prezzi non sono ancora stati annunciati.

Toyota GR Supra: addio con la Final Edition

Con la fine della produzione della Toyota GR Supra, gli Stati Uniti riceveranno una variante per celebrare l’auto sportiva a due porte che ha debuttato nel 2019 con reazioni contrastanti. Chiamata GR Supra MkV Final Edition, la nuova proposta fa parte della gamma aggiornata del modello per il 2026. Secondo la casa automobilistica, la produzione del modello di quinta generazione per gli Stati Uniti terminerà nella primavera del prossimo anno.

Rispetto alla A90 Final Edition offerta in Giappone, la MkV Final Edition ha un aspetto relativamente sobrio. Tuttavia, ci sono una serie di gradite modifiche che mirano a elevare l’esperienza di guida, a partire da un raffinato controllo del differenziale e da mappe di controllo esclusive per ridurre il sottosterzo in curva.

Sono stati montati anche freni Brembo più grandi, oltre a modifiche alle sospensioni e al telaio. Queste includono un angolo di campanatura rivisto per tutte e quattro le ruote per migliorare la tenuta in curva e la stabilità, mentre gli ammortizzatori a controllo elettronico sono stati rivisti con una nuova programmazione per ottenere una maggiore stabilità del veicolo.

Le modifiche alla maneggevolezza sono completate da una barra stabilizzatrice anteriore più robusta per ridurre il rollio della carrozzeria, da un rinforzo sottoscocca più robusto e da boccole e supporti in gomma rinforzati per i bracci di controllo anteriori e il sottotelaio posteriore. Il motore a benzina in linea turbo da 3,0 litri è rimasto invariato e continua a erogare 387 CV e 499 Nm di coppia, abbinato a un cambio automatico an otto rapporti o manuale a sei.

Per quanto riguarda le modifiche estetiche, la MkV Final Edition è dotata di cerchi neri opachi da 19 pollici, di uno spoiler posteriore a coda d’anatra e di calotte degli specchietti retrovisori in fibra di carbonio lucida. Ci sono anche alcune modifiche aerodinamiche, tra cui i deflettori dei passaruota anteriori e i battitacco più alti per ottimizzare il bilanciamento aerodinamico e la deportanza.

Se ciò non bastasse, gli acquirenti possono optare per la MkV Final Edition con un pacchetto stile GT4 ispirato alla Supra GT4 EVO2 da corsa della GR. Questo pacchetto consente di accedere a due nuovi colori opachi esclusivi, Burnout e Undercover (nella foto), oltre a grafiche esterne, calotte degli specchietti rossi e una finitura opaca per la coda d’anatra e l’emblema “Supra”.

Infine, l’abitacolo è dotato di sedili in pelle rivestiti in Alcantara e ricamati con il logo GR. Gli accenti rossi, comprese le cuciture, si trovano su aree come il pomello del cambio, con la stessa tonalità utilizzata anche per le cinture di sicurezza. Tra le altre dotazioni figurano un copribicchiere GR e un copriauto mimetico.

Nuova Skoda Elroq RS: Dati Tecnici

La nuova Skoda Elroq RS arriverà sul mercato europeo nella seconda metà del 2025. I prezzi di questo modello saranno annunciati in seguito.

Il crossover completamente elettrico Skoda Elroq ha debuttato all’inizio di ottobre 2024. Ricordiamo che questo crossover è stato il primo modello di serie del marchio ceco, che ha sperimentato un nuovo stile aziendale – Modern Solid (è stato presentato nel 2022 sul concept Vision 7S).

La produzione è iniziata nello stabilimento di Mladá Boleslav nel gennaio di quest’anno. Ora la gamma del modello si arricchisce di un crossover “caldo”: viene presentata la Skoda Elroq RS.
La versione sportiva del modello “verde” presenta diverse differenze visive rispetto alla solita Skoda Elroq. Il modello ha ricevuto inserti aggiuntivi neri sul paraurti anteriore, una presa d’aria dal design diverso con un disegno a forma di griglia, uno splitter nella parte inferiore. La poppa è stata decorata con uno spoiler allargato nella parte superiore del portellone del bagagliaio e con la parte inferiore del paraurti posteriore leggermente rivista. Anche la Elroq RS ha un’ottica a matrice e un tappo illuminato al posto della griglia del radiatore.

LE DOTAZIONI

La Skoda Elroq RS è dotata di sedili anteriori riscaldati con poggiatesta integrati e supporto laterale sviluppato; i sedili hanno un rivestimento combinato, che comprende pelle scamosciata scura con cuciture insalate. Elementi decorativi in questo colore brillante si trovano in tutto l’abitacolo.

