Site icon Autoprove.it

ErreErre Fuoriserie ForGiotto: quel sogno sospeso del mago Bizzarrini

Si avvicina una data importante per il mondo dell’automobile di prestigio, e per la storia dei suoi personaggi più gloriosi, ed è una data che ad Autoprove.it è molto cara: 6 Giugno 2026, centenario dalla nascita di Giotto Bizzarrini.

Si iniziano a vedere le tante manifestazioni di interesse da parte di appassionati, operatori e dunque anche protagonisti del mondo industriale ed artigianale: anche i Costruttori, gli elaboratori ed i tuner vogliono lasciare un segno di omaggio e ricordo alla memoria di un protagonista indiscusso della storia nobile dell’auto. Come la “ErreErre Fuoriserie” di Gianluca Rubatto: atelier automotive che nasce a Torino nel 2021, fondato da Gianluca assieme al padre Luca Rubatto e da Fabrizio Rossini con l’obiettivo di unire artigianalità italiana e moderne tecniche progettuali e costruttive, creando realizzazioni che si distinguono da tutte le altre. 

L’Azienda si occupa della realizzazione dalla A alla Z di progetti one-off e few-off per soddisfare i desideri di ogni cliente, anche su commissione: non si può parlare di semplice Restomod, ma della vera genesi di prototipi “homemade” basati su piattaforme tecniche di eccellenza con una mission: unire il fascino retrò con le prestazioni moderne. 

L’opera indubbiamente più recensita di ErreErre è la “Giulia Quadrifoglio” ed il primo progetto è Giulia Classic, presentata nel luglio 2022, in omaggio alla Berlina Tipo 105 del 1962, su base Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio moderna. 

E’ il primo esempio di ”retromod”, neologismo coniato proprio da ErreErre Fuoriserie: quando un’auto moderna viene radicalmente trasformata per rendere omaggio ad un celebre modello del passato.  

Dalla Classic deriva la versione biposto Alleggerita, anche questa con corpo vettura in fibra di carbonio, svelata nel settembre 2024, in occasione del Salone Auto Torino.

ErreErre Fuoriserie ForGiotto non è un restomod, non è un retromod, è un RetroVision. Unisce perfettamente l’idea di ispirazione dal passato (Retro) con quella di un progetto immaginato e mai realizzato (Vision).

ErreErre Fuoriserie: molto più che “Restomod

L’idea di ErreErre in effetti è un onirico e simbolico “link” tra due passaggi storici e professionali determinanti nella storia di Giotto Bizzarrini, leggendario genio livornese nato a Quercianella e destinato nella sua vita e per il suo proprio “Karma” a vivere sfide ed imprese epiche, legate a nomi pesanti dell’Automotive: Alfa Romeo (dove inizia come Collaudatore dentro al Portello), passando a Ferrari (dove lascia un’impronta eterna creando il prototipo da cui prende vita la 250 GTO) per poi avviare la libera professione (ATS, Lamborghini, ASA, Iso Rivolta), diventare Team Manager della Scuderia omonima ed infine Costruttore; il secondo Costruttore Auto di sempre a Livorno nello Stabilimento improvvisato a Via della Padula. 

La vita lo segna profondamente con la crisi ed il fallimento dell’avventura di “Bizzarrini Automobili Livorno Spa” e dal 1969 la vita di Giotto si divide tra sacrifici e tuttavia una leggenda che si rafforza e viene celebrata ogni giorno di più.

Dopo l’uscita di tutti i Manager (oggi così possono essere chiamati i protagonisti dell’addio a Maranello) dalla Ferrari nel 1961, l’inevitabile concorrenza che si viene a creare tra Giotto ed il Drake porta lo stesso papà della “250 GTO” a diventare una sorta di epico Vulcano ed a tentare di “mangiare” la sua figlia più celebre. 

E lo fa nel palcoscenico più prestigioso del mondo, la “24 Ore di Le Mans” del 1962: in quell’anno la ricchissima Scuderia Serenissima del Conte Giovanni Volpi di Misurata lancia la sfida al Cavallino: acquistata a prezzi stellari un esemplare di “Ferrari 250 GT SWB” il Conte vuole renderla “Super” e dunque chiama la Carrozzeria Sports Cars di Piero Drogo per rielaborare quella già straordinaria Gran Turismo modenese. 

