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Furto della marmitta Smart: cronaca di un incubo a Roma

Il protagonista reale e didascalico di questa storia, avrebbe preferito di sicuro rimanere anonimo cittadino di Roma e felice utilizzatore della sua Smart ForTwo Coupè 1.0 71 Cv – Euro 4 – del 2008. 

Ma la sorte contraria lo ha comunque voluto insignire in qualche modo di una missione: alleviare altri sfortunati come Lui delle pene e delle sofferenze di quel che il nostro povero “Tony” (il giovane protagonista della tragedia) ha passato come ignaro ed impreparato protagonista del furto della marmitta della sua Smart, a Roma. 

Questione che appare sempre più come una emergenza sociale che colpisce migliaia di povere Smart Fortwo della serie “451” come quella di Tony, una 1.0 aspirata a benzina Coupè del 2008. Un tipo si Smart davvero diffuso in una Capitale dove tra parcheggi inesistenti e traffico a livello formicaio le piccole dimensioni e l’agilità della piccola Mercedes MCC (ex, ad oggi, dopo l’accordo tra Stoccarda e la Geely che ha dato vita alla nuova forma societaria che propone la serie elettrica #1,#3,#5) che resta comunque in pieno carico – come la serie 450 la famiglia Smart Fortwo e FourFour nata come ultima generazione nel 2014 – alla Rete ufficiale di Assistenza e Distribuzione Ricambi della Stella a tre punte. 

Ma proprio per evitare di……”pungersi” con preventivi e tariffari oggettivamente ostici della Rete ufficiale, il povero “Tony” inizia da una mattina di fine Ottobre (il mitico Ottobre romano, mai troppo caldo ma neppure troppo freddo, che invita a ben altri stati d’animo rispetto a quelli che ora Vi descrivo) quando ignaro esce dal portone di casa e si avvia alla sua Smart che lo attende parcheggiata filo marciapiede in una strada dell’Urbe. Qualcosa si accende nella sensazione di Tony, un “qualcosa” che sembra essere accaduto ma che lui non sa definire. 

Ore 08:00 – L’amara Sorpresa

L’auto è parcheggiata dove doveva essere, la carrozzeria intonsa, serrature perfette, vetri sani, ruote al loro posto. E allora? Allora la sensazione suggestiva di Tony diventa una tragica realtà quando inserita la chiave nel blocchetto posto al centro del tunnel centrale dell’abitacolo, accende il motore. E dopo un attimo inspiegabile e lunghissimo di incertezza e borbottii……il finimondo: un rumore rauco e incontrollato, una sorta di urlo sordo e scombinato che viene da dietro. Due o tre passanti che a quell’ora di mattina passano accanto alla Smart…mittata auto di Tony si scansano improvvisamente, una mamma con bimbo al seguito lo fissa con aria schifata. Stop, spento immediatamente il motore ed uscito dall’abitacolo, il nostro eroe deve mettersi ginocchioni e nuca a terra con occhi a spiare la fessura data dal fascione paracolpi posteriore, tra il bordo inferiore e l’asfalto, in quella fessura dove sbirciando si capisce che manca qualcosa. 

E al povero Tony è capitato, piccola fortuna, un manipolo (difficile fosse uno solo) di ladri molto abili e “a regola”: nessun danno o spacco alle parti plastiche del posteriore, o deformazione alcuna. 

E’ bastato evidentemente sollevare il retro della Smart, tirare verso il dietro la parte inferiore del fascione paracolpi per consentire a mani esperte di andare a memoria, svitare i bulloni della flangia di attacco, tagliare i cavi delle sonde, sganciare i sostegni elastici di attacco della marmitta alla parte inferiore della scocca. 

In piena zona centrale di Roma, abitatissima e nello spazio tra dopo la mezzanotte e l’alba: così per Tony come per altri migliaia di casi funziona così. Antifurto perimetrale e volumetrico? Si, forse sarebbe stato meglio, ma in fondo con i bulloni antifurto sulle ruote uno pensa di aver risolto la pratica. E invece no, con la Smart.