Il modello è dotato di un sistema audio con 12 altoparlanti e di un volante sportivo multifunzionale a tre razze. Davanti al guidatore c’è un cruscotto virtuale da 5 pollici, mentre al centro del pannello frontale c’è un touchscreen multimediale da 13 pollici; entrambi i display hanno ricevuto una speciale grafica RS.

Skoda Elroq RS è dotata di ammortizzatori adattivi DCC con diverse modalità di funzionamento. Nella parte anteriore, la versione “calda” del modello ha freni più potenti con meccanismi a due pistoncini. La variante con l’aggiunta RS al nome offre un set di dischi ruota dal design originale, con dimensioni di 20 o 21 pollici.

I MOTORI

Elroq RS ha la trazione integrale ed è equipaggiata con un propulsore a due motori, la cui potenza totale è di 340 CV. Questo crossover ha bisogno di 5,4 secondi per accelerare da un punto a cento e la sua velocità massima è limitata elettronicamente a 180 km/h, così come la versione top Elroq 85 con un singolo motore elettrico da 286 cavalli situato sull’asse posteriore. Il sistema comprende una batteria di trazione con una capacità di 84 kWh (di cui 79 kWh a disposizione dell’utente). L’autonomia con una singola carica è di 550 km (calcolata nel ciclo di omologazione WLTP).

La nuova modifica del modello del marchio ceco arriverà sul mercato europeo nella seconda metà del 2025. I prezzi della Skoda Elroq RS saranno resi noti in seguito.

Nuova Aston Martin Vanquish Volante: sogno V12

L’Aston Martin Vanquish Volante: il sogno V12.

Ammirate la cabriolet a motore anteriore più veloce e potente del mondo (sì, considerando anche la 12Cilindri Spider): la nuova Aston Martin Vanquish Volante. Se avete sempre pensato che la svelta gran turismo V12 da 835 CV/1.000 Nm sarebbe stata migliore con uno spazio illimitato per la testa, le vostre preghiere sono state esaudite.

Quindi, 5,2 litri, cambio automatico ZF a otto rapporti, differenziale elettronico posteriore che passa da completamente aperto a completamente bloccato in 135 millisecondi, 345 km/h di velocità massima: tutto questo lo sapete già dalla coupé, quindi passiamo subito a ciò che volete sapere.

I rinforzi strutturali per mantenere il più possibile la rigidità della coupé hanno comportato un aumento di 95 kg a 1.869 kg, quindi la Volante è più lenta di un decimo di secondo a raggiungere i 100 km/h, in 3,4 secondi. Il tetto in tessuto si apre in 14 secondi e si chiude in 16, ed è azionabile fino a 50 km/h.

DESING DA SOGNO

Come la sorella a tetto rigido, la Vanquish Volante monta cerchi in lega da 21 pollici rivestiti di Pirelli P Zero, ma il design delle ruote è diverso: è più stridente e più rettangolare. Freni carboceramici a sei pistoncini davanti; freni a quattro pistoncini dietro. Le sospensioni – anteriori a doppio braccio oscillante, posteriori a bracci multipli, ammortizzatori Bilstein DTX – sono state messe a punto per adattarsi alla Volante.

INTERNI E TECNOLOGIE

Non sorprende che, a parte l’interruttore della capote situato sotto la leva del cambio, gli interni della Aston Martin Vanquish Volante rispecchino quelli della coupé.

Due schermi da 10,25 pollici, 15 altoparlanti Bowers & Wilkins e un’abbondanza di pulsanti: tutto presente e corretto.

Dice Aston Martin: “La nuova sensazionale Vanquish Volante è ordinabile da subito, in numero limitato (Vanquish coupé + Vanquish Volante = meno di 1.000 unità all’anno), con le prime consegne che arriveranno nel terzo trimestre del 2025. Tutte saranno Vanquished”.

Nuova Hyundai Nexo: SUV a idrogeno

Arriva la nuova Hyundai Nexo ad idrogeno.

Oltre alla rinnovata Ioniq 6, Hyundai ha svelato anche la seconda generazione di Nexo al Seoul Mobility Show di quest’anno. Anticipato dal concept Initium del 2024, l’ultimo veicolo elettrico a celle a combustibile (FCEV) del marchio sostituisce il modello di prima generazione che ha debuttato nel 2018 ed è stato presentato in anteprima in Malesia nello stesso anno.

