“LA NOSTRA VISIONE DI ECCELLENZA SI ESTENDE BEN OLTRE I CONFINI DELLA STRADA. È ALLA BASE DELLA STRATEGIA REIMAGINE DI JLR E OFFRE AI CLIENTI ESPERIENZE UNICHE E UN IMPATTO SOCIALE POSITIVO”
JLR abbraccia un futuro in cui innovazione e tradizione coesistono. Costruiamo un solido valore emozionale del marchio, consentendo ai nostri clienti più esigenti di vivere esperienze eccezionali con i nostri marchi”.
Ecco il testo preso esattamente, periodo per periodo, dal sito di JLR dove si evidenzia la parola magica: Reimagine che significa, nella didascalia ufficiale, preparare attraverso un’ingegnosa co-creazione e una collaborazione strategica la strada all’elettrificazione e, continuando a celebrare la lunga tradizione(di Jaguar), preservare senza restare fermi e prosperare attraverso il rinnovamento, la modernità e la disruption.
Reimagine offre un percorso che consente di co-creare con gli innovatori, sviluppare collaborazioni strategiche e sbloccare l’elettrificazione in tutta la nostra area di competenza.
I sette capisaldi di tutta Jaguar Land Rover, che noi in questo pezzo ovviamente concentriamo sul Marchio del Giaguaro, sono stati presentati a tempo debito e sono: “Curation”, “Future Facing”, “Effortless”, “Engaging”, “Reductive”, “Global Citizenship”, “Unique”.
Era il 2021, ed il CEO di JLR Thierry Bollorè dell’epoca tracciava la strada della rinascita di Jaguar, il cui futuro sarebbe passato attraverso la centralizzazione del design mirato a valorizzare l’immagine “Green”.
“Reimagine” appunto era diventato lo slogan della nuova strategia globale legato anche ad una rivisitazione del lusso più legato a una visione olistica di benessere con la persona al centro dell’ecosistema.
A metà Ottobre del 2024 il mondo è davvero scosso per almeno tre settimane da prime pagine, approfondimenti, special, focus dedicati da Tv e Stampa ed un dibattito martellante sul Web: Jaguar, cosa Ti sta succedendo? Siamo ad oltre un anno fa, e sembra passato un tempo molto più lungo.
Basta una sola indicazione, un comunicato Stampa piuttosto criptico e davvero imprevisto: in quel messaggio Jaguar esprime per sé il messaggio con il quale vuole essere percepita nel futuro, attraverso una revisione dei canoni classicamente identificativi per il Marchio senza tuttavia rinunciare alla simbologia tipica che richiama prestigio, status e lusso.
Siamo stati tempestivi, lo scorso anno, a recensire l’effetto mediatico assicurato che il Marchio indo-britannico (perché Jaguar è dal 2008 controllata da Tata) si è garantito praticamente a costo zero, e qui già il management si è meritato da parte nostra il plauso (qui il link): a conti fatti la prima di due notizie rivelata fu quella secondo la quale Jaguar avrebbe stoppato nel corrente anno 2025 la produzione di motori e modelli endotermici, con una decisione motivata dalla scempiaggine delle multe CAFE preannunciate e poi, come nella linea ormai abituale della politicamente gravida e sempre intelligente Presidentessa Ursula, in qualche modo abortite con la rimodulazione triennale; tuttavia il rischio di multe milionarie per eventuale sforamento delle emissioni globali di gamma ha evidentemente spinto il management a sospendere la “classica” produzione meccanica senza tuttavia poter surrogare con una gamma elettrica che in Jaguar, all’epoca, fosse degna di questa denominazione.
Tuttavia in questa mossa a nostro avviso azzeccata si è insinuato il “vulnus” della nuova linea comunicativa e pubblicitaria (la linea “Woke”, così denominata) che è piaciuta a pochi ed ha lasciato interdetti anche noi.
Ottobre 2024: inizia la rivoluzione
Simbolo di questa nuova linea è stata, lo sapete, ed è tuttora la Jaguar “Type 00”. Al centro di questa nuova strategia era stato designato il Boss del Design Gerry McGovern, papà di quelladiscussa Concept : tutt’altro che uno sbarbatello, a 69 anni e diverse decadi a disposizione di Jaguar e Land Rover. E’ lui il nome sulla bocca di tutti, in tutto il mondo, per quella realizzazione così inconsueta, alternativa, che sembra tutto fuochèuna Jaguar per una massa di potenziali clienti e per appassionati che in tutto il mondo sono ancora tantissimi.