Ore 09:00 – La reazione

Certo, non è facile recuperare serenità e modi lucidi per gestire una situazione in cui, per prima cosa, chiami il meccanico che per primo ti viene in mente, e nel caso di Tony è un classico e diffusissimo “Lasciame le chiavi, che ce penso io a portalla in Officina, stai tranquillo. Mo’ cercamo i pezzi e te faccio sapè”. Eh, si. Capitano ancora. 

Nel frattempo, davanti alla Smart che resta muta per evitare che qualcuno tiri una secchiata d’acqua dal balcone per contestare il rumore diabolico di una Smart senza marmitta, Tony rivoluziona la sua giornata, perché questo furto è il primo di alcuni effetti collaterali poco simpatici: avvisare il lavoro di un inevitabile ritardo, recuperare e recuperare e recuperare. Perché da questo momento la regola aurea di Tony è: INSEGUIRE.

Il meccanico “#PensoatuttoioTenuntepreoccupàTirasolofuorilacconto” arriva verso le ore 9,00, ed è anche un grande favore vista l’ora. La sua officina è didascalimente ed immancabilmente dall’altro capo del trafficatissimo Quartiere. Portare l’auto in moto? 

Ma siamo matti? Con quel rumore indescrivibile la prima pattuglia ti inchioda e senza farsi sormontare dalla comprensione pietosa magari ti appioppa pure la multa. “No, dai retta a me” – spara il meccanico – “chiamo mio cugino con il carro attrezzi”: Alle ore 09:01 la vicenda ancora non è iniziata ma rischia di costare a priori un bel centone e mezzo a nero per il trasporto preventivo dell’auto in Officina. 

Alle ore 09:10 Tony ha già pensieri omicidi e l’occhio iniettato di sangue. Ha preso per sé la mezza mattina al lavoro, saluta il meccanico con un laconico “Dai, Ti richiamo, la Smart la porto io, corro il rischio”.

Ore 10:00 – La cruda verità, quanto fa male

Telefonata all’amico esperto, Tony cerca conforto. E lo trova, in un suo collega che gli detta i passaggi chiave con cui districarsi da questo dedalo che rischia di strozzare il giovane. Primo passaggio: Censire le parti rubate, danneggiate, manomesse a causa del furto: nella Smart mancano, in successione: 

​-La Marmitta originaria e specifica per il modello Serie 451 della Coupè 1.0 i del 2008;

​-La coppia di Sonde i cui cavi sono stati tagliati dai ladri;

​-La coppia di sostegni elastici che “tengono” la marmitta sospesa ed ammortizzata alla scocca inferiore;

-Last but not least, il corredo di “ferramenta” (i bulloni di fissaggio) e la guarnizione anulare per l’attacco della flangia marmitta al collettore.

Senza tanti indugi, il “nuovo” Tony (quello opportunamente ri-evangelizzato dall’amico esperto) decide di colpo tre cose in rapida successione:

capire esattamente “cosa” comprare e quanto pagare per componenti originali Smart in un Centro ricambi ufficiale.

La visita lascia nella testa e nella psiche del povero Tony un effetto che faticherà nel tempo a smaltire: la visita al Centro Ricambi Mercedes gli lascia da un lato la sensazione di un ricordo positivo per la cortesia dell’addetto al Front Office al Bancone Ricambi; tuttavia per tutto il corso di questa esperienza il giovane avrà un imprinting che non dimenticherà più e che fa lo stesso effetto a tutti coloro che non bazzicano abitualmente i ricambisti. Nel dialogo pare quasi che vi sia una sorta di transfert mediatico tra addetto e schermo del PC davanti a Lui e RIGOROSAMENTE celato agli occhi del cliente. 