La nuova Hyundai Nexo è leggermente più grande del suo predecessore, misurando 4.750 mm di lunghezza (+80 mm), 1.865 mm di larghezza (+5 mm) e 1.640 mm di altezza, anche se il passo rimane invariato a 2.790 mm. Nonostante ciò, il SUV di medie dimensioni appare visivamente grande grazie al suo linguaggio di design “Art of Steel“, caratterizzato da linee decise e da una struttura solida per un’immagine robusta, che è l’opposto della curvatura originale.

Più eretto rispetto al modello precedente, il design del SUV a blocco comprende elementi di illuminazione denominati “lampade HTWO” e “lampade a 4 punti”. Questi elementi conferiscono alla Nexo un aspetto distintivo ed erano presenti anche sulla concept presentata lo scorso anno.

Altri elementi che ricordano il concept sono le scanalature orizzontali sulle portiere, le maniglie a filo, le telecamere laterali al posto degli specchietti tradizionali e gli spessi montanti C che attraversano il vetro laterale e si fondono con le portiere posteriori.

INTERNI E TECNOLOGIE

Mentre l’esterno si distingue, l’abitacolo della Nexo presenta elementi familiari a chi si è seduto su una Hyundai moderna come la Santa Fe e la Palisade.

Sulla plancia sono presenti due display da 12,3 pollici (quadro strumenti digitale e touchscreen centrale per l’infotainment), mentre al centro, appena sotto le bocchette di ventilazione a tutta larghezza, si trova il pannello a sfioramento a doppia modalità per i comandi del clima e dei media.

Le dimensioni maggiori e la nuova forma consentono inoltre di ricavare 993 litri di spazio nel bagagliaio dietro la seconda fila, secondo le misurazioni SAE. I sedili relax della prima fila con poggiagambe sono disponibili in alcuni mercati, mentre i sedili della seconda fila hanno un angolo di reclinazione maggiore e possono essere dotati di funzione di ventilazione. Anche le porte posteriori si aprono in modo più ampio rispetto al passato (80 contro 70 gradi) per facilitare l’ingresso e l’uscita.

Data la sua attenzione alla sostenibilità, Hyundai ha utilizzato una serie di materiali sostenibili per la Nexo, tra cui pelle bio-processata, pelle bio-PU, tessuto PET riciclato, tessuto di lino, plastica bio, pelle bio TPO, vernice bio, schiuma bio PU e rifiuti plastici automobilistici riciclati.

Altre caratteristiche disponibili per la Nexo includono una suite completa di ADAS, il supporto wireless per Android Auto e Apple CarPlay, un sistema audio Bang & Olufsen a 14 altoparlanti, il riconoscimento vocale generativo AI, un head-up display da 12 pollici, doppie piastre di ricarica wireless, il supporto per le chiavi digitali, uno specchietto retrovisore centrale digitale, videoregistratori digitali integrati, l’autenticazione delle impronte digitali a bordo e un pianificatore di percorso che incorpora le stazioni di idrogeno necessarie nei percorsi quando i livelli di energia sono bassi.

DATI TECNICI

A questo proposito, il motore della nuova Hyundai Nexo presenta miglioramenti significativi rispetto al modello precedente. Per cominciare, la capacità della batteria è passata da 1,56 kWh a 2,64 kWh e la sua potenza è stata raddoppiata a 80 kW da 40 kW.

I serbatoi di idrogeno possono contenere fino a 6,69 kg (in precedenza 6,33 kg) per alimentare lo stack di celle a combustibile che vede anche una maggiore potenza lorda di 110 kW da 95 kW. Complessivamente, la potenza totale del sistema è di 190 kW (in precedenza 135 kW), con l’energia inviata a un motore elettrico anteriore da 204 CV (201 CV o 150 kW) e 350 Nm di coppia – il modello precedente offriva 163 CV (161 CV o 120 kW) e 395 Nm.

Di conseguenza, il tempo da 0 a 100 km/h è di 7,8 secondi rispetto ai 9,2 secondi della Nexo precedente. La velocità massima è di 179 km/h e la Nexo sarà in grado di trainare per la prima volta, a condizione che il rimorchio non pesi più di 1.000 kg.

Secondo Hyundai, la Nexo dovrebbe avere un’autonomia di guida di oltre 700 km. Questo con ruote da 18 pollici (le unità da 19 pollici sono opzionali) e nell’allestimento GL offerto sul mercato nazionale. Inoltre, l’azienda afferma che bastano cinque minuti per aggiungere la stessa quantità di autonomia. Le vendite della Nexo inizieranno nel corso dell’anno.