Site icon Autoprove.it

In Europa la prima vittima di Bruxelles non è l’auto ma la logistica

ognuno di noi, arrivato alla conclusione di qualcosa, cerca il proprio “canto del Cigno”. Ho voluto scrivere questo mio ultimo Post su un Blog per concludere anni di scrittura, dedicandolo alla fine ad una persona speciale. Ma dedico tutto l'articolo in tre pezzi alla “decriptazione” dei reali obbiettivi che la “nuova UE” dentro al Nuovo Ordine Mondiale sta definendo sotto l'alibi della elettrificazione dei trasporti Privati.Che non è una priorità per le Istituzioni. Auto elettrica e Digital Euro - Nessuno mi aveva mai parlato del nuovo “Millennium Bug” che tra le 23:59 del 31/12/2019 e le 00:00 del 01/01/2020 avrebbe colpito diversi sistemi informatici : operatori di settore hanno dichiarato che il 2020 iniziò con un caos digitale con diversi offline di sistemi di pagamento. Colpita da questo “Y2020 Bug” anche Supermicro Ltd., terzo produttore mondiale di Server e leader nel supporto al sistema globale della moneta elettronica. Curiosamente nessuno mi aveva mai parlato anche proprio dello scandalo Supermicro legato allo “Spy minichip” cinese inserito in diversi server presenti nell'apparato informatico di Istituzioni e banche internazionali: un complesso di 30 milioni di imprese USA tra le quali Apple ed Amazon. Da quello scandalo derivò un allarme generale sul trading globale e su tutta la catena di approvigionamento tecnologico : guarda caso la stessa catena interrotta “per causa di forza maggiore” del Lockdown. Guarda caso nell'anno in cui è scoppiato anche il caso dell'Hackeraggio su Solarwind....Quello che ho appena scritto sopra pare non riguardare in nulla l'argomento “core” del Post. In parte è vero. Se però dimentichiamo che tra le tante crisi in corso una inaspettata è stata – inaspettatamente - proprio quella dei Chips con il taglio della subfornitura mondiale. Ma dimostra anche che non tutto quello che sarebbe necessario sapere viene detto. E questo aspetto è il vero “Core” di un Post para-complottista. L'Europa non vuole salvare l'auto, ma l'Euro e le Utilities Abbiamo dimostrato, dati alla mano, che l'interesse dell'UE legato alla mobilità su strada non è l'impossibile elettrificazione di 260 milioni di auto private ma la sua riduzione, e supplenza con lo Sharing ed il Pooling; e che le politiche perseguite vanno verso Idrogeno, Biocarburanti ed elettrico per Trasporto Merci, vettori aerei e Trasporto collettivo persone. Anche perchè, dall'inizio di quest'anno, l'asfittica capacità produttiva dei Costruttori europei può tranquillamente andare in Cina dopo l'accordo ottenuto dalla Ue per l'abrogazione degli obblighi di Joint Ventures paritaria tra investitori esteri e produttori interni. Mentre la preoccupazione (o la strategia) dell'Esecutivo Europeo va verso il salvataggio delle Utilities e l'approvvigionamento di risorse energetiche e materie rare per l'autonomia energetica e la decarbonizzazione dei sistemi. Resta da chiudere il cerchio con gli ultimi due “Dossier” che la mente un po' farlocca del sottoscritto “Complottista” declina in questo modo: Connettività globale e Digital money legato alle automobili in circolazione in Europa. L'Automobile: meno auto, più Server, sportello bancario, ufficio mobile L'auto sempre connessa può essere un elemento della Blochchain di Cryptovalute, un terminale di data sharing, un Wallet per e-payments, un server per il Mining – ovviamente