E l’impronta di quella “Special” non può che darla Giotto Bizzarrini, al momento libero da vincoli con la Ferrari e “guru” di nuovi protocolli aerodinamici, quegli stessi protocolli che hanno fatto della “250 GTO” una architettura mai vista prima a Maranello ed in grado di rendere la precedente “250” di Scagliettiuna gran turismo superata: le regole concettuali della “coda tronca” e la capacità onirica di Giotto di saper concepire nella sua testa l’insieme strutturale di ogni sua realizzazione dalla piattaforma tecnica all’approccio formale di base gli permettono di esaudire l’azzardo di Giovanni Volpi. Giotto rende la straordinaria “250 GTO” di base un prototipo ancora più straordinario con la “ SWB BreadVan”, nomignolo spiritoso cui Giotto era già avvezzo con la concept da cui era derivata la GTO di Maranello, chiamata “Papera”. Breadvan ovvero “Furgoncino del panettiere” (cioè il piccolo cassonato con cui all’epoca i fornai trasportavano i loro prodotti) perché a prima vista la modifica più rilevante è l’allungamento posteriore del tetto orizzontale che anziché declinare nel lunotto inclinato che si accompagna alla coda finisce in un “ruvido” taglio verticale netto con minilunottorettangolare.

ForGiotto by ErreErre: un tributo da allievo a Maestro

Una estremizzazione di coda tronca che mette insieme, quasi in un equilibrio formale più che tecnico, un allungamento anteriore del muso che rispetto alla “250 GTO” di Maranello si presenta molto più simile alla “Papera” di Giotto. Quella “Breadvan” si prende il lusso nel 1962 – a Le Mans – di essere più veloce della creatura denominata con il simbolo del Cavallino e questo certo non migliorerà nel tempo il rapporto già critico tra Enzo Ferrari e Bizzarrini dopo il divorzio. Ma se pensate che la “ErreErreFuoriserie” ForGiotto sia una riedizione di quella “SWB BreadVan” Vi sbagliate, perché quelli di “ErreErre” sfornano a loro volta una seconda e didascalica chicca fondamentale nella vita di Giotto, cioè il rapporto con Renzo Rivolta: il patron della “Iso” vuole lanciarsi nel campo delle Granturismo prestigiose ed in fondo è un pioniere del trapianto di grossi motori americani V8 nel cofano di principesse a quattro ruote disegnate dal talento delle matite italiane. Sceglie Bertone per le linee e chiama Giotto come superconsulente tecnico per far nascere prima la “Iso 300/340 GT” e da questa – stravolta e superelaborata – nasce la “Iso A3/C” destinata a soffiare sul collo alle Ferrari in pista. Tra le più veloci al debutto a Le Mans nel 1964 e prima della sua categoria alla edizione dell’anno dopo la “Iso A3/C” tuttavia rimane un programma ed un investimento che Renzo Rivolta a metà del 1965 decide di mettere nel cassetto insieme a tutta l’attività della Scuderia Bizzarrini che Giotto ha messo in piedi per gestire da Livorno l’impegno agonistico della Iso di Bresso. 

E’ un nuovo divorzio, e in liquidazione Giotto riceve diverse scocche della “Iso A3/C” con il diritto di proseguire autonomamente la produzione con nuovo nome e Marchio: da questo nel tardo 1965 nasce da Via della Padula la “5300 GT” di “Bizzarrini Automobili Livorno SpA” di cui, per inciso, il Gruppo “Pegasus Brand” ha acquisito alcuni anni fa i diritti per effetto dei quali è stata elaborata e presentata sul mercato delle fuoriserie di prestigio la “5300 GT Revival”. 

“Con ForGiotto volevamo creare qualcosa che non esistesse, ma che sarebbe potuto esistere, se il sogno di Bizzarrini avesse avutoancora un capitolo da scrivere.” – dice Gianluca Rubatto, il fondatore di ErreErre – “È un gesto d’amore, un dialogo tra generazioni di creatori, un modo per dire grazie al genio di un uomo che ci ha insegnato che l’aerodinamica può essere romantica”.

Una visione davvero azzeccata e ricca di sentimento quella di Gianluca, che non finisce di sorprenderci: perché alla creazione di “ErreErre Fuoriserie” ForGiotto partecipa anche una persona che Bizzarrini l’ha conosciuta bene fin da quando, giovane studente torinese di design ed appassionato visceralmente di automobili, contatta Giotto e insistentemente chiede di poterci lavorare assieme. L’ingegnere in un primo momento è scettico perché davvero in tantissimi gli hanno già fatto questa richiesta: ma il giovane Fabrizio Rossini – oggi partner di ErreErre – alla fine vince la diffidenza del grande Maestro anche perché gli piazza la sua roulotte davanti alla casa di Quercianella: Fabrizio Rossini ha lavorato dal 1996 al 2001 a Livorno completando nel frattempo gli studi. 

Con Bizzarrini ha imparato a costruire un’auto da zero, fin dalla scelta dei componenti, realizzandoli anche direttamente. Ha una visione a 360°, che non è solo quella del designer, ma del progettista in grado di recepire le necessità ingegneristiche, conciliando le esigenze stilistiche con quelle meccaniche.