Cioè, Tu parli con l’addetto al Banco ma lui parla con lo schermo, e ti fissa solo quando Ti spara il prezzo finale come fosse una punizione di Roberto Carlos calciata verso il centro della tua pancia. Eppure l’addetto, cercato il Kit di componenti da assortire, quasi sapendo le risposte inesorabili di Tony gli suggerisce per prima cosa di selezionare nel canale “indipendente” le sonde e la ferramenta necessaria inclusi i sostegni elastici. E come mai? Perché rivela il costo della sola marmitta priva di accessori, il prezzo del pezzo originale e perfettamente idoneo alla Coupè 1.0i che non è ne’ la Turbo, né la Turbodiesel e pwer giunta è una iniezione a benzina senza Start & Stop (domanda di risulta imprevista) e guardando libretto e targa del modello presentati da Tony seleziona un pezzo il cui costo…equivale ad un quinto del valore commerciale dell’auto. 

Avete capito? Si, anche senza approfondire o dare cifre. 

E tutta l’artiglieria “originale” di corredo tocca un valore con cui il nostro Tony avrebbe faticato persino ad acquistare una coppia di sedili nuovi da installare, figurarsi una manciata di pezzi che possono stare comodamente in una tasca. 

Tony implora almeno per conoscere i codici originali delle componenti, ma nisba; è un segreto di Stato, al quale l’addetto al Bancone deroga solo su un particolare: stampa la copia del disegno tecnico con l’esploso delle componenti tecniche da collegare (sonde, sostegni e ferramenti). Beh, piuttosto che niente meglio piuttosto. 

Ore 11:00 – Inizia la reazione costruttiva

Con le indicazioni sommarie ed una stampa tecnica di una marmitta, quella giusta per la sua Smart 451 nel frattempo ancora ferma al parcheggio, Tony impiega la parte di mattina che ancora il lavoro gli permette di usare per motivi personali per fare una sorta di furba processione. 

Inizia a visitare “a freddo” quattro Ricambisti di zona, quelli raggiungibili a piedi più agevolmente, e ciascuno con la stessa scaletta di domande:

​-“Salve, hanno rubato la marmitta alla mia Smart Coupè 1.0 Fortwo Coupè 451 del 2008”

R: “Eccone n’arrtro…”

​-“Si, guardi: ecco qui il Libretto per targa e Telaio e la raffigurazione che la Mercedes mi ha dato per la marmitta più idonea”.

Ecco, a questa frase l’attenzione di tutti i Ricambisti si fa improvvisa, e tutti alzano lo sguardo dal totem dello Schermo PC, scrutano il foglio con il disegno di Tony e le risposte in successione di ciascuno di loro è:

A) “Non la trattiamo, ne vendiamo una che è compatibile”

B) “Questa ce l’abbiamo anche commerciale, ma costa un botto”

C) “Guarda, anche quella compatibile, che è un po’ diversa, funziona benissimo e costa meno”

D) “Chi te l’ha dato ‘sto disegno????”

Ottenuta la sua doverosa rassicurazione su una tipologia di marmitta che Tony si rende conto essere l’unica alternativa possibile ad un bagno di sangue economico (senza entrare nel dettaglio Vi dico che due marche indipendenti produttrici della stessa tipologia ed identico modello di marmitta originale Smart costano tra il 55% ed il 70% del costo del pezzo originale al netto delle componenti aggiuntive) Tony diventa più disinvolto e inizia a “circuire” gli addetti al bancone: capisce come funziona il gioco, insomma.

“Ascolta”, fa a ciascuno di loro, “non voglio proprio sapere il codice articolo della marmitta, ci mancherebbe: dovessi venire a scoprire quanto poco sconto mi fai, ma almeno dimmi una cosa in cambio; dammi il codice articolo delle sonde o anche solo degli attacchi  elastici al telaio”.

Così facendo, Tony evita la trattativa su un prodotto che si trova recensito anche sul Web e con costi quasi standard (più o meno, sempre senza componenti aggiuntive, un costo finale pari ad meno di un terzo di una marmitta originale Mercedes, due terzi di una analoga e corrispondente fatta da Costruttori indipendenti, e persino meno costosa di una rigenerata con garanzia di un anno. 

Chiaro che l’unica alternativa rimarrebbe una marmitta usata proveniente dal canale rottamazione, ma con tante incognite in più che neppure è il caso di elencare. 