legale – di Digital Coin, fino a diventare uno Store ambulante di beni e merci virtualizzate, e persino uno sportello operativo per operazioni commerciali, di transazioni finanziarie e di “B2B”? Certamente si, con il vantaggio della tracciabilità costante del mezzo in movimento. Ecco perchè ripeto che l'interesse per l'Automotive Europeo non è l'auto elettrica ma l'auto sempre connessa. Che proprio per questo può in ogni caso essere - sia in ambito di Digital Money, che di Energy Sharing, che infine di Data Sharing - un supporto “peer-to-peer”. Tutto molto bello, purchè ai fini della sicurezza l'Unione Europea sia in grado di ottenere e consolidare: -A) che il “Digital Money Sharing” e le transazioni in valuta digitale siano in CBDC Euro e non in Cryptovalute parallele: una eventuale ed inevitabile “bolla” delle Cryptovalute quoterebbe il doppio dei titoli di cartastraccia legati ai Mutui Subprime del 2008. Mentre l'avvio legale e controllato di Moneta Digitale emessa da Banche Centrali avrebbe effetti positivi su volatilità, Svalutazione, Inflazione. A ral proposito l'UE non solo ha varato progetto e piattaforma di “Digital Euro” con un Test in avvio con Amazon, Nexi, EPI e CaixaBank; ma ha anche votato una propsta al vaglio del Parlamento Europeo per la verifica ed il controllo automatico e l'accesso ai dati dei Destinatari di tutte le transazioni senza soglia minima in Cryptovalute. Guarda caso se c'è un evento che sta frenando, dopo anni di guerra infruttuosa alle cryptovalute, questo mondo è il timore di uno shock energetico con inevitabile crollo della Rete informatica; oltre all'aumento del valore delle materie prime (il cui Trading ha avuto fino al Lockdown un Boom di operazioni di Trading, con un Trend oggi in crollo proprio per effetto del calo generalizzato di Cryptovalute che rischiano di svalutare troppo rispetto alle merci che intermediano); oltre infine all'aumento del rendimento delle valute per la crescita dei Tassi di interesse. L'auto come terminale di servizi, ma solo con CBDC Euro, Rete 5G, sostenibilità ambientale L'auto connessa, se inserita in un contesto di CBDC Euro, assolve perfettamente a questo fine: aumenta il Digital Payment, il Data Sharing tracciabile e sicuro, il “peer-to-peer” energetico, fino a costituire un virtuale “Hotspot” di connessione. Con un vantaggio: poter rendere tutto questo secondo un Protocollo europeo legato all'immatricolazione ed al mercato di destinazione del mezzo, condizione irrealizzabile in concreto per tutti gli altri terminali non iscrivibili in “Registri” ufficiali. Anche la prossima “rete 5G” deve assolvere contemporaneamente agli obbiettivi di maggiore domanda di connettività unita a maggior sicurezza e stabilità di rete. Ecco perchè l'Unione, mentre lavora a che la Rete “5G” evolva in modo ottimale, auspicabilmente con la contemporanea riduzione di altri supporti “IoT” in circolazione, guarda caso si è lanciata per prima a dichiarare un piano per l'accelerazione della Rete 6G. E guarda caso gli elementi che stanno destabilizzando le Cryptovalute e sui quali l'Unione Europea sta più massicciamente intervenendo sono proprio il potenziamento e la stabilizzazione della Rete di connessione Telefonia e Dati (approvvigionamento Materie fondamentali, supporto di Storage probabilmente da parte anche delle Gigafactory anche per la stabilità di un Cloud europeo dedicato), la garanzia di sicurezza e stabilità dell'approvvigionamento