Bosch organizza ad Amburgo il funerale della chiave auto

Una calda giornata di giugno ad Amburgo. Migliaia di persone si sono riunite nel Millerntor Stadium per scoprire le tecnologie Bosch per il futuro dell’auto. Improvvisamente si avvicina lentamente un corteo funebre. Le persone vestite a lutto sono accompagnate da una piccola band i cui musicisti suonano una melodia triste.
“Questo è l’addio a un vecchio amico”, ed ecco che un prete con la tonaca inizia l’elogio funebre. “Ringraziamolo per tutti i momenti indimenticabili di oltre 100 anni.” Una chiave sovradimensionata appare all’interno di una bara.
La chiave della macchina ha davvero una lunga storia. Bosch ha fornito interruttori di accensione a chiave dal 1911. Se la chiave non viene inserita nel quadro di accensione l’auto non può essere attivata. È stata la prima protezione antifurto per le auto. Il sistema di chiusura interna è apparso per la prima volta negli anni ’20.

Per molto tempo, i proprietari delle auto hanno dovuto portare con sé diverse chiavi: una per la porta, una per l’accensione e altre volte per il tappo del serbatoio e il bagagliaio. Solo negli anni ’60 è arrivato l’antenato del sistema di oggi, con una chiave unica per tutta l’auto. Quando il sistema di chiusura centrale divenne popolare all’inizio degli anni ’90, la chiave ricevette un telecomando che aumentò ulteriormente il comfort.

Nessuno ha mai amato la chiave dell’auto. Non c’è da meravigliarsi se un sondaggio condotto dall’istituto di ricerca di mercato PULS per conto di Bosch ha scoperto che il 76% hanno problemi a trovare la chiave dell’auto. Insomma Bosch organizza il funerale della chiave e si prepara a introddure nuovi meccanismi di sblocco biometrico. In futuro useremo impronte digitali e iridie.

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