Un incastro di nuovi canoni, nuovo logo, nuovi materiali che danno una esperienza sensoriale diversa; in mezzo a questo la “Type 00” presenta il classico cofano anteriore lunghissimo, i fari stilizzati e le pinne posteriori laterali al finto lunotto della XjS, mentre la coda rifà vistosamente il verso alla “E-Type”.
“Jaguar non ha alcun desiderio di essere amata da tutti”, così avrebbe detto in quei giorni Gerry McGovern, direttore creativo di Jaguar Land Rover, scoprendo favorevolmente che il Marchio era a tal punto nel cuore di tutti da aver meritato le prime pagine dei giornali, i Forum sui Social e sul Web da diverso tempo.
Tuttavia il 2025 riserva a Jaguar un decalogo di notizie decisamente poco entusiasmanti e tutte decisamente corredate da dubbi su quello che sarà il vero step di ripresa del Marchio, che da quell’Ottobre ha candidamente e senza alcun dubbio abbracciato il verbo full electric.
Eppure, il mercato, gli investitori e gli stakeholders non sembrano accompagnare in modo entusiastico questa rivoluzione, mentre nel frattempo è chiaro che il “ritorno Jaguar” non presenta un corredo di endotermici e Hybrid capace di rassicurare. Arriva a fine Estate il problema dell’attacco Hacker, abbastanza repentino e, secondo me, con tanti aspetti da spiegare ed approfondire.
Il nuovo CEO, e il destino di “Reimagine”
Poi, arriva la nuova rivoluzione: il 17 Novembre dalla capogruppo TATA arriva in Jaguar il nuovo CEO: P.B. Balaji, in precedenza Direttore Finanziario (CFO) di Tata Motors Group che ha ricoperto anche il ruolo di amministratore non esecutivo nel Consiglio di Amministrazione di Jaguar Land Rover (JLR) dal 7 dicembre 2017: si tratta di un professionista finanziario globale con quasi trent’anni di esperienza nel settore corporate, spaziando dai beni di largo consumo (FMCG) all’industria automobilistica.
È entrato in Tata Motors dopo il suo ultimo incarico presso Hindustan Unilever, un’azienda da 6 miliardi di dollari, dove ha guidato la funzione finanziaria in qualità di CFO.
Da messaggi personali di Mister Balaji nei suoi supporti social, il nuovo CEO ha sintetizzato le notizie e le forme di celebrazione di prammatica ringraziando in primis il suo predecessore Adrian Mardell rassicurando, in fondo, sulla condizione di ridefinire il lusso moderno di JLR (e di Jaguar). La chiosa di Balaji è sul fatidico programma “Reimagine” dichiarando di voler rapidamente collaborare con tutto lo staff ed i Partners retail e quelli della Supply Chain per realizzare il programma definito verso il lusso moderno e sostenibile per i Clienti di tutto il mondo (sue esplicite e dirette parole).
Tuttavia, se il primo atto di tutto questo – pubblicamente – appare il defenestramento e l’addio di Gerry McGovern poco dopo l’arrivo del nuovo CEO, a me viene in dubbio che sia stato o fuori luogo il vecchio Chief Creative Officer, o il nuovo CEO; oppure che il futuro di Jaguar non sarà così chiaro nel brevissimo futuro.
E per gli appassionati come me la prospettiva non è accettabile: nel 2024, in pieno annuncio di Ottobre 2024, Jaguar aveva colpevolmente trascurato il quarantennale dell’Europeo Turismo della XJS-12 di Tom Walkinshaw;
quest’anno, nell’oblio autoindotto, il management del Giaguaro si è elegantemente “mimetizzato” di fronte ad un anniversario forse ancora più didascalico: il mezzo secolo pieno della nascita della stessa Premium Coupè erede della “E-Type”. In mezzo a tutto questo, le recentissime “veline” che sussurrano di un possibile “spin off” da Tata ad un altro Gruppo; voci peraltro spesso e periodicamente tornate in campo ad intervalli “quasi” regolari, e che prima o poi dovranno trovare o una smentita ovvero una concretizzazione in un senso od in un altro.
Per cui, in bocca al lupo, Giaguaro. Ti aspettiamo di nuovo, al Top. Non sarebbe lo stesso mondo Auto senza di Te.
Riccardo Bellumori