elettrico, la ricerca dell'autonomia energetica rispetto all'Import dall'estero. Questo è tutto abbastanza ridondato sinora dalle Istituzioni europee. Meno noto però è l'impegno assunto dalla UE a Davos per un programma dedicato a studio e produzione di microchips interamente europei. I vantaggi e la sicurezza dell'auto come “Smart Card a quattro ruote” Sempre nel test programmato con Amazon, Nexi, EPI e CaixaBank, si sta cercando di costruire un unico terminale di intermediazione per il Digital Euro per evitare la moltiplicazione di Carte, cellulari e PC. Su tutto questo la chiave di sicurezza dovrebbe consistere nelle Password Biometriche: molto presenti di già negli Smartphone ma con opzioni ridotte, e poco sicure sugli stessi, le password ed i sensori di rilevazione biometrica sono in pieno sviluppo nelle auto, almeno il 30% delle quali entro breve avranno sensori di rilevazione oculare, cardiaca, digitale e sonora. Perchè comunque la si possa considerare, ogni progresso ed evoluzione Cybernetica, telematica ed informatica porta con sé l'avvento di nuovi metodi di attacco. Ecco l'auto a cui pensa l'Unione Europea: vettore di trasporto, Client “peer-to-peer” per energy e Data Sharing, terminale di ePayment, hotspot per connettività, ma anche Ufficio e Server mobile nel nuovo concetto di Smart Working. Per chi se lo potrà permettere, nel mercato del nuovo. Non a caso, Vi anticipo di già il futuro prossimo delle Gamme auto ed il modello da scegliere senza timore di sbagliare, dopo il Suv. sarà il monovolume. Il futuro della UE per cittadini ed automobilisti? Pioveranno pietre Quand'ero giovane uscì un film: “Piovono Pietre”. Se potete, riguardatelo, e capirete il futuro dei cittadini europei nella nuova Unione. Scordate tutte le chiacchiere sulla pioggia di auto elettriche in arrivo sulle strade. In tema di auto, per gli europei si preparano solo nuove piogge di costi, tariffe, divieti, e problemi : tracciatura costante, meno valuta disponibile e variabile a seconda della produttività espressa in termini di creazione di valore aggiunto. Aumento dei flussi di immigrazione "lavorativa" giovane dall'estero; servizi di Welfare ed Healthcare più cari. Più soia in tavola e più materiale riciclato intorno a noi. Meno libertà ma soprattutto meno Social, che hanno ottenuto l'obbiettivo desiderato ed ora possono andare in pensione. Ci aspetta, è bene ricordarlo, una Unione non più Unione, che l'anno scorso - guarda caso - si è persino scordata di festeggiare gli 80 anni del "suo" Manifesto, quello di Ventotene. Questa è l'ultima parte ed è l'ultima riga di questo Post. Un caro saluto a tutti. Un addio ai Blog Dopo di che Vi dico sulle “pagine elettroniche” di un Blog che mi è caro - oltre che ben strutturato, a cura di un giovane amico davvero straordinario - che da oggi chiudo la mia esperienza di quasi 12 anni di pezzi sui Blog di Automotive. Mille motivi che non interessano a nessuno,ma chiudo con un solo messaggio agli amici automobilisti : faranno di tutto per togliervi soldi, sonno e serenità con la vostra vecchia auto. Se la amate, continuate a farlo. Soffrire per amore è a sua volta amore. Grazie di tutto, grazie a chi mi ha pazientemente ospitato in Rete. Un abbraccio a tutti. Per questo, perchè l'amore vero è quello che resta nel cuore anche dopo tanto tempo, dedico il mio ultimo Post di sempre all'amore di sempre, in ogni caso e nel bene e nel male. Ti voglio bene, Lucia. Riccardo Bellumori