Ma se Tony si sente quasi condannato ad un ricambio e ad un prezzo quasi imposti dal giro dei ricambisti, il giovane si toglie le sue soddisfazioni con sonde ed attacchi: su una manciata di Marchi costruttori indipendenti o primo equipaggiamento seppure non originali alla fine tra sonde e sistemi di fissaggio spunta tra il prezzo peggiore e quello migliore una riduzione di quasi il 15% (niente male, no?).

Ore 12,00 – Mezzogiorno di fuoco: si tirano le fila di tutto il percorso di ricerca

Arrivati all’ora di pranzo, pervenuta quasi impercettibile dopo una girandola di attività, di ricerca, di richiesta di informazioni e di confronti lungo un quartiere percorso a piedi in lungo ed in largo, Tony sa alla fine che:

– Per sostituire e ripristinare tutto quello che è stato rubato o manomesso parzialmente dai ladri, per la marmitta della sua smart, il giovane sa di dover acquistare merce per importi che vanno da più di un quinto del valore commerciale della sua auto, fino al prezzo più basso che corrisponde a quasi un decimo: questo è il divario di esborso misurato direttamente tra pezzi originali, corrispondenti, rigenerati, o compatibili aftermarket. Una bella differenza, che Vi invito a tenere bene in considerazione;

– Acquistare tutto quel che occorre e che abbiamo elencato sopra è una facoltà anche di un privato cittadino corredato di Targa e Telaio (meglio ancora di tutto il libretto) purchè – come si è capito – ben coordinato, evangelizzato e pronto a confrontare dati diversi;

– Per prenotare tutto quel che occorre Tony sceglie a questo punto un solo Ricambista, procede ad un acconto pari al 20% del prezzo pattuito ma chiede di vedere scritta nella ricevuta dell’acconto almeno la tipologia e la targa dell’auto. Ovviamente Tony quest’ultima cortesia se la può scordare, ma almeno avendo acquistato ha il diritto lapidario di sapere che ….zzo di codici e di Marchio costruttore si è trovato ad acquistare. Saputo il tutto, dal biglietto da visita dell’Autoricambi Tony registra il cellulare Whatsapp e scrive molto educatamente al destinatario questo innocente messaggio.

“Egregio Titolare della Ditta …Autoricambi srl, Via…Roma: in giornata odierna ho versato a titolo di acconto Euro…per la seguente componentistica (………) relativa al modello…………..Targa ————e Telaio —————– come da Voi richiesto per la ricerca esatta dei componenti idonei. 

Procedo al saldo in data concordata……………ritirando la merce suddetta solo dopo averla controllata; e con riserva di poter esercitare ogni atto di resa o sostituizione in caso le componenti da Voi riservatemi non siano compatibili o perfettamente funzionali al ripristino della corretta funzionalità della mia auto”.Fatto, impacchettato e spedito via Whatsapp, che ha pure valore legale.

Ore 13:00 – Tutto risolto….o quasi: manca di nuovo il meccanico

Con tutte le difficoltà del caso, e soprattutto di supervisionare una attività che mai aveva gestito fino ad allora, il nostro giovane protagonista è riuscito a venire a capo del problema in tempi record senza buttare soldi al vento, e soprattutto senza cedere alla iniziale sirena ammaliatrice del suo primo meccanico, ricordate? 

“Lasciame le chiavi, che ce penso io a portalla in Officina, stai tranquillo. Mo’ cercamo i pezzi e te faccio sapè”.

 

“No grazie”, ha risposto Tony “faccio da me”. E così cercando un poco in giro finalmente il ragazzo trova un altro meccanico disponibile a lavorare su materiale reperito dal proprietario dell’auto, riesce a portargliela in moto fino all’officina con tutto il pacco delle componenti stipato nell’abitacolo. 

E siamo alle ore 15:00 della stessa giornata: alle 19,30 Tony passerà a ritirare la sua Smart ripristinata ed esente dall’unico vero ultimo rischio di tutta l’operazione. Il rischio di dover intervenire sulla diagnostica. Un occhio alle spie (rimaste inerti e spente per fortuna scongiurando eventuali anomalie) e dopo una giornata molto travagliata, se non altro Tony è tornato ad usare la sua Smart.

Riccardo Bellumori

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