E forte del rapporto diretto con Giotto, di cui racconta lui stesso, Fabrizio ha creduto giusto ed anche gesto dovuto intraprendere una idea di Bizzarrini rimasta – a suo dire – incompiuta: applicare il concetto Breadvan alla A3/C, all’epoca del rapporto con Renzo Rivolta, esasperandone l’aerodinamica. Ecco perché Rossini ed ErreErre Fuoriserie insieme, in collaborazione con IsoRestorations (la factory di specialisti Iso fondata da Roberto Negri, a sua volta Ingegnere e Collaudatore alla Iso di Bresso, che nel ’75 acquisì tutto il magazzino derivante dalla liquidazione e chiusura del Marchio) hanno dato vita a quel sogno mancato di Giotto con “ForGiotto che lega in maniera armoniosa e dinamica i volumi inconfondibili di cofano ed abitacolo della “A3/C – 5300 GT” della concezione originaria di Giotto con il profilo iconico e speciale della coda “BreadVan”.

“Per lungo tempo ho custodito con orgoglio ciò che Giotto mi ha insegnato, e con ancora maggiore riserbo ho custodito i suoi sogni.”- dice proprio Fabrizio Rossini – “ed oggi mi sembra giusto aprire quel cassetto e rendere omaggio al suo genio. Posso solo provare ad avvicinarmi alla sua qualità, posso solo mettermi all’opera come avrebbe saputo fare lui. Ma di una cosa sono certo, perché me lo ripeteva spesso: Prova, sbaglia, e riprova. Vale sempre più che non averci provato affatto”.

Gli esterni sono caratterizzati da una linea sinuosa e molto pulita, con un perfetto equilibrio tra sportività, fluidità e aerodinamica, enfatizzato dalla elegante verniciatura metallizzata. L’estrema cura dei dettagli la si nota già nella parte anteriore, molto affusolata, con il logo rotondo ErreErre e la caratteristica presa d’aria sul cofano, collegata al grande radiatore. La vista laterale è molto slanciata ed elegante, contraddistinta dai cerchi con il tipico gallettone griffato ErreErre, un soluzione adottata sulle macchine da corsa di un tempo; la tabella portanumero centrale non fa che che rimarcare questa vocazione. 

Spicca la presa d’aria laterale davanti alla portiera, che contribuisce al deflusso in uscita dell’aria calda e conferisce ulteriore grinta. La grande carenatura porta sui fianchi la firma ForGiotto. La coda tronca ha una forma armonica arrotondata in basso e si integra perfettamente con i tubi di scarico, i due classici fari rotondi e il lettering ErreErre. 

Gli interni della ErreErre Fuoriserie ForGiotto sono spartani, di chiara ispirazione racing, come sempre li ha voluti Bizzarrini per le sue auto, ma allo stesso tempo sobri, eleganti, confortevoli e rifiniti con pelle pregiata. Il volante di legno a tre razze, sovrasta una strumentazione rigorosamente analogica, incastonata nella plancia in alluminio colore carrozzeria. Comprende i due classici strumenti  primari rotondi, contachilometri e contagiri e gli altri indicatori sempre rotondi, ma più piccoli, ugualmente di chiara e immediata lettura: pressione dell’olio, livello dell’olio, livello dell’acqua, livello carburante. Completano l’insieme le levette d’azionamento degli altri comandi ed il tunnel centrale, con la leva del cambio ed il classico freno a mano. Il lunotto si apre all’esterno, dal basso verso l’alto; la zona posteriore può rimanere grezza in alluminio oppure essere rivestita in pelle o Alcantara®, con listelli in legno o cromati, ed essere adibita a vano bagagli. Il cliente può personalizzare gli interni come meglio crede, a cominciare dalla scelta delle sedute in pelle o di altri materiali pregiati. In questo caso, per l’abbinamento con la verniciatura della carrozzeria, il colore scelto da ErreErre Fuoriserie ForGiottoè il classico cuoio, tipico dei sedili da corsa dell’epoca. 

ErreErre Fuoriserie ForGiotto può essere ordinata utilizzando i telai ed i ricambi originali rimasti  disponibili e autorizzati a suo tempo dalla proprietà, fino ad un massimo di 5 unità; in alternativa, il cliente potrà decidere di ordinarla utilizzando parti aggiornate e migliorate, andando a realizzare una vettura ex-novo. Sotto l’elegante carrozzeria della ForGiotto,  interamente in alluminio battuto a mano da artigiani battilastra qualificati, trova posto il cuore dell’auto, anch’esso risalente all’epoca in cui nacque la A3/C, ovvero il V8 Chevrolet “small block” 327 da 5.358 cc, con potenza a partire da 300 fino ad oltre 400 CV. 

Il cambio è a 4 marce Borg-Warner, con possibilità di scegliere i rapporti al ponte. Il peso della ForGiotto è di circa 1.200 kg, ed il coefficiente peso/potenza unito alla forma aerodinamica particolare, consente di raggiungere la velocità massima di oltre 250 km/h. 

Riccardo Bellumori

Exit mobile version