In Europa, prima che la Cina diventasse Leader in tutto, tra i settori di eccellenza c’era anche la Logistica: un settore che vedeva nell’assortimento di mezzi, accessori e strumenti per movimentazione, immagazzinaggio, stoccaggio e catalogazione di merci e prodotti un vero e proprio laboratorio creativo; questo grazie ad un continente che a causa del suo territorio eterogeneo e variegato ha lanciato sfide al sistema industriale e commerciale per portare ai quattro angoli dell’Europa ogni tipo di bene e servizio. 

Quelle sfide sono state vinte al punto che i nostri leader europei della Logistica sono diventati anche Big mondiali.

Ma se c’è un settore dove l’Europa ha dimostrato di saper fare la differenza con i competitor statunitensi in primo piano è stato nel settore dell’Intermodale. Piano piano, affinando le tecnologie ed i supporti di controllo e programmazione, il mondo della movimentazione commerciale del Vecchio Continente ha saputo creare un piccolo gioiello organizzativo integrato tra trasporto aereo/navale/ferroviario/gommato di estrema efficacia.

Ma cosa è, in soldoni e in prima istanza, la logistica? E’ la filosofia organizzativa con la quale beni fisici e servizi virtuali viaggiano da un soggetto originario ad uno destinatario secondo un protocollo che permetta fondamentalmente di garantire massima fruibilità ed integrità dei beni movimentati, lungo un percorso ottimizzato che riduca distanze e tempistica, al fine di offrire al fruitore finale la necessaria e continuata disponibilità ed al produttore il minimo costo distributivo per il produttore. 

Tutt’altra cosa rispetto all’immenso Continente americano dove tuttavia proprio l’Europa – colonizzatrice – ha di fatto importato nel territorio popolato da etnie locali il criterio base della movimentazione di persone e merci. Criterio che l’esplosione del trasporto su rotaia misto a quello a cavallo ha poi perfezionato con la struttura delle “Sub-Urbe” create a ridosso di ogni stazione strutturata a supporto della rete ferroviaria.

 

Evidentemente l’Europa è “figlia d’arte” della storia millenaria del Mediterraneo, con il suo traffico commerciale, la tradizione marinara, lo scambio da e verso il granaio del mondo all’epoca in cui il mondo era solo l’Europa. La conservazione con sale o ghiaccio, i bastimenti e le carovane, lo stoccaggio delle merci e della produzione agricola. Tutto perfezionato, moltiplicato e velocizzato con la rivoluzione industriale, con il vapore come arcaica risorsa motrice per imbarcazioni e treni. 

E poi, con la grande rivoluzione della tecnologia endotermica e dei primi motori tutto il meccanismo si sublima in una escalation che ovviamente vede per diverso tempo, fino alla prima Guerra mondiale, l’affiacamento del cavallo e della navigazione “interna” (fluviale e lacustre). 

Non voglio fare una cronologia erudita della filosofia europea in tema di movimentazione e trasporto. Vorrei solo ricordare che tra le quattro chiavi di sviluppo della civiltà in senso didascalico storico non è possibile escludere proprio la “logistica” che in solido integra cultura, comunicazione, programmazione, sinergia, ottimizzazione, tecnologia, innovazione, socialità, urbanistica, pianificazione sociale, sviluppo professionale.

E tante altre cose.

Trasporto Merci nella UE: troppa “gomma” poco fiume, molto mare.

Ma la cosa più caratterizzante del binario tra logistica e trasformazione societaria in Europa è sempre stato il collegamento tra evoluzione del sistema generale della movimentazione commerciale e “spunti” che provenivano di volta in volta dal mondo sociale e tecnologico circostante.

Cosa c’entra la logistica con una piattaforma che si occupa di automotive? Beh, dopo l’excursus storico sociologico iniziale, uno dei passaggi chiave dell’interazione tra “gomma” emovimentazione merci e servizi’ è stato una costante per circa mezzo secolo: la “gomma” in Europa è stata prevalente, quasi incombente.

E da un lato ambientale e culturale non è stato propriamente un bene, per diversi motivi:

-Per un Continente che dipende grandemente dalle risorse energetiche petrolifere di importazione, diversi frangenti di crisi mondiale hanno riverberato su prezzi al consumo, criticità nel mondo dell’autotrasporto e su un globale “gap” che nel corso degli anni ha portato il sistema a “sedersi” un poco su se’ stesso e ridurre una spinta virtuosa verso la ricerca di soluzioni alternative allo stato di fatto; e questo ha senza dubbio accentuato le accuse sulla dipendenza fossile del sistema logistico europeo, e non senza ragione. Lo si capisce dalla serie di rivendicazioni sociali ed economiche troppo spesso opposte dal mondo dell’autotrasporto verso politica ed industriali;

-La navigabilità fluviale è rimasta un miraggio, visto che su un Dossier di Euractiv il trasporto merci sulle linee d’acqua dolce copre solo il 2% del totale movimentato contro il 24% detenuto dal trasporto stradale, il 5% a mezzo ferrovia, solo il 2% legato al movimento aereo e contro quasi il 67 mosso via mare: questo è oggettivamente un “minus” di tutto il sistema commerciale europeo, il ridottissimo utilizzo di una risorsa preziosa come i nostri fiumi europei; 

-Nel 2022, 3,5 miliardi di tonnellate di merci marittime sono state caricate/scaricate nei porti dell’UE. Questa quantità è aumentata dello 0,8% rispetto al 2021. I due porti più trafficati sono stati Rotterdam e Anversa-Bruges, rispettivamente con il 12,3% e il 7,3% del totale dell’UE. I 10 porti più trafficati rappresentano complessivamente il 37,3% del trasporto marittimo totale dell’UE. Tra questi 10, Danzica, Amsterdam, Trieste e HAROPA hanno registrato una maggiore quantità di merci movimentate nel 2022 rispetto all’anno precedente. Gli altri sei hanno registrato diminuzioni, le due maggiori in termini relativi sono state quelle di Valencia e Amburgo, con un calo rispettivamente del 7,1% e del 7,0%;

-Ed infine, conseguentemente, il carico di emissioni e il fabbrisogno di energia fossile ha penalizzato, soprattutto negli ultimi anni, il dibattito ecologista e la rosa di provvedimenti coercitivi da parte di Bruxelles.

Tutto questo è stato ieri, ed è oggi. Ma il problema è “domani”, perché a premere sulla Rete e sul tessuto di Imprese impegnate in Europa è non più il peso delle grandi Compagnie Aeree intercontinentali monopoliste del traffico sui cieli oltreoceano; e non è la presenza di operatori della logistica prevalentemente americani che comunque ci “fanno respirare” perché si affidano a filiali e operatori nazionali in ognuno dei Paesi europei con cui dialogano.

Il problema ora è, come per tutto il resto, un gigante come la Cina da un lato e la forza del WEB dall’altro: una sinergia soffocante che dal “porta a porta” dell’Ultimo Miglio e dell’Urban Delivery fino alla logistica portuale proietta una forza ed una presenza che, nel breve, tutti noi europei rischiamo di pagare pesantemente. Soprattutto perché non abbiamo allenato la concorrenza dal punto di vista dimensionale dei Gruppi operativi e perché abbiamo lasciato colpevolmente scoperte aree logistiche importantissime, dalle quali trarrà profitto il mondo degli operatori esteri.

 

 

La lista degli “orrori”: Ultimo Miglio, perchè la Cina dilaga?

 

Quali sono gli allarmi che ci sentiamo di sollevare? La logistica moderna è fortemente integrata con il mondo Automotive, dove soprattutto per vincere la sfida della decarbonizzazione e della compatibilità ambientale ed urbana non può bastare solo la vessazione discriminatoria, violenta ed arbitraria che le istituzioni fuorilegge e delegittimate di Bruxelles stanno opponendo al motore endotermico; ma occorre un nuovo paradigma di utilizzo condiviso e “di scopo” che permetta ai mezzi in circolazione di integrare l’utilizzo personale con il “non utilizzo” troppo spesso trascurato negli effetti comunque pregiudizievoli per l’ambiente e la collettività. Analizzare – in forma semplice e sintetica – il mondo della logistica serve anche però a segnalare in modo pubblico un cono d’ombra dove la UE si sta portando, trascurando colpevolmente di avviare finalmente e per la prima volta un contesto di analisi e revisione normativa (Regolamento Quadro in Europa), socio-economico (Contratto Lavorativo e protocollo dei diritti degli operatori di settore in Europa), ma soprattutto tecnologica (supporto della I.A., struttura tecnica/ICT/Cloud) per arrivare ad un vero e proprio paradigma di riferimento per una Blockchain europea della Logistica.

 

Dove è più forte il rischio Cerchiamo di essere didascalici segnalando i punti secondo noi critici settore per settore:

Sull’Ultimo Miglio la situazione comincia a diventare patologica: la serie e la gamma di quadricicli disegnati e realizzati in Cina per l’utilizzo logistico, di Delivery e professionale dentro i Centri Storici e le ZTL ha ormai firmato una condizione di monopolio palese sulla produzione di mezzi ideali, contro cui cercare o ricordare una possibile concorrenza da parte del prodotto nativo europeo è praticamente impossibile.

La stessa piega sta cominciando a prendere il target dei “minivan” targati, con modelli di lunghezza entro i quattro metri, dove l’industria europea offre ancora ottimi derivati commerciali dalle Passenger Cars, ma dove tuttavia la gamma “full electric” è praticamente omeopatica rispetto alla scelta che Cina e Asia possono offrire.

E, per finire, la gamma in costruzione di LCV entro i 35 Q.li vede il Dragone costruire offerte e modelli (endotermici, Hybrid, Full electric) che cominciano persino a vedersi sulle strade europee vincendo la concorrenza ingombrante delle pietre miliari della produzione continentale a marchio Ford, Volkswagen, Mercedes, Renault, PSA, FCA ed Iveco.

Ma vogliamo parlare anche della micromobilità che per il 99% si muove su dispositivi asiatici (monopattini, monoruota, e-bike, etc…)?

Vogliamo parlare del settore del Car e del Bike Sharing, prevedibilmente in rinnovata crescita in tutta Europa dopo una fase statica negli ultimi tre anni, dove sia la flotta potenziale che quella esistente sono popolate di soli mezzi asiatici?

Vogliamo infine parlare del sistema dell’Urban Delivery? 

Trasporto pesante su Gomma: i colossi cinesi a caccia del classico “Truck” occidentale

Un accenno al mondo Trucks: fino a ieri un dominio incontrastato dei Marchi Europei, oggi un feudo che l’industria asiatica può superare con Camion, Semirimorchi, Veicoli speciali e Pullmans: un mondo di modelli che oggi si presenta in veste multipiattaforma, multialimentazione, e soprattutto migliorata dalla sinergia produttiva avviata da anni con Marchi ed Allestitori di riferimento nel settore.

Sottovalutare la capacità e la forza tecnologica ed industriale asiatica solo alla luce di una superstizione ormai desueta secondo la quale i produttori di Trucks europei sono ancora il Benchmark di riferimento è una fesseria: i produttori asiatici non forniscono solo piattaforme o chassis motorizzati ma molto più strutturati forniscono soluzioni integrate per il monitoraggio, il controllo, la tracciatura e l’ottimizzazione dei movimenti di merci e mezzi; forniscono uno spettro di supporti ADAS proprietari ed una modularità industriale attraverso la quale possono allestire e proporre modelli e versioni per ogni esigenza. 

E questo è un aspetto da non trascurare: nella battaglia per la mobilità globale in Europa il Truck si sta “raffinando” sempre più come alternativa vettoriale per tratte che collegano sempre più spesso gli Hub aero-portuali con le destinazioni logistiche a contatto con Centri Urbani e macrostrutture commerciali. P er non parlare del comparto dei Pullman che sempre di più, per motivi aziendali, ambientali, ed economici, stanno sostituendosi alle auto private in una serie di attività di spostamento a scopo sociale e professionale. Il comparto Truck non vive peraltro di sostituzioni frequenti ma vive di post vendita che comporta assistenza, formazione, supporto tecnico. Su questo postvendita si basa un forte tessuto sociale ed una risorsa occupazionale importante.

Droni, Carrelli Elevatori, supporti di magazzino: C’era una volta l’Europa

La “logistica” tradizionalmente all’europea, quella in cui vi era un apporto umano rilevante, ha cominciato a trasformarsi repentinamente con l’avvento del Web, canale ideale per velocizzare le comunicazioni e ridurre ed ottimizzare timing e passaggi di movimento merci. Nulla di tanto rilevante rispetto all’arrivo dei primi network online di vendita e consegna finale come quelli che si sono materializzati prima con le piattaforme di e-commerce destinate ad essere finalizzate nella movimentazione attraverso Compagnie di Corriere Espresso o Corrispondenza postale privata; ma quello che è avvenuto da Amazon in poi ha dell’epocale, e del didascalico.

Amazon non crea nulla di quanto non sia già stato posto in essere a livello locale in ogni angolo del mondo, ma agisce su due livelli: 

-a livello “proprietario” estende ad un territorio globale e fondamentalmente decontestualizzato da confini nazionali un modello centralizzato che localmente veniva e viene gestito benissimo da attori che si muovono su aree e distanze minori: nel mondo (ma ancora più in Europa) erano e sono tuttora milioni i soggetti titolari di tutto il processo di filiera – dalla vendita al Delivery – capaci di gestire in prima persona la trattativa e l’accordo di vendita al Cliente con il successivo impegno di consegna attraverso mezzi propri e tempi e modi certi;

-a livello “funzionale” le piattaforme tipo Amazon hanno perfezionato attraverso il Web, l’e-payment, la tracciatura elettronica ed il Packaging tutto quello che molti operatori svolgevano in modalità network con partner terzi.

Ma il vero cambio epocale che potrebbe sortire effetti socio-culturali ed organizzativi sarà l’arrivo della I.A. e della Guida Autonoma con Droni nelle diverse filiere logistiche. Il tutto condito dalla necessità sempre maggiore di ridurre i costi; e questo comporterebbe, in caso di favore legislatico dell’Europa verso le estensioni di livello di Guida Autonoma ed all’accesso da parte IA ai dati ed alle abitudini dei clienti finali di una spedizione, una vera “piallata” di domanda occupazionale e soprattutto di utilizzo di mezzi di mobilità. Su tutto questo pesa però l’aspetto peggiore, cioè la delocalizzazione a strutture di impresa extra UE.

Senza contare la interazione tra mondo della movimentazione di magazzino ed automazione: Carrelli elevatori, scaffalature automatizzate, software di gestione logistica e di assortimento e giacenze rischiano fortemente di fare perno su soggetti identici e dunque per questo dominanti. Sul tema, però, Bruxelles è in silenzio solenne……Eppure il sistema della logistica italiana è fatta anche di professionalità in ambito ICT che porta Know How, tecnologia, impegno di risorse umane importante.

E, cosa ancora più importante, le attività legate alla logistica possono essere, a seconda di come sono regolamentate e supportate, un fattore di produzione di CO2 e di altri agenti inquinanti oppure, al contrario, agente importante per l’obbiettivo di decarbonizzazione.

Come mai l’attenzione e la polemica dalle parti di Bruxelles si sono polarizzate solo sul versante Automotive senza aprire un serio focus di analisi, prevenzione e innovazione globale in ambito logistico?

Dai Porti ai fiumi, la Cina è sempre più vicina

Altro aspetto “critico” nel panorama della logistica e dunque del patrimonio di mezzi dedicati a sovrintendere, è quello della movimentazione attraverso le vie d’acqua. I colossi cinesi che producono auto, ad esempio, sono titolari di flotte nautiche e di Skills per gestire le movimentazioni via mare e fiumi, ed in questo ancora una volta è la mancanza di massa critica delle Imprese europee che stona nel possibile scontro mondiale. Senza dimenticare la presenza anche in tema di azionariato e controllo dei capitali cinesi nei principali porti d’Europa.

Ovviamente, anche qui,  Voi lettori di settore Auto potete rimanere perplessi: navi chiamano “mare” e non auto, treni chiamano “Binari” e non ruote…..Ma la verità è che un sistema logistico moderno, amico dell’ambiente, sicuro e ottimale deve vedere nella integrazione intermodale (Corso d’acqua, rotaia, gomma, cielo) non una eccezione ma un vero e proprio protocollo in grado di guidare l’evoluzione costante.

Quali soluzioni? Una prima di tutte: promuovere da Bruxelles un modello di applicazione ideale, legittima e consentita della IA in ambito logistica e Delivery: permettere ai sistemi di Intelligenza Artificiale senza aver prima regolato i criteri di accesso, finalità della IA e soprattutto garanzia di trattamento dei Dati privati di ogni consumatore europeo. 

E poi sviluppare una seria legislazione europea su utilizzo Droni, su Guida Autonoma a fini commerciali ed i relativi limiti a garanzia di lavoratori e della sicurezza generale, mentre al momento la UE è ancora all’anno Zero di legislazione.

 

Ed ancora promuovere lo sviluppo di un piano continentale per agevolare lo studio, la produzione e l’allestimento da parte dei nostri Produttori di mezzi e soluzioni per i Delivery Urbani e per l’Ultimo Miglio. Questo si che sarebbe davvero un atto politico importante.

Riccardo Bellumori

Exit